27 agosto 2025
Aggiornato 21:00
Lifestyle

Depilazione del pube, sempre più donne vi ricorrono

Un nuovo studio mostra che le donne ricorrono sempre più all’epilazione del pube, anche giornalmente. Non solo una moda, ma una tendenza che ha delle importanti ripercussioni per gli operatori sanitari

SAN FRANCISCO – I ricercatori dell’Università della California a San Francisco hanno condotto uno studio per analizzare il fenomeno della rimozione dei peli pubici da parte delle donne. Scoprendo che la depilazione del pube è molto più diffusa di quanto si credesse. A parte la ‘moda’, secondo i ricercatori questo fenomeno può riflettere norme culturali e può essere una fonte di morbilità del paziente.

Una norma per molte donne
La dott.ssa Tami S. Rowen e colleghi dell’UCSF hanno analizzato le caratteristiche demografiche e le motivazioni associate all’epilazione del pube. Per questo hanno coinvolto 3.316 donne che dovevano rispondere a un questionario. Dalle risposte si è scoperto che quasi l’84% di queste si depilava parte del pube; il 16% non lo faceva maie infine il 62% lo epilava completamente. In media l’epilazione viene eseguita una volta al mese, ma qualcuna ha riferito di farlo tutti i giorni. A depilarsi maggiormente sono le donne di razza caucasica (o bianche) rispetto ad altre razze. La maggioranza hanno un’età compresa tra i 18 e i 24 anni. Un po’ meno quelle tra i 45 e i 55 anni. Infine, una più alta percentuale è diplomata o laureata.

Dipende anche da lui
Molte donne hanno anche dichiarato che non si depilavano il pube se il proprio compagno non lo gradiva o non lo faceva lui stesso. I ricercatori hanno anche trovato che non vi era alcuna associazione tra l’epilazione e il livello di reddito, la posizione geografica, il tipo di attività sessuale o la frequenza dei rapporti, l’eterosessualità o l’omosessualità.

Indicazioni
Secondo i ricercatori, i dati acquisiti possono essere rilevanti per gli operatori sanitari circa le differenze nelle norme culturali che possono influire sul comportamento delle donne. Lo studio è stato pubblicato su JAMA Dermatology.