Bound and Unbound, le sculture di lana di Judith Scott
All'artista americana affetta dalla sindrome di Down e scomparsa nel 2005 il Brooklyn Museum dedica la mostra Bound and Unbound che celebra il suo straordinario estro creativo
NEW YORK - Stoffa che si intreccia per formare sculture, lana che avvolge le sedie, assemblaggi in feltro, tubi e perle colorate. Non sono nuovi gioielli ma le opere scaturite dalla fantasia senza limite di Judith Scott, artista americana scomparsa nel 2005, sordomuta ed affetta dalla sindrome di Down. Dopo anni di isolamento ha trasformato la sua disabilità in pura creatività ed è a lei che il Brooklyn Museum dedica una mostra che celebra tutte le sue creazioni più visionarie: Bound and Unbound, a New York fino al 29 marzo.
JUDITH SCOTT - E' la prima rassegna completa dedicata a Judith Scott e alle sue sculture di fili intrecciati realizzati negli ultimi due decenni della sua vita. L'artista infatti, ha una storia molto commovente che l'ha vista trascorrere 35 anni della propria vita in un istituto di cura per malattie mentali in Ohio. Fu la sorella gemella Joyce a non dimenticarsene mai riuscendo ad ottenere il suo affidamento nel 1987 ed a portarla con se in California. Qui Judith entrò a far parte del Creative Growth un centro d'arte visionario creato appositamente per promuovere l'arte delle persone con disabilità mentali o fisiche.
SUL FILO DELL'ARTE - Negli ultimi 18 anni della sua vita Judith Scott divenne una delle maggiori esponenti della fiber-art, quella forma di espressione artistica che fa riferimento all’uso e all’intreccio della fibra in tutte le sue varie forme. Creò oggetti straordinari e idiosincratici, fastidiosi assemblaggi di filo stoffe e altri materiali, fragili strutture che sfidano qualsiasi tentativo di definire razionalmente la scultura. Fu chiamata «la donna ragno», perché come un ragno attirava qualunque oggetto le capitasse per le mani e le avvolgeva nella lana. In un tripudio di forme e colori.
LA MOSTRA - Bound and Unbound è stata organizzata da Catherine Morris, della Fondazione Elizabeth A. Sackler Center che promuove l'arte femminile, oltre che dal Brooklyn Museum, e Matthew Higgs, artista e Direttore del White Columns di New York.