8 febbraio 2025
Aggiornato 03:30
Lutto

Addio a Eli Wallach, l'eterno cattivo degli spaghetti western

Se n'è andato a 98 anni il celebre "brutto" scelto da Sergio Leone per il suo capolavoro western, interprete di numerosi ruoli da cattivo

NEW YORK - Un altro pezzo della storia del cinema che se ne va. È morto all'età di 98 anni Eli Wallach, famoso per il suo celebre ruolo di brutto nel capolavoro di Sergio Leone «Il Buono, il Brutto e il Cattivo». Era il 1966 e Wallach si fece conoscere in tutto il mondo, contribuendo al successo internazionale degli «spaghetti western» all'italiana. La notizia del decesso è stata confermata dalla figlia Katherine, dopo la smentita delle voci circolate su una pagina Facebook nel fine settimana.

IL TEATRO E POI IL WESTERN - Nato a Brooklyn nel dicembre 1915, laurea all'Università del Texas, era stato tra i primi allievi dell'Actors' Studio di Lee Strasberg. Nel 1945 aveva debuttato a Broadway imponendosi presto come un interprete teatrale, in particolare da protagonista in «The Rose Tattoo» di Tennessee Williams. Dopo l'importante esperienza teatrale, debutta al cinema nel 1956 con il ruolo del cattivo che seduce una giovanissima Carrol Baker in «Baby Doll - La bambola viva» di Elia Kazan. Poi è la volta del bandito messicano nei «Magnifici sette» (1960), del rapinatore di treni in «La conquista del West» (1962), del tenero amante di Marilyn Monroe ne «Gli spostati» (1961) e di un raffinato falsario in «Come rubare un milione di dollari e vivere felice" (1966).

L'OSCAR ALLA CARRIERA - Anche se non è mai stato nominato agli Oscar ha ricevuto una menzione d'onore nel 2010 per la sua carriera, sottolineando la sua natura di grande «camaleonte, capace di calarsi in qualsiasi ruolo dando a ciascuno una sua impronta personale». In quell'occasione aveva detto: «Da attore ho interpretato un intero campionario di banditi, ladri, signori della guerra e molestatori». Una carriera lunga oltre mezzo secolo, nella quale si è distinto per la sua attività di caratterista «dalla maschera incisiva e di grande temperamento», come disse qualcuno, sotto la direzione di registi del calibro di John Huston, Hitchcock e Francis Ford Coppola.