29 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Cavallerizza Reale

Napoli incontra Torino: Appendino alla Cavallerizza a confronto con il sindaco De Magistris 

Il sindaco partenopeo, Luigi De Magistris, ha portato a Torino l'esperienza di gestione civica dei beni comuni di Napoli e la sindaca Chiara Appendino, accompagnata dal suo assessore all'Urbanistica, il professor Guido Montanari, ha informato gli intervenuti sullo stato dei lavori presso la Cavallerizza

TORINO - Era il 23 maggio del 2014 quando la Cavallerizza Reale di Torino venne occupata con un atto di «gioiosa violenza popolare», cosi lo ha definito Maurizio Pagliassotti, giornalista e moderatore del dibattito che si è tenuto ieri sera, lunedì 5 febbraio, presso il salone pubblico dello storico edificio di via Verdi. Quattro anni sono passati dalla rottura di quei lucchetti e oggi due sindaci, di due tra le più importanti città italiane, Napoli e Torino, si sono dati appuntamento in questo luogo controverso per parlare della gestione dei beni comuni. Il sindaco partenopeo, Luigi De Magistris, ha portato a Torino l'esperienza di gestione civica dei beni comuni di Napoli e la sindaca Chiara Appendino, accompagnata dal suo assessore all'Urbanistica, il professor Guido Montanari, ha informato gli intervenuti sullo stato dei lavori presso la Cavallerizza. Presenti in sala numerosi esponenti della Giunta e consiglieri del Movimento 5 Stelle, oltre allo storico Aldo Giannulli, il giurista Ugo Mattei e Giulia Druetta, una dei membri dell’Assemblea 14.45

CAVALLERIZZA - «Pensare a una serata come questa quattro anni fa sarebbe stata fantascienza» ha esordito Montanari, «Oggi invece siamo qui tra politici, intellettuali e professori a parlare del futuro di questo luogo straordinario. Abbiamo fatto tanta strada». I problemi però in merito alla gestione dei beni comuni a Torino sono ancora tanti. Ripercorrendo la travagliata storia della Cavallerizza, Montanari ha confermato che l'amministrazione ha già intrapreso un percorso di progettazione partecipata, attraverso un tavolo di lavoro affidato all'architetto Agostino Magnani. Il problema principale è che non tutta l'area è attualmente nella mani del Comune. «Abbiamo iniziato con il restauro dei giardini», ha spiegato Montanati, «In questi luoghi si doveva fare un parcheggio e non si farà. Miriamo ad avere tutta l'accessibilità pubblica del piano terra per attività artistiche culturali». L'assessore ha poi affrontato il nodo relativo ai Musei Reali, un tempo collegati direttamente all'edificio, a cui è stato chiesto di dirottare parte dei fondi ministeriali per la Cavallerizza. «I soldi sono in mano ai Musei, stiamo dibattendo per portarne parte a Cavallerizza, ma per adesso non è stato possibile».

APPENDINO - Proprio sul concetto di partecipazione fa leva Appendino durante il suo intervento: «Credo che oggi, in cui la sfiducia nella politica è tanta, ci sia un gran bisogno di strumenti e luoghi di partecipazione» ha affermato la sindaca, commentando i limiti e le potenzialità di Co-City (progetto europeo il cui finanziamento è pari a 4 milioni di euro). «I limiti di questi patti sono soprattutto burocratici, i passaggi sono tanti e c'è chi per questo rinuncia. Il secondo problema è che ci sono tanti spazi, tanta voglia di partecipare e l'amministrazione fa fatica a rispondere a tutto. Dobbiamo anche noi adattarci a questo nuovo modo di gestire i beni comuni». Ultima nota dolente sono, come sempre, le risorse degli enti locali. Lo stesso De Magistris ha raccontano di aver ereditato una città «piena di debiti e rifiuti» e di essere andato immediatamente in predissesto, così come è successo alla città di Torino. «Gli enti locali sono strozzati» ha proseguito Appendino, «come Città non possiamo fare debiti e non abbiamo risorse per fare investimenti. Dove si può fare a costo zero lo facciamo, come per il Parco Michelotti. In ogni caso crediamo nella progettazione civica. Noi non ci divertiamo a privatizzare». Sullo stesso punto il sindaco di Napoli: «Siamo senza soldi, ma abbiamo un grande capitale umano. L'accusa principale che ci viene fatta quando si parla di uso civico dei beni comuni è che non sia una scelta giuridicamente sostenibile. Noi non siamo d'accordo» ha concluso De Magistris, «in questi luoghi prima abbandonati abbiamo creato profitto sociale e questo per noi vale molto di più». 

POLEMICHE - E' rimasto a bocca asciutta chi si aspettava l'ennesima contestazione durante un'uscita pubblica della prima cittadina. L'assemblea si è svolta con toni pacati e con un sincero apprezzamento per la presenza del sindaco di Napoli. Unica nota stridente in questo clima generalmente rilassato è stato l'intervento dei rappresentanti del centro sociale Fenix di corso San Maurizio angolo via Rossini, sgomberato dopo sette mesi di occupazione. A prendere la parola è stato Mauro Frisetti,«Schizzo», un noto rappresentante delle fila anarchiche torinesi, che ha accusato la sindaca di aver autorizzato lo sgombero del centro, oltre che delle palazzine dell'ex Moi e dell'asilo di via Alessandria. A questo Appendino ha risposto che il centro sociale non rimarrà chiuso, ma sarà restituito alla polizia municipale, dopodiché è passata a difendere gli interventi messi in atto all'ex Moi. Immediata, quanto applaudita, la risposta di De Magistris che ha affermato che in sette anni di mandato come sindaco di Napoli non ha mai autorizzato uno sgombero. Tornando alla Cavallerizza, l'augurio generale di coloro che vivono quotidianamente questo luogo è che Torino possa seguire l'esempio di Napoli in materia di gestione dei beni comuni: «Napoli ha fatto il primo passo, Torino potrebbe fare il passo in più» ha concluso Druetta, rappresentate dell'assemblea 14.45.