2 maggio 2024
Aggiornato 19:30
Emergenza casa

Emergenza abitativa: un ex asilo potrebbe ospitare le persone in attesa di una casa

L’idea è quella di recuperare locali abbandonati e far sì che le famiglie in attesa di entrare nelle abitazioni possano essere accolte, almeno temporaneamente, in strutture più gradevoli e accoglienti

TORINO - Nel 2015 le domande d’emergenza abitativa sono in calo (-10% rispetto al 2014), ma il problema  della «casa» è più che mai attuale per moltissimi torinesi. Come reso noto dall’Osservatorio sulla condizione abitativa della Città di Torino, sono infatti ben 14.081 le domande per una casa popolare presentate nell’ultimo bando. Gli alloggi di edilizia sociale a Torino sono invece 17.799 e qui scatta il primo problema: nonostante la presenza di alcuni alloggi vuoti, non tutte le famiglie hanno accesso immediato alle case popolari.

Famiglie in attesa di una casa ospitate negli alberghi
Le pratiche burocratiche sono spesso infinite, i lavori edilizi necessari a rendere abitabili gli alloggi sono sempre più frequenti: il risultato? Le famiglie sono costrette ad attendere con «pazienza» il loro turno in strutture alberghiere. Accorciare questi tempi d'attesa è diventata una priorità, ma la sistemazione negli alberghi rappresenta una soluzione d’emergenza, non ideale a una famiglia per condurre uno stile di vita normale e dispendioso per le casse comunali: risolvere questa situazione diventa dunque una necessità.

L'ultima idea: un progetto di co-housing
L’ultima idea è quella di stravolgere il concetto di «residenza temporanea». L’assessore al Coordinamento Politiche Sociali, educative e di cittadinanza Sonia Schellino, conscia dell’importanza di togliere le persone dagli alberghi, ha spiegato che una soluzione potrebbe essere quella di un progetto Co-housing. Una struttura con appartamenti indipendenti e una cucina in comune, un luogo più accogliente e meno freddo. «L’obiettivo è quello di ristrutturare una struttura abbandonata, abbiamo selezionato un asilo che possa ospitare 25 persone. Si tratta senza dubbio di un posto più caldo che possa tenere le persone per qualche giorno, in attesa che possano entrare nelle loro case» ha ammesso l'assessore. Se l’iniziativa dovesse andare in porto, il concetto di residenze temporanee verrebbe completamente stravolto.