19 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Calcio | Nazionale

Milan: Yonghong Li e Fassone, giù la maschera

Si fa sempre più incandescente il fronte societario per la nuova proprietà cinese del Milan. Da una parte l’Uefa e il supplemento di indagini per verificare la solidità patrimoniale di Yonghong Li, dall’altra il possibile passo indietro di Highbridge riguardo il rifinanziamento del debito con Elliott. È il momento di capire chi c’è dietro il misterioso patron rossonero.

Yonghong Li e Marco Fsssone
Yonghong Li e Marco Fsssone Foto: ANSA

MILANO - E adesso come la mettiamo? Ora che anche i vertici Uefa sono stati messi in allarme dalle indagini approfondite - e oggettivamente un tantino inquietanti - del New York Times a proposito della dubbia consistenza patrimoniale di Yonghong Li, l’amministratore delegato Marco Fassone è chiamato ad una presa di posizione, chiara, netta e definitiva.
Per un dirigente che fin dai suoi primi giorni alla guida del club rossonero ha scelto la linea della trasparenza e della condivisione di ogni genere di informazione, questo potrebbe essere il momento della resa dei conti. Chi è realmente Yonghong Li? Quali sono le sue effettive disponibilità patrimoniali? E soprattutto, se davvero le sue risorse dovessero essere così esigue come si sussurra praticamente da ogni parte, chi si cela dietro l’oscura immagine del nuovo patron dell’Ac Milan?

Supplemento di indagine
La richiesta di un supplemento di indagini dell’Uefa, anticipata da Marca, ma giunta immediatamente dopo la terrificante inchiesta svolta dai colleghi del New York Times sul presidente e proprietario del club di via Aldo Rossi, esige un chiarimento. Non soltanto nei confronti delle istituzioni calcistiche che richiedono - saggiamente - tutte le informazioni del caso, ma soprattutto dei tifosi, il vero cuore pulsante del Milan. E Fassone, che ha sempre ammesso «il dovere di essere trasparenti con i tifosi», questo lo sa perfettamente. A maggior ragione adesso, in un momento in cui il Financial Body dell’Uefa chiede garanzie per la concessione del voluntary agreement.

Questione ricavi 
E qui veniamo al nocciolo della questione. Perchè è vero che uno dei problemi emersi nel corso della riunione tenuta a Nyon è quello dei possibili ricavi dal mercato cinese (a Fassone è stato fatto presente che club radicati nel territorio da anni come Real Madrid e Barcellona incassano molto meno di quanto previsto dai vertici rossoneri a brevissimo periodo), ma le perplessità maggiori dell’Uefa vanno ricondotte integralmente a Yonghong Li. Per farla breve, un eventuale deficit sarebbe più gestibile - e quindi tollerato dal Financial Body - se il Milan dimostrasse di avere una proprietà solida in grado di intervenire. 

Regolamento Uefa
Secondo quanto previsto dal regolamento Uefa, il piano finanziario presentato da ogni club deve «essere basato su ipotesi ragionevoli e prudenti; prevedere il raggiungimento del pareggio di bilancio in quattro esercizi». Ma soprattutto, e qui arrivano le dolenti note per il Milan, «dimostrare di avere le risorse economiche a finanziarsi fino al termine del periodo coperto dall’accordo volontario e presentare un impegno irrevocabile da parte dell’azionista o di una parte correlata a coprire le perdite relative agli esercizi precedenti a quello in cui sarà raggiunto il pareggio di bilancio».
Con queste premesse è abbastanza chiaro che fin quando Yonghong Li, o chi per lui, non arriverà a dimostrare che la proprietà rossonera può contare su risorse importanti, il Financial Body dell’Uefa è legittimato a chiedere al Milan di presentare precise garanzie finanziarie.

Rifinanziamento a rischio
A questo proposito, in un momento delicato per il club di via Aldo Rossi con in corso la due diligence da parte del fondo Highbridge sui conti del club, al termine della quale si capirà se verrà liquidato o meno il doppio prestito concesso da Elliott, emergono nuovi ed inquietanti segnali per la serenità del club rossonero. Secondo quanto riporta il quotidiano la Stampa oggi in edicola, alla luce di tutto quanto sta emergendo sul fronte societario, non è escluso un totale ripensamento da parte del fondo internazionale Highbridge sulla trattativa messa in piedi da Fassone per il rifinanziamento del debito. Si tratterebbe di un’ulteriore mazzata alla credibilità del club a cui l’ad rossonero deve immediatamente far fronte per evitare un tracollo pressochè definitivo. È il momento di calare la maschera: se davvero c’è qualcuno alle spalle del misterioso ed impalpabile Yonghong Li, è il caso che si sbrighi a palesarsi per fugare ogni dubbio e sgombrare il campo da ogni possibile illazione sul futuro di uno dei club più amati al mondo.