19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Calcio

Milan: il solito, triste e malinconico ritornello

La sconfitta di Napoli non è stata la peggiore nella stagione dei rossoneri, eppure è stata accolta e commentata con le stesse noiose ed improduttive parole. Sarebbe probabilmente ora di cambiare registro e passare ai fatti

Vincenzo Montella, allenatore del Milan
Vincenzo Montella, allenatore del Milan Foto: ANSA

MILANO - Napoli-Milan è finita, hanno vinto gli azzurri di Sarri, sempre al primo posto della classifica di serie A, pur non asfaltando gli avversari come accaduto spesso finora; hanno perso i rossoneri di Montella, meno arrendevoli rispetto alle altre gare perse contro Lazio, Sampdoria, Roma, Inter e Juventus. Niente di nuovo in casa milanista: la classifica resta disastrosa, le scelte di Vincenzo Montella restano cervellotiche, i calciatori in campo restano anarchici, ognuno va per la sua direzione, Suso prova ad inventare, gli altri stanno lì in attesa che lo spagnolo abbia l'idea giusta, i due attaccanti come al solito non pervenuti.

Post partita

Ma ad infastidire più di tutto i tifosi del Milan sono le dichiarazioni al termine della gara del San Paolo da parte dei tesserati rossoneri. Montella stavolta ha risparmiato i ghigni e le battute di spirito, ma non ha modificato di una virgola le parole davanti ai microfoni: "Sono soddisfatto della squadra, vedo segnali di crescita, lotteremo per il quarto posto». Stesso ritornello ascoltato dopo il derby contro l'Inter, dopo Milan-Roma, dopo Milan-Genoa e dopo Milan-Juventus, così in ordine sparso, si possono prendere le parole del tecnico milanista, mischiarle e comporre un unico discorso. Anche capitan Bonucci ha ripetuto la medesima filastrocca già declamata da lui stesso in passato: "Basta errori, dalla prossima gara dobbiamo cambiare registro e non saranno più ammessi sbagli. La prossima settimana ci sarà la svolta». Il Milan 2017-2018 assomiglia molto a quegli studenti che tornano a casa ogni giorno con voti pessimi, promettono ai genitori di mettersi sotto a studiare, continuando invece imperterriti a veleggiare fra il 4 e il 5 in pagella. Da qui alla fine dell'anno solare, Montella e i suoi sono chiamati a fare meno parole e molti più fatti, meno promesse e più punti; la stagione a novembre sembra già compromessa, ma non si possono tirare i remi in barca con 7 mesi ancora da giocare.