Milan, Montella contro tutti: società, arbitro e mercato
Dopo la sfuriata di Fassone contro il tecnico dopo la sconfitta di Marassi, stavolta è Montella a prendersela con la dirigenza, accusando limiti evidenti nella rosa che l’avrebbero portato alla decisione di cambiare modulo.
MILANO - La reazione più logicamente comprensibile da parte di un uomo messo alle strette è il tentativo disperato di difendersi per non soccombere. La sensazione, ascoltando le dichiarazioni di Vincenzo Montella ieri sera, al termine di Inter-Milan, quarta sconfitta in otto partite per i rossoneri (terza consecutiva), è proprio questa: una drammatica ricerca di alibi per giustificare una posizione che non ammette assoluzione.
A cominciare dalla critica all’arbitro Tagliavento per quel rigore decisivo concesso al 90’, causato - secondo l’allenatore del Milan - da un fallo non così eclatante e forzato da un atteggiamento troppo morbido dell’interista D’Ambrosio, bravo ad andar giù al primo tocco di Ricardo Rodriguez.
Non ci siamo
No, caro Montella, ci dispiace ma non ci siamo. Quello, è doloroso ammetterlo anche per noi, è rigore tutta la vita. E il problema vero non è quanto il terzino nerazzurro si sia lasciato andare ma la follia incomprensibile del mancino svizzero del Milan, in preda ad un raptus di difficile interpretazione. Che senso poteva avere cinturare in quel modo D’Ambrosio, in quello che in gergo viene definito «la cravatta», quando il pallone viaggiava verso un altro emisfero, a distanza siderale tanto dal difensore rossonero, quanto dall’attaccante nerazzurro? La risposta è semplice: nessuno. E quindi è inutile attaccarsi alle decisioni arbitrali, il Milan ha perso per una penosa ed inqualificabile leggerezza di un proprio calciatore.
Dea bendata
Non l’unica, a voler essere sinceri. I tre gol di Icardi sono arrivati da altrettante peccaminose omissioni da parte dei rossoneri e quindi più di ogni altro discorso, sarebbe stato opportuno, in sede di commento post-partita, fare un breve ma rapido mea culpa anziche un vigoroso j’accuse contro tutto e contro tutti. E a proposito di Maurito e della sfacciata fortuna interista di questo primo scorcio di stagione, i suoi primi due gol sono arrivati da palloni colpiti con la tibia, quindi oggettivamente fortunosi, non propriamente gesti tecnici leggendari. Ma questo è un altro discorso.
Ammissioni pericolose
Tornando a Vincenzo Montella invece, ha colpito la sua ammissione sui rischi della difesa a 3: «Bonucci è l’unico che la conosce, visto che sia Musacchio che Romagnoli hanno sempre giocato a 4». Bene, allora ecco la domanda da un milioni di punti che nessuno ha ancora mai avuto il coraggio di fare all’allenatore rossonero: perchè la scelta di questo modulo che penalizza troppi calciatori? «La verità è che, dopo la cessione di Niang, ci siamo resi conto di non avere alternative a Suso e Bonaventura sulle fasce, quindi siamo stati costretti a cambiare modulo per ovviare al problema della penuria di attaccanti esterni».
Rottura
Boom! Ma ditemi voi se dopo 230 milioni spesi in estate, consulti continui ed incessanti tra dirigenza e staff tecnico, un mercato condiviso da ogni singolo punto di vista, è accettabile sentir parlare Montella di rosa incompleta e di buchi così evidenti da costringerlo a cambiare assetto tattico. Sarebbe stato interessante girare questo atto d’accusa dell’allenatore rossonero a Marco Fassone che invece dal canto suo a fine partita si è affannato a premiare il mister con una conferma sulla panchina rossonera che in pochi, tra i tifosi milanisti, avrebbero avallato.
Il pericolo di queste dichiarazioni è che possano aprire crepe pericolose nel già precario equilibrio di una casa che evidentemente manca di fondamenta solide.
Inversione di tendenza
Oggi questo gruppo di calciatori avrebbe bisogno di marciare compatto in un’unica direzione, con idee tattiche chiare e una precisa idea di gioco. Tutto quello che Vincenzo Montella sta negando alla squadra con formazioni diverse ad ogni partite, con cambi di modulo sconsiderati nel corso dello stesso match, con una confusione tattica e tecnica che non ammette assoluzione. L’augurio che tutti i tifosi rossoneri oggi si fanno è che possa cambiare in fretta il trend, perchè con questa atmosfera e soprattutto questi risultati il progetto del nuovo Milan è destinato in fretta a fallire.
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