18 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Calcio - Serie A

È un Milan a crescita zero

Il livello di crescita dei singoli giocatori rossoneri rispetto alla scorsa stagione è allarmante, specie se messo a confronto con i dati relativi ad altre due squadre che hanno appena cambiato allenatore, Napoli e Fiorentina. Da Mihajlovic serve un segnale importante anche da questo punto di vista.

MILANO - Una cosa appare ormai chiara: malgrado i pessimi risultati ottenuti dal Milan, la tifoseria rossonera continua a marciare compatta al fianco del suo condottiero, Sinisa Mihajlovic da Vukovar. Le figuracce messe in fila dai rossoneri in questo primo terzo di campionato non hanno minimamente intaccato le convinzioni del popolo rossonero, comprensibilmente impegnato ad accanirsi contro gli altri due artefici - indubitabilmente i principali - del tracollo milanista degli ultimi anni, Silvio Berlusconi e Adriano Galliani.
Come abbiamo spesso ribadito da queste colonne, però, non è che incolpare qualcuno voglia dire automaticamente assolvere gli altri. La fattispecie dolosa in esame, l’omicidio (o comunque il ferimento grave) di una delle più importanti realtà del calcio italiano, presenta tutte le caratteristiche del concorso di colpa.

Berlusconi e Galliani indifendibili
Ed allora, fatte salve tutte le nefandezze commesse negli ultimi anni dal presidente Berlusconi, reo di aver consentito con il suo pernicioso silenzio-assenso la fine calcistica della sua creatura vincente, e dall’amministratore delegato Galliani, colpevole invece di avere scientificamente messo a punto una sconcertante strategia di distruzione del Milan, non si può far finta di nulla di fronte alle imbarazzanti inadempienze del tecnico serbo, arrivato quest’anno sulla panchina rossonera per risollevare una squadra pressoché allo sbando.

Dov’è finito il sergente di ferro?
Che sia chiaro, nessuno pensava che Mihajlovic fosse in possesso della bacchetta magica e avesse il potere di ribaltare completamente l’andamento del Milan con un paio di allenamenti conditi da urlacci in varie lingue. Ma tutti noi eravamo convinti che la squadra rossonera, avvilita da stagioni mortificanti di fallimenti in serie, potesse e dovesse trarre giovamento dal pugno di ferro e dalla carica vibrante di energia e vigore di colui che è arrivato a Milanello ormai cinque mesi fa accompagnato dall’etichetta di «sergente di ferro».

Il confronto impietoso con Sarri e Paulo Sousa
Appare evidente che da parte del Milan non ci sia stato il benché minimo segnale di reazione emotiva, ma a preoccupare enormemente tutto l’entourage rossonero è un altro elemento.
Prendiamo ad esempio il Napoli o la Fiorentina, due società reduci da una stagione tutt’altro che esaltante conclusa con il fallimento dei progetti societari ed il conseguente esonero dei rispettivi allenatori. Ebbene, analizzando cosa sono stati capaci di fare Sarri e Paulo Sousa nello stesso periodo avuto a disposizione da Mihajlovic al Milan, emerge un dato interessante: oltre ai tanti punti in più in classifica e un gioco brillante ed efficace, l’elemento che salta maggiormente agli occhi è il livello di crescita dei singoli calciatori grazie all’avvento del nuovo tecnico.

Napoli e Fiorentina, valore moltiplicato
Sul fronte partenopeo, basta mettere a confronto il rendimento dei vari Albiol, Koulibaly, Ghoulam, Jorginho, ma anche dei fuoriclasse Insigne, Hamsik e Higuain, letteralmente rinati con l’ex tecnico empolese, per averne conferma. In casa viola la crescita è ancora più evidente: prendiamo ad esempio il capocannoniere Kalinic (9 gol in 13 partite), costato appena 5,5 milioni (a fronte dei 30 spesi dal Milan per Bacca e perfino degli 8,5 spesi per un Luiz Adriano in scadenza di contratto a gennaio) e adesso dal valore quadruplicato. Per non parlare di Ilicic, rivoltato come un guanto dalla cura Paulo Sousa e diventato un perno insostituibile dello schieramento viola, oppure di Bernardeschi, Marcos Alonso, Astori, Vecino, Tatarusanu, Badelj e perfino Borja Valero, tornato ad essere uno dei centrocampisti più forti del campionato dopo la grigia stagione scorsa.

Cercasi milanista in crescita
Proviamo invece ad analizzare e confrontare il rendimento dei calciatori del Milan da quando Mihajlovic si è insediato a Milanello. A parte il baby Donnarumma, lanciato in prima squadra dopo il crollo di rendimento di Diego Lopez, risulta difficile individuare un altro rossonero in crescita di rendimento dalla scorsa stagione. Tra i pochi tutto sommato positivi finora possiamo citare solo Bonaventura e Romagnoli, comunque il linea con le prestazioni dell’anno scorso. Gli altri tutti in picchiata verticale: Bacca (malgrado i 6 gol, sembra un lontano parente del bomber implacabile di Siviglia), Luiz Adriano, Bertolacci, De Sciglio, Poli, De Jong, Antonelli, Honda etc. etc.
Qualcuno diceva: «La fortuna degli allenatori la fanno i giocatori». Forse è vero, ma spesso e volentieri vale anche il contrario.