20 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Effetti collaterali dello sperma

La Cannabis modifica lo sperma degli uomini

Una recente indagine scientifica ha messo in evidenza come la Cannabis alteri il DNA dello sperma. I bambini potrebbero nascere malformati?

La Cannabis modifica il DNA dello sperma?
La Cannabis modifica il DNA dello sperma? Foto: Roxana Gonzalez Shutterstock

Se esiste un argomento estremamente dibattuto negli ultimi anni, questo riguarda la sicurezza e le capacità curative della Cannabis. In tal senso il mondo scientifico (e non) si divide in due gruppi: il primo è pronto a gridare al miracolo, la Cannabis sarebbe una sorta di panacea. Mentre il secondo ritiene che non debba neppure essere legalizzata perché si rischia di incappare in gravi problemi di salute. La verità, ovviamente, sta nel mezzo. E, nel frattempo, molti ricercatori tentano di scoprire effetti positivi e negativi di una delle piante più antiche del pianeta. Uno di questi interessa la salute dello sperma.

Modifiche al DNA

Secondo quanto emerso da un recente studio, la cannabis provocherebbe alterazioni nel DNA dello sperma degli uomini. Per cui la raccomandazione sarebbe di non usarla nel momento in cui si desidera concepire un bambino. Tuttavia, è importante sottolineare che lo studio è stato condotto su un campione davvero trascurabile: 12 uomini. Ma vediamo, nel dettaglio, quali sono i risultati ottenuti.

Crescita e sviluppo

La Cannabis è stata testata su volontari che la consumavano (sotto forma di farmaco) almeno una volta a settimana. Dai risultati ottenuti sembra che si siano verificate alterazioni a sezioni del DNA che codificano la crescita e lo sviluppo di alcuni organi. Gli scienziati ipotizzano anche che tali mutazioni possano essere in qualche modo legate a un aumentato rischio di cancro. Il che potrebbe sembrare molto strano, considerando che vi sono ricerche che affermano che la Cannabis potrebbe essere d’aiuto nel combattere il cancro.

Trasmissione ai figli

Ciò che i risultati dello studio non sono riusciti a stabilire e se le alterazioni del DNA possano essere trasmesse ai figli. Lo studio, coordinato dalla dottoressa Susan Murphy della Duke University, ha preso in esame campioni di sperma prelevati da uomini sani di età compresa fra i 18 e i 40 anni. Tutti utilizzavano la Cannabis almeno una volta a settimana per sei mesi. Tali campioni sono poi stati messi a confronto con altri 12 uomini che non avevano assunto Cannabis o lo avevano fatto per un massimo di volte in tutta la loro vita. Dai risultati è anche emerso che chi consumava frequentemente la Cannabis aveva concentrazioni inferiori di sperma.

Correlato al THC

I partecipanti che avevano concentrazioni di THC più elevato nell’urina, mostravano anche un numero maggiore di mutazioni genetiche a livello spermatico. Tuttavia, gli scienziati ritengono che lo sperma sia abbastanza sano da fertilizzare un uovo ma non hanno idea se le alterazioni del DNA vengano poi trasmesse alla prole.

Limiti dello studio

Purtroppo, lo studio ha molti limiti. Il primo è che il campione utilizzato è troppo esiguo per confermare tale ipotesi. Il secondo è che non sono stati presi in considerazione altri fattori chiave come il fumo, l’alcol e lo stile di vita che generalmente influenzano negativamente lo sperma. Il terzo è che non è stato dimostrato alcun collegamento diretto con un danno genetico alla prole in conseguenza all’uso della Cannabis. Insomma, sono necessarie ulteriori verifiche a sostegno di tale ipotesi.

I prossimi passi

Ora gli scienziati vorrebbero condurre uno studio su larga scala per vedere, prima di tutto, se gli effetti – qualora venissero confermati – sono invertibili. Dopodiché, vorrebbero testare il sangue del cordone ombelicale di bambini nati da genitori che usavano la cannabis per vedere se le alterazioni vengono trasmesse o meno alla prole.

Le precauzioni da prendere

«Sappiamo che ci sono effetti dell'uso di cannabis sui meccanismi regolatori nel DNA dello sperma, ma non sappiamo se possano essere trasmessi alla prossima generazione. In assenza di uno studio più ampio e definitivo, il miglior consiglio sarebbe quello di presumere che questi cambiamenti ci saranno. Non sappiamo se saranno permanenti», spiega Murphy. «Direi, per precauzione, smettere di usare la cannabis per almeno sei mesi prima di provare a concepire. Ciò che abbiamo scoperto è che gli effetti del consumo di cannabis sui maschi e sulla loro salute riproduttiva non sono completamente nulli. C'è qualcosa nell'uso di cannabis che influisce sul profilo genetico dello sperma. Non sappiamo ancora cosa significhi, ma il fatto che sempre più giovani maschi in età fertile abbiano accesso legale alla cannabis è qualcosa su cui dovremmo riflettere. Poiché l'età paterna media per il primo figlio negli Stati Uniti è di 27,4 anni, un numero considerevole di maschi in età fertile può avere una recente esposizione alla cannabis all'incirca nel momento in cui concepiscono», conclude Scott Kollins co-autore dello studio. La ricerca è stata pubblicata su Epigenetics.