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Cardiologia

Colesterolo: le nuove linee guida. Tre cose da sapere

Dagli esperti cardiologi dell’America Heart Association ecco le 3 cose necessariamente da sapere sul colesterolo in base alle nuove linee guida

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Sono state appena rilasciate le nuove linee guida per il trattamento e la gestione del colesterolo. E poiché ci possono essere domande non solo sui cambiamenti nell’aggiornamento, ma sul colesterolo stesso, l’America Heart Association (AHA) ha deciso di fare chiarezza e informare su tre cose fondamentali al riguardo.

Il colesterolo cattivo

A differenza di quanto a volte ci vuole far credere la pubblicità dei prodotti anticolesterolo, un valore di per sé può non significare nulla. Questo perché il cosiddetto colesterolo ‘cattivo’, allo stesso livello di concentrazione nel sangue, può essere ritenuto elevato per una persona e no per un’altra. Questo perché bisogna valutare caso per caso. L’unica cosa che, in questo caso, è più giusta da fare non è seguire i consigli delle pubblicità, ma rivolgersi a un operatore sanitario competente, preparato e serio. Specie quando si tratta di problemi che possono mettere a rischio la vita o rendere invalidi per sempre.

Le basi necessarie per comprendere, trattare e gestire il colesterolo
Ecco dunque dall’AHA le tre cose fondamentali da sapere sul colesterolo.

Cos’è il colesterolo

«Prima di tutto, è importante per le persone capire che il colesterolo non è di per sé una brutta cosa – spiega il dott. Robert Eckel, former president dell’American Heart Association – Il colesterolo è una parte importante del corpo che ogni cellula ha sulla sua superficie, ma nel nostro flusso sanguigno non ne vogliamo troppo e il veicolo che lo trasporta può essere importante». Il colesterolo è una sostanza cerosa che il corpo usa per costruire le cellule. Il fegato produce tutto il colesterolo di cui il corpo ha bisogno. Tuttavia, il colesterolo alimentare derivante dal cibo e alcune bevande come il latte, fa sì che il fegato invii ancora più colesterolo nel sangue.
Il colesterolo viene trasportato nel sangue sotto forma di lipoproteine ​​ad alta densità (HDL), il tipo cosiddetto ‘buono’, e sotto forma di lipoproteine ​​a bassa densità (LDL), il tipo cosiddetto ‘cattivo’. Ed è qui che il trattamento è importante, sottolinea l’AHA. Il tipo di colesterolo cattivo può accumularsi nelle pareti delle arterie, causando alla fine rigidità e restringimento. Questa condizione è detta aterosclerosi, e può essere la base di un infarto o ictus.
Un colesterolo ‘buono’ aiuta a rimuovere quello ‘cattivo’, anche se questo non è facile da attuare. L’HDL può solo aiutare in questa lotta, non vincerla. «L’HDL non è qualcosa che cerchiamo di alterare con i farmaci – sottolinea Eckel – è importante nel prevedere il rischio, ma le modifiche è meglio farle attraverso i cambiamenti dello stile di vita». Il dottor Eckel faceva parte del team che ha creato linee guida per il colesterolo dell’American Heart Association, American College of Cardiology altre organizzazioni sanitarie nel 2013. Queste linee guida sono state aggiornate la scorsa settimana.
La cifra totale di colesterolo è basata su HDL, LDL e un terzo fattore: i trigliceridi. Questi ultimi, non solo circolano nel sangue, ma sono il tipo più comune di grasso nel corpo. Un alto livello di trigliceridi combinato con LDL elevato o colesterolo HDL basso è legato a quegli accumuli di grasso all’interno delle pareti delle arterie che aumentano il rischio di infarto e ictus.

Il significato dei valori del colesterolo

I valori del colesterolo – spiega la nota dell’AHA – significano cose diverse a seconda della situazione di ogni persona. «Ci sono molti fattori che entrano nella determinazione del livello migliore per ogni individuo: per esempio, qualcuno tra i 40 e i 50 anni il colesterolo LDL può essere leggermente elevato, ma la persona potrebbe non avere altri fattori di rischio», ha precisato Eckel.
Il dott. Scott M. Grundy, presidente del comitato di scrittura per le nuove linee guida sul colesterolo, fa notare che quando i medici stanno elaborando un piano d’azione con i loro pazienti, dovrebbero considerare i fattori di «aumento del rischio» di una persona come storia familiare, malattia renale o altri scenari personali. «Questi [fattori di rischio] sono importanti – spiega Grundy, professore di medicina interna presso l’Università del Texas Southwestern Medical Center e Veterans Affairs Medical Center di Dallas – I pazienti dovrebbero esserne consapevoli e lavorare con il loro medico per determinare come approcciarli».

Cure per il colesterolo alto

Il trattamento oggi si presenta in due forme: cambiamenti dello stile di vita e farmaci. «Vogliamo sempre che le persone inizino ad apportare dei cambiamenti nello stile di vita – ha dichiarato il dottor Eckel – Questo significa seguire una dieta a basso contenuto di grassi saturi e grassi trans, arricchita con frutta e verdura, cereali integrali, legumi, carne magra, pesce e noci. Un altro cambiamento di stile di vita è l’essere fisicamente più attivi». Un approccio per perdere l’eventuale peso in eccesso e mantenere un peso sano è il benvenuto. Un peso corporeo sano aiuta a ridurre i livelli di LDL e aiuta le persone con livelli normali di colesterolo a farli rimanere tali. A volte, la dieta e l’esercizio fisico sono sufficienti per portare i valori nel range di sicurezza. A volte, invece, non lo sono. Per coloro che non rientrano in questi casi, i cardiologi in genere prescrivono dei farmaci come per esempio le statine. «Questa è un’opzione molto comprovata, basata sull’evidenza – ha detto Eckel – Molti studi clinici sostengono fortemente l’assunzione di statine. La cosa bella dei piani per la riduzione del colesterolo è che puoi vedere i cambiamenti abbastanza rapidamente», conclude Eckel, sottolineando che i livelli di colesterolo possono migliorare entro poche settimane se si apportano dei cambiamenti nello stile di vita e con l’eventuale aiuto dei farmaci.

Riferimento: American Heart Association.

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