20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Pericolo nicotina

Sigarette elettroniche o cerotti alla nicotina: aumentano il rischio di morte in culla

Un team di scienziati inglesi ha trovato un’associazione tra l’esposizione alla nicotina e il rischio di morte in culla

Nuovi pericoli derivanti dall’uso di sigarette elettroniche o cerotti alla nicotina. Questa volta, ad avere la peggio però, non sarebbero gli stessi utilizzatori, bensì chi gli sta vicino come neonati o bambini. Il maggior rischio sembra verificarsi quando una donna utilizza tali dispositivi durante la gravidanza. In questo momento di maggiore vulnerabilità, il feto potrebbe assistere a gravi danni che poi si verificherebbero durante i primi mesi di vita. Ecco di cosa si tratta.

Pericolo morte in culla
E’ il terrore della maggior parte dei genitori: svegliarsi la mattina e vedere il corpicino del proprio neonato inerme e privo di vita. Tra i vari fattori di rischio, ne esisterebbe – secondo gli scienziati – uno decisamente più nuovo e moderno di quelli rilevati fino a ora: l’utilizzo di sigarette elettroniche o cerotti alla nicotina. Essi, infatti, provocherebbero un effetto collaterale decisamente pericoloso: l’asfissia.

Influenza del sistema nervoso
Purtroppo l’esposizione alla nicotina – derivante da qualsiasi fonte – può mettere a repentaglio la salute di un feto o di un neonato. Essa, infatti, influenza negativamente il sistema nervoso centrale e le relative risposte cardiorespiratorie. Il risultato? Il rischio di incappare in una pericolosa asfissia che porterebbe alla morta in culla.

Una tragedia
«La sindrome della morte infantile improvvisa è una tragedia così dolorosa per le famiglie. Continuiamo a non comprendere appieno le cause, ma questa ricerca è importante perché aiuta le madri a ridurre il rischio», spiega Stella Lee, ricercatrice della Geisel School of Medicine di Dartmouth.

Autoresuscitazione
Secondo gli scienziati, la nicotina bloccherebbe quello strano fenomeno conosciuto con il nome di atuoresuscitation o sindrome di Lazzaro. Si tratta, in sintesi, di un fenomeno spontaneo del ritorno della circolazione dopo tentativi falliti di rianimazione. Ciò significa che se un bambino venisse privato (per diverse cause) di ossigeno dovrebbe essere in grado di riprendersi. Tuttavia, con la nicotina questo fenomeno pare essere difficilmente messo in atto dal nostro organismo.

Lo studio
Per motivi facilmente comprensibili, lo studio non è stato condotto sull’essere umano ma sui ratti. Quando questi ultimi venivano esposti alla nicotina attraverso il sangue materno la risposta di ossigeno, dopo la nascita, era molto scarsa predisponendo, di fatto, a una morta in culla. «Continueremo a identificare i possibili fattori predittivi del rischio e prendere in considerazione come possiamo trattare i bambini che hanno un meccanismo di autoresuscitazione compromesso», conclude il dottor Aihua Li, coordinatore dello studio.