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Benessere

Lo sapevi? Il cervello si gonfia quando bevi (troppa) acqua

Un altro studio che conferma i rischi del bere troppa acqua per dimagrire o disintossicarsi. Il rischio è serio e può portare alla morte

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acqua Pressmaster Shutterstock

Sono in molti a credere che bere tanta acqua faccia bene alla salute. E, in parte, questa affermazione non è sbagliata. Ma bisogna prendere in considerazione caso per caso. Inoltre, bisogna porre attenzione a non eccedere perché si può anche incappare in gravi problematiche di salute. Non a caso di recente una donna britannica è morta dopo aver ingerito molta acqua. Jacqueline Henson, questo il nome della vittima, era convinta che l’acqua l’aiutasse a dimagrire. Ed è così che in poche ore ha bevuto ben quattro litri di acqua, morendo a causa di un edema cerebrale. Situazioni di questo genere sono meno rare di quanto possiamo immaginare. Il nostro cervello, infatti, se beviamo troppa acqua tende a gonfiarsi.

Attenzione a quanta acqua bevi

Con l’arrivo della calda stagione molti di noi aumenteranno l’apporto di acqua. E tutto questo, di per sé, non è affatto sbagliato. Ma come sempre ci vuole un limite a tutto. Gli esperti ritengono che la dose ideale di acqua, per rimanere ben idratati, è di 8 bicchieri diluiti in 24 ore. Livelli ancor più alti possono invece creare danni non indifferenti come il gonfiore cerebrale. Tutto ciò è emerso recentemente da uno studio pubblicato su Cell Reports.

Se bevi troppa acqua rischi l’iperidratazione

Stiamo tutti attenti a non disidratarci perché questa condizione mette a rischio la nostra salute. Ma anche il problema contrario – ovvero l’iperidratazione – potrebbe causarci seri danni e farci persino morire. Il problema sarebbe dovuto a livelli troppo bassi di sodio. Tale condizione è nota con il nome di iponatremia o iposodiemia che può causare un edema cerebrale. Si tratta di un disturbo elettrolitico in cui la concentrazione del sodio nel plasma è eccessivamente ridotta. «L’Iponatremia si verifica anche in condizioni patologiche comuni, tra cui lesioni cerebrali, sepsi, insufficienza cardiaca e uso di droghe come l’MDMA (ecstasy)», ha dichiarato Charles Bourque della McGill University in Canada.

Come si sviluppa l’iponatriemia?

Vi erano molti dubbi circa l’origine dell’iponatriemia, ma questo ultimo studio sembra aver fatto luce sulla questione. Dai risultati ottenuti, infatti, sembra che alla base ci sia il meccanismo di percezione dell’idratazione che risiede a livello cerebrale. In pratica, i neuroni che rilevano il livello di idratazione del cervello non sono anche in grado di determinare quando questa è eccessiva. Sembra i neuroni siano più facilmente abili nel lanciare un allarme in caso di disidratazione che non il contrario.

I canali del calcio e l’assunzione di acqua

Gli studiosi sono riusciti a scoprire che l’iperidratazione attiva Trpv4, ovvero un canale di calcio che può essere trovato nelle cellule gliali. Queste agiscono circondando i neuroni di rilevamento dell’idratazione. «Il nostro studio mostra che sono, infatti, le cellule gliali che per prima cosa rilevano lo stato di eccesso di idratazione e poi trasferiscono queste informazioni per disattivare l’attività elettrica dei neuroni. I nostri dati specifici saranno importanti per le persone che studiano l’omeostasi e per i medici che trattano i pazienti affetti da iponatriemia», ha dichiarato Bourque.

La Taurina e l’iperidratazione

Infine, lo studio è riuscito a dimostrare che l’iperidratazione viene prima segnalata dal canale Trpv4 che attiva il rilascio dell’amminoacido taurina, il quale ha il compito di inibire i neuroni di rilevamento dell’idratazione. «Verranno utilizzati modelli preclinici di iponatremia per esaminare se il meccanismo che riportiamo sia influenzato da questa condizione. L’obiettivo a lungo termine è quello di progettare nuovi trattamenti o strumenti diagnostici», conclude Bourque. Quindi, anche se su molte pagine web troviamo consigli per dimagrire, ridurre la cellulite e disintossicarci bevendo ingenti quantità di acqua, ricordiamoci di non superare la soglia degli otto bicchieri al giorno – salvo diversa prescrizione medica – per evitare di incappare in gravi conseguenze.

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