19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Cancro

Guarito dal cancro? Non è detto. Le cellule cancerose «dormono» ogni tanto

Una ricerca effettuata in Gran Bretagna ha dimostrato che il cancro ogni tanto si prende delle pause. E mentre le cellule «dormono», noi non le vediamo

Le cellule cancerose dormono di tanto in tanto
Le cellule cancerose dormono di tanto in tanto Foto: Jovan vitanovski | Shutterstock Shutterstock

Una recente scoperta scientifica potrebbe ribaltare completamente la concezione che abbiamo del cancro. Non solo su internet, ma anche nei testi scientifici si evince come le cellule cancerose abbiano la peculiarità di crescere rapidamente e in maniera totalmente incontrollata. Tuttavia, sembra che le cose non stiano esattamente così. In realtà, a un’attenta osservazione si può notare che essere crescono solo in determinati momenti per poi smettere in altri e riprendere la loro attività con il passare del tempo. Questa scoperta – pubblicata su The Conversation - potrebbe aiutarci a comprendere qualcosa in più circa la guarigione dal cancro.

A volte dormono
Osservando un grafico che mostra la replicazione delle cellule cancerose della prostata si nota come vi siano periodi in cui esse crescono in maniera rapida e incontrollata e altri in cui rimangono silenti. Questo accadrà per diverso tempo fino a quando non arriveranno al punto di provocare sintomi più o meno evidenti nell’ospite.

La terapia
Nel momento in cui una persona comincia ad accusare sintomi, con molta probabilità si recherà dal proprio medico curante e inizierà a sperimentare alcune terapie, tra queste anche la chirurgia. Molti pazienti, tuttavia, sanno bene che con molta probabilità il cancro prima o poi tornerà a fare la sua comparsa. In questo caso terapie ormonali o chemioterapie potrebbero aiutare la persona stare meglio, ma non è detto che il cancro sia andato via per sempre. In molti le cellule cancerose torneranno più vive e forti che mai dopo un periodo in cui sono rimaste addormentate.

Un lungo sonno
Il problema principale è che le cellule cancerose possono dormire anche per diversi anni, momenti in cui non solo il paziente non sviluppa sintomi ma non è rilevabile utilizzando i mezzi diagnostici tradizionali. Già da tempo si ipotizzava che il cancro avesse dei periodi d standby ma oggi i ricercatori hanno scoperto elementi chiave che potrebbero modificare completamente il modo di vedere la terapia e la malattia.

Perché dormono?
Anche le cellule cancerose – esattamente come accade a noi – hanno bisogno di dormire in alcuni momenti. Ciò serve loro per avvantaggiarsi e colpire al meglio l’organismo umano. Esse, infatti, devono essere così brave da affrontare diverse sfide: la prima è quella di ingannare il sistema immunitario, la seconda è quella di imparare a sopravvivere alle terapie conosciute e la terza è quella di riuscire, al risveglio, a produrre metastasi. Affinché tutte queste cose vengano messe in atto nel migliore dei modi il cancro ha bisogno di un periodo in cui dorme. Questo consente loro di rimodellare il loro DNA e ripartire più agguerriti che mai.

Nessuna speranza?
Verrebbe da pensare che non c’è alcuna speranza per noi, di sopravvivere alle cellule cancerose. Tuttavia, seppur ne abbiamo poche, qualcuna esiste: rilevare lo stato di dormienza per eludere le nuove strategie di attacco. Se questo è una possibile soluzione, dall’altra parte c’è un ulteriore problema: al momento non è così semplice rilevare il momento in cui le cellule sono nello stato dormiente per poterle attaccare. Questo perché le cellule che si trovano in tale stadio si trovano in un momento di metabolismo rallentato, un po’ come accade negli animali in letargo. Ciò significa che neppure la PET potrebbe essere in grado di rilevarle.

Un possibile trattamento
Una ricerca condotta dalla The Open University in collaborazione con la canadese BC Cancer Agency ha voluto esaminare l’RNA delle cellule cancerose dormienti. Questi sembrano essere rilevabili grazie a semplici campioni di sangue e urine. Così facendo si potrebbero attaccare le cellule cancerose durante questo stadio allo scopo di renderle più vulnerabili. Ma c’è un altro problema: la chemioterapia potrebbe non essere in grado di ucciderle quando hanno il metabolismo rallentato. Tuttavia alcuni studi sembrano aver dimostrato che alcuni anti-infiammatori non steroidei potrebbero bloccare le cellule dormienti in grado di generare metastasi. Gli studi sono ancora in corso, la strada è lunga, ma le speranze sono tante. Forse un giorno riusciremo a curare davvero un tumore senza avere il rischio che faccia nuovamente la sua comparsa e, cosa ancor più importante, ad avere trattamenti che non danneggino anche le cellule umane.