18 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Errori medici?

Medici si dimenticano di avvisare la paziente che aveva un tumore. Muore sei mesi dopo

Al San Giovanni Bosco di Torino alcuni medici si dimenticano di dire alla paziente che aveva un tumore e lei muore poco dopo. Si tratta di un errore medico?

Angela muore perché i medici si dimenticano di dirle che aveva un tumore
Angela muore perché i medici si dimenticano di dirle che aveva un tumore Foto: Create Jobs | Shutterstock Shutterstock

TORINO - E’ difficile descrivere tuttala rabbia e la frustrazione delle persone che rimangono da sole quando le persone che amano di più muoiono a causa di sospetti errori medici. Nessuno potrà mai ridare la vita a una persona scomparsa ma è certo che almeno un risarcimento, una richiesta di scuse e un po’ di umanità spetterebbe a tutti i familiari. Gente a cui è rimasto solo il dolore e una sensazione di ingiustizia che rimarrà nel loro cuore fino all’ultimo dei loro giorni. È il caso di una donna completamente ignara della presenza di cancro e relative metastasi, a causa di una dimenticanza da parte del personale sanitario. Ecco i dettagli della vicenda.

Morta per un errore medico
E’ vero che nessuno di noi avrà mai la prova contraria. Nessuno sa se una persona sarebbe morta anche sottoponendosi a determinate cure. Ciò di cui tutti sono certi, però, è che almeno un tentativo avrebbe potuto farlo. E invece no, perché alcuni medici dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino – il nosocomio in cui era in cura – si sono dimenticate di dirle che aveva un cancro in stadio avanzato. Inutile dire che quando la donna e la famiglia sono venuti a saperlo ormai era troppo tardi.

Se c’è qualche problema…
«Se c’è qualche problema la contatteremo, altrimenti potrà stare tranquilla», quante volte ci siamo sentiti dire questa frase dopo aver eseguito un esame istologico? Ed è proprio quello che è accaduto alla povera Angela, dopo essere stata operata a causa di calcoli alla cistifellea ed essersi sottoposta ad accertamenti istologici. Purtroppo, il risultato ottenuto dal laboratorio, era tutt’altro che positivo: adenocarcinoma infiltrante della colecisti. Peccato che la paziente non sia mai venuta a conoscenza dell’esito.

I medici sotto accusa
Ad essere coinvolti nella vicenda sono stati due medici del San Giovanni Bosco: Paolo Voghera e Renzo Leli, i quali dovranno affrontare un processo per non aver comunicato alla signora Angela (60 anni) che aveva un tumore maligno. Il decesso è avvenuto nell’anno 2015 ma la prima udienza è stata fissata tra un anno, per la precisione il 29 maggio del 2019.

Battaglia giudiziaria
Come sempre accade in questi casi per avere un po’ di giustizia bisogna essere pronti a combattere – e non poco. Infatti non si è ancora riusciti a stabilire quali persone avrebbero potuto essere le vere responsabili dell’accaduto. Voghera, infatti, risulta abbia dimesso la paziente senza informarla dell’esito dell’istologico. D’altro canto Leli, in qualità di responsabile del reparto, non ha stabilito regole chiare circa la comunicazione su questo genere di referti.

Archiviazione?
Inizialmente la procura aveva richiesto un’archiviazione a causa del fatto che l’avvocato di Voghera, Gino Obert, aveva riferito al pm che la paziente non era stata dimessa da lui, nonostante sul foglio fosse stato riportato il suo nome. «Non è stato Voghera a dimettere la paziente nonostante sia apposta una sua firma sul verbale. Inoltre l’avvocato Gian Maria Nicastro, era riuscito a dimostrare che non è compito degli ospedali comunicare l’esito dell’esame. «Non c’è nessun ospedale che ti avvisa dell’esito di un istologico e sul punto non ci sono linee guida del ministero della Salute. Al San Giovanni Bosco esiste un doppio controllo, oltre a quello del paziente anche quello dei medici. In questo caso è successo che l’istologico non è stato inserito dentro la cartella, per questo il primario non l’ha visto», spiega Nicastro. D’altro canto anche il Ministero della Salute sembra non aver fornito sufficienti regole in merito. In difesa della famiglia di Angela c’è, per fortuna, il sostituto procuratore generale Giorgio Vitari il quale ritiene che ci siano tutti i crismi per accusare i medici coinvolti di omicidio colposo. Quindi solo il tempo ci dirà se la povera famiglia potrà, in qualche modo, ottenere giustizia. Certo è che non sarà facile, per il giudice, stabilire se ci sono responsabilità da parte del personale sanitario.