19 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Cancro

Ricercatori scoprono i primi passi dei tumori: iniziano tutti nello stesso modo

Scienziati americano scoprono il punto di partenza di un tumore e pensano a nuove strategie terapeutiche

I primi passi del cancro
I primi passi del cancro Foto: Shutterstock

Per la prima volta al mondo, alcuni scienziati riescono a identificare i primi passi dei tumori, evidenziando il modo in cui fanno la loro comparsa. Ma ciò che ha sorpreso di più gli studiosi è il fatto che tutti sembrano iniziare allo stesso modo. Per tale motivo si potrebbe dare vita a un trattamento farmacologico in grado di bloccare i meccanismi che sono all’origine della loro formazione. Ecco i risultati pubblicati sull'Embo Journal.

Un passo indietro
Una ricerca condotta dalla Washington University School of Medicine di St. Louis, ha mostrato come le cellule mature che si trovano nello stomaco, a volte fanno un passo indietro e tornano a comportarsi esattamente come facevano quando erano allo stadio staminale. Il risultato è che cominciano a dividersi in maniera ultra rapida. Il fatto che le cellule tornino a uno stadio precedente sembra essere dovuto dal fatto che vi è una lesione o un danneggiamento nell’organo, per cui si instaura questo particolare meccanismo – forse allo scopo di riparare i tessuti. Ma è proprio questo step che potrebbe determinare l’insorgenza del cancro.

Tutti uguali?
Ora gli scienziati hanno scoperto un fatto alquanto sorprendete: questo meccanismo avviene nella stessa identica maniera in tutti gli organi. «E’ un risultato importante perché conferma l’esistenza del fenomeno biologico della riprogrammazione autonoma delle cellule mature, che era stato scoperto solo di recente. Inoltre dimostra che questo fenomeno è universale, nel senso che esiste in organi diversi», spiega ad Ansa il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell’università di Roma Tor Vergata.

Perché rappresentano un pericolo?
Qualora le cellule più vecchie iniziano ad adottare comportamenti simili a quelli delle cellule staminali, potrebbero mettere a serio rischio la salute di un individuo. In questo modo, infatti, si possono mettere in atto mutazioni cancerogene che si sono accumulate nel corso del tempo. L’unica buona notizia è che se le cellule mature di stomaco, pancreas, fegato e rene attivano gli stessi geni, si potrebbero mettere in atto le stesse strategie per trattare o prevenire il cancro in una grande varietà di organi.

Una vecchia idea
«Quando abbiamo iniziato la guerra al cancro negli anni '70, gli scienziati pensavano che tutti i tumori erano simili. Si è scoperto che i tumori sono molto diversi da un organo all'altro e da persona a persona, ma se, come suggerisce questo studio, il modo in cui le cellule diventano nuovamente proliferative è simile in molti diversi organi, possiamo immaginare terapie che interferiscono con l'inizio del cancro in un modo più globale, indipendentemente da dove quel cancro possa apparire nel corpo», ha dichiarato il ricercatore senior Jason C. Mills, professore di medicina nella divisione di Gastroenterologia.

Il segreto della longevità
E’ evidente che il nostro organismo - a differenza di noi – conosce il segreto della longevità. Infatti, a un’osservazione attenta di oltre 800 formazioni tumorali, gli scienziati hanno scoperto che se un tessuto è danneggiato da infezioni o traumi, le cellule mature tornano a essere giovani. In pratica regrediscono a uno stadio non molto diverso da quello delle cellule staminali replicandosi in maniera velocissima. Ma non solo: le nuove cellule attivano geni ben precisi per abbattere le cellule mature e comportarsi esattamente come loro. «La natura ha fornito un modo per le cellule mature per ripartire di nuovo, e quel processo è lo stesso in tutti i tessuti che abbiamo studiato», spiegano i ricercatori.

Degrado cellulare
«In primo luogo, abbiamo visto un aumento massiccio dell'attività dei geni associati al degrado cellulare. Quindi il percorso di crescita della cellula percepisce tale degradazione e rilascia sostanze nutritive che attivano i percorsi di crescita cellulare e permettono alle cellule mature che abbiamo studiato di proliferare», spiega Spencer G. Willet, ricercatore associato nel laboratorio di Mills. Nonostante il fenomeno – conosciuto con il nome di paligenosi – sia molto simile all’apoptosi, evidenzia alcune differenze. Ma entrambe si verificano nello stesso modo indipendentemente dalla posizione in cui si trovano.

Sostituzione dei pezzi
«Se dovessi confrontare questa riprogrammazione di cellule per abbattere un edificio e mettere qualcosa di nuovo al suo posto, il modo corretto per farlo sarebbe rimuovere e quindi sostituire ogni mattone, uno alla volta. Quello che stiamo vedendo è che la natura è più intelligente a eseguire il programma di costruzione in senso inverso: quando una vecchia cellula inizia a dividersi di nuovo, viene eseguito un programma per chiarire le cose e quindi ricostruire, e lo stesso programma funziona in tutti i tessuti che abbiamo analizzato», conclude Mills.