Sofia Zago, morta per malaria a Trento. Un possibile indagato per omicidio colposo
Massimo riserbo sul nome del possibile indagato per omicidio colposo. Le indagini sulla morta di Sofia Zago continuano
La storia di Sofia Zago la ricorderanno certamente tutti: la piccola è deceduta lo scorso settembre dopo una settimana di ricovero presso il reparto pediatria dell’Ospedale Santa Chiara. Una volta che i medici hanno accertato si trattasse di malaria, i dubbi hanno cominciato a farsi via via sempre più nitidi. La piccola, infatti, era in perfetta salute prima di recarsi presso il nosocomio o, per essere più precisi, era semplicemente affetta da una crisi diabetica. Ma nulla che facesse sospettare a una patologia in corso. Da tempo proseguono le indagini e ora sembra esserci un piccolo spiraglio di luce sulla questione.
Indagato per omicidio colposo
Al momento pare essere saltato fuori un indagato per omicidio colposo che potrebbe essere il vero responsabile della morta della piccola Sofia Zago. Ora viene tenuto il massimo riserbo per quanto riguarda la sua identità, ma conferma che dietro alla triste vicenda ci sia un errore umano.
Un’importanza fase dell’inchiesta
«Abbiamo ritenuto che il quadro probatorio fosse sufficiente per focalizzare le indagini in modo da rendere contro noti il fascicolo che era stato aperto contro ignoti. E' un passo che intende focalizzare la vicenda storica, per continuare a lavorare. Siamo in una fase dell'inchiesta che coinvolge enormi profili scientifici, oltre che umani, ha spiegato il procuratore capo Marco Gallina.
I dettagli della vicenda
Le circostanze per cui la piccola Sofia si è ammalata di malaria e poi è deceduta non sono state chiare fin dall’inizio. Secondo le dichiarazioni della famiglia, infatti, la bambina non aveva compiuto viaggi all’estero, o in zone in cui sarebbe stato possibile essere contagiata dalla zanzara che trasmette la malattia. «Siamo solo stati in vacanza a Bibione», aveva spiegato la mamma. Tuttavia, è importante sottolineare che quando la bambina si è recata in ospedale per una crisi glicemica, si trovavano ricoverati anche due bambini affetti da malaria. E siccome la malattia può essere trasmessa da un individuo all’altro solo attraverso del sangue infetto, va da sé che i dubbi hanno cominciato a instillarsi immediatamente nella testa di molte persone coinvolte.
L’intervento della Lorenzin
Nei giorni in cui la bimba era ricoverata, pare che fossero «presenti, in un’altra stanza, due bambini con la malaria, che sono poi guariti. Abbiamo mandato immediatamente degli esperti – spiegò Lorenzin nel mese di settembre – sia per quanto riguarda la malattia sia per la trasmissione da parte delle zanzare. Dobbiamo accertare se c’è stato un contagio di sangue o se invece la malaria può essere stata contratta in altro modo». Da allora le indagini non sono mai terminate, ma – come abbiamo potuto notare – sembra che finalmente sia stata fatta un po’ di luce sulla questione.
Malaria cerebrale
La piccola Sofia era stata colpita da malaria cerebrale, ovvero dalla forma più grave della malattia provocata dal Plamodium Falciparum. Quindi il caso di Sofia sarebbe stato il primo dopo trent’anni di silenzio, secondo quanto dichiarato all'Ansa dal dottor Giampiero Carosi, infettivologo dell'università di Brescia. Ma, a giudicare dagli sviluppi del momento, non si tratta affatto di una trasmissione naturale.
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