19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Transgender

Ecco il primo transgender al mondo che riesce ad allattare il proprio figlio

Una transgender è riuscita ad allattare il proprio figlio a seguito di una terapia femminilizzante. I dettagli della vicenda

La prima transgender che ha allattato il proprio figlio
La prima transgender che ha allattato il proprio figlio Foto: Shutterstock

E’ una vicenda che ha dell’incredibile, ma è terminata nel migliore dei modi. Per la prima volta al mondo un trans è stato in grado di allattare il figlio avuto con la sua compagna. Inutile dire che per quando sia una splendida notizia, ha sollevato non poche polemiche in termini di eticità. La trasngender, dell’età di 30 anni, rappresenta il primo caso di lattazione indotta. Evento che presto sarà documentato nella letteratura accademica specifica. La notizia è stata resa nota dalla rivista Transgender Health.

Lattazione modesta ma funzionale
Secondo i medici che hanno visitato la transgender, la lattazione che sono riusciti a mettere in atto è modesta ma estremamente funzionale. Il caso è stato recentemente riferito da Tamar Reisman, un dottore che lavora presso l’ospedale Mount Sinai di New York. «La medicina transgender sta diventando parte della medicina tradizionale. Stiamo ottenendo più dati basati sulle prove, stiamo ricevendo cure più standardizzate, stiamo ottenendo più opzioni riproduttive», spiega Reisman.

Tutto iniziò al quinto mese di gravidanza
La vicenda inizia alcuni mesi fa quando la transgender era incinta al quinto mese e si era recata presso il Center for Transgender Medicine and Surgery del Mount Sinai Hospital di New York perché il partner non voleva prendersi la responsabilità di allattare il figlio avuto dalla sua compagna. Reisman ha riferito che la donna veniva curata per l'insonnia e l'ansia, ma per il resto sembrava essere una «donna piacevole, ben nutrita, ben sviluppata».

Al via la terapia ormonale
La transgender ha potuto beneficiare di una terapia ormonale specifica – definita femminilizzante – che ha reso possibile l’allattamento del figlio avuto dalla sua compagna. La cura era inizia sei anni prima ma ancora non aveva assistito a un’evidente crescita del seno. Per tale motivo si è rivolta ai medici. Reisman ha quindi utilizzato un metodo già noto da tempo per indurre la lattazione nelle donne cisgender.

Progesterone ed estradiolo
Il medico, per ovviare al problema, prescrive per la paziente un regime graduale di progesterone ed estradiolo che permettessero di produrre il latte materno. In più gli ha somministrato del domperidone, un farmaco abitualmente prescritto come antinausea che come effetto collaterale aumenta anche la produzione di latte. Tale medicinale, tuttavia, è arrivato direttamente dal Canada perché non è approvato negli Stati Uniti a causa di gravi eventi avversi provocati in seguito all’utilizzo. Tra questi aritmie, arresto cardiaco e morte improvvisa.

Incongruenze
«La storia medica mostrava una significativa incongruenza di genere, per la quale la paziente ha iniziato nel 2011 una terapia con ormoni femminilizzanti che stava seguendo anche al momento della prima visita». Il protocollo ormonale che è stato applicato dai medici è conosciuto con il nome di lattazione indotta non puerperale e viene utilizzato anche per le donne allo scopo di stimolare la produzione di latte. Questo, insieme alla stimolazione di un semplice tiralatte, ha permesso alla paziente – dopo tre mesi – di avere un quantitativo di latte sufficiente a nutrire il bambino per almeno sei mesi. «Durante questo periodo la crescita del bambino è stata regolare».

Il metodo migliore
«Sul web ci sono stati casi auto-riferiti di donne transgender che cercavano rimedi fai-da-te per indurre l'allattamento al seno, ma questo è il primo caso di allattamento funzionale indotto rilevabile nella letteratura accademica», ha concluso Reisman.