28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Artrite reumatoide

Artrite reumatoide, in Italia il farmaco che combatte la malattia e riduce l'infiammazione

Baricitinib, arriva il farmaco contro l'artrite reumatoide: agisce contro l'infiammazione e le forme moderate e gravi

Artrite reumatoide, arriva il baricitinib
Artrite reumatoide, arriva il baricitinib Foto: Shutterstock

ROMA – Ci sono buone notizie per i molti malati di artrite reumatoide. Finalmente arriva anche in Italia il baricitinib, un farmaco che blocca l'infiammazione e il danno articolare sia nelle forme moderate che in quelle gravi. Il baricitinib  è stato già approvato dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), e a breve sarà rimborsato dal SSN anche in Italia.

Come agisce contro l'infiammazione
Il baricitinib è un innovativo farmaco che agisce direttamente sugli enzimi JAK1 e JAK2. Qui è in grado di modulare l’effetto delle citochine JAK-dipendenti. Queste è noto essere implicate nella patogenesi di diverse patologie infiammatorie e autoimmuni – come l'artrite reumatoide – e questo loro ruolo fa ritenere che gli inibitori dei JAK possano essere utili nel trattamento di un’ampia gamma di condizioni infiammatorie. È proprio un'alterata regolazione dell’attività di specifici enzimi JAK che si ritiene possa accendere un processo infiammatorio e un’attivazione anomala del sistema immunitario.

Il farmaco contro l'artrite reumatoide
L'artrite reumatoide, essendo considerata una malattia autoimmune, ben si presta dunque all'azione di un farmaco come il baricitinib. La 'small molecule' che lo compone si è infatti dimostrata più volte e in numerosi studi efficace e sicura, in particolare nell'inibizione della progressione del danno articolare e nel miglioramento di PROs (Patient Reported Outcomes), come per esempio il dolore. La possibilità poi di somministrare il rimedio per via orale rende più semplici e gestibili le terapie.  «Poter disporre di un farmaco efficace sin dalle prime settimane di trattamento rappresenta un grande vantaggio – spiega il professor Fabrizio Conti, docente di Reumatologia all’Università La Sapienza di Roma – in quanto permette di controllare rapidamente le manifestazioni cliniche dell’artrite reumatoide. Baricitinib esercita la sua azione con un meccanismo innovativo: inibisce infatti gli enzimi Janus chinasi 1 e 2, molecole intracellulari che modulano i segnali delle citochine infiammatorie responsabili dello sviluppo e della progressione della malattia. A differenza dei farmaci biologici in uso da circa vent’anni diretti verso un singolo bersaglio extracellulare, i nuovi farmaci, come baracitinib, attraversano la parete cellulare e possono bloccare contemporaneamente l’effetto di diverse proteine [citochine] pro-infiammatorie».

Un importante progresso per i pazienti
L'arrivo di un farmaco come il baracitinib si configura come una rivoluzione nei trattamenti dell'artrite reumatoide e l'infiammazione. «Si tratta di un importante progresso per i pazienti –sottolinea Roberto Caporali, professore associato di reumatologia presso l’Università di Pavia e Responsabile dell’Early Arthritis Clinic della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia – perché tra il 40 e il 50% dei pazienti non ottiene miglioramenti dal trattamento di prima linea che solitamente si basa sull’uso del metotrexate. L’efficacia della terapia con metotrexate viene valutata a 3 mesi e poi a 6, per valutare il raggiungimento di uno stato di controllo dei sintomi e, possibilmente, di remissione della patologia. Se il paziente non risponde e non ne trae beneficio, è necessario passare a terapie di seconda linea. Baricitinib –prosegue l'esperto – può essere un’opzione terapeutica in questa tipologia di pazienti. Infatti, l’assunzione quotidiana di una compressa da 4 mg ha determinato un miglior controllo della malattia, in particolare del dolore, già dalle prime settimane per poi confermarsi dopo 24 e 52 settimane di trattamento (risultato misurato con la scala VAS)».

Anche per chi non risponde alle cure
La nuova molecola di cui è composto il baracitinib è utile soprattutto per i pazienti che non rispondono alle terapie tradizionali o non ottengono miglioramenti significativi. È indicata anche per coloro che risultano intolleranti a uno o più farmaci biologici anti-reumatici DMARD (per esempio il metotrexate), sia quando utilizzati in monoterapia che in combinazione tra di loro.
Secondo recenti stime, allo stato attuale solo il 30-50% dei pazienti raggiunge la remissione clinica, mentre ancora un significativo numero di essi non ottiene risultati soddisfacenti ed è destinato a veder peggiorare progressivamente la propria condizione, spesso fino alla disabilità. Al contrario, il baricitinib ha mostrato di migliorare in maniera significativa segni e sintomi della malattia. Inoltre si è mostrato efficace già dalla prima settimana sul dolore spesso invalidante. Non dimentichiamo altresì che se la malattia è diagnosticata in tempo e adeguatamente trattata, anche le forme moderate e gravi possono essere efficacemente controllate.

Un importante traguardo
Il baracitinib si presenta un importante traguardo nella terapia antinfiammatoria. Non a caso la medicina lo ritiene avere grandi potenzialità, grazie anche al fatto di poterlo somministrare per via orale (una sola volta al giorno) anziché per iniezione, come avviene con altri farmaci di questo genere. «La vita di un malato reumatico tra visite di controllo, gestione della terapia o delle terapie non è certo facile – ha commentato Silvia Tonolo, Presidente di ANMAR (Ass. Naz. Malati Reumatici) – l'arrivo di farmaci che si possono somministrare per via orale agevolerà la sua vita con un risparmio in ore di lavoro, spostamenti e richieste di supporto a familiari e/o caregiver. Consideriamo, poi, che i malati reumatici soffrono di ansia, depressione e dolore, problemi che, una terapia rapidamente efficace e maneggevole, può alleviare. Una terapia orale è più accettabile perché l'ago fa sempre paura e, proprio per questo motivo, spesso il malato non è aderente ai trattamenti iniettivi. Disporre di una compressa facilita la gestione della malattia anche negli spostamenti, nei viaggi, sul lavoro, con un vantaggio in termini di qualità della vita. Per non considerare, poi, anche l’aspetto della diminuzione del dolore, elemento cruciale per ciascun paziente».

L’artrite reumatica
Quando non si riesce a bloccare la malattia, l'artrite reumatoide si evolve danneggiando irreparabilmente le articolazioni, portando a una progressiva disabilità. I dati parlano di un 50% dei pazienti che accusa vari gradi di invalidità o non autosufficienza. Tutto questo, in genere, avviene entro 20 anni dall’esordio. Se poi la patologia non è curata in modo ottimale, la disabilità si manifesta in ben l'80% dei casi.