19 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Allarme infezioni sessuali

Boom di malattie legate al sesso: le infezioni aumentano del 400% in Italia. Gonorrea e Sifilide le più diffuse

Dagli esperti dell'ADOI arriva l’allarme per le malattie sessualmente trasmissibili in Italia. Più 400% per le infezioni come la sifilide e picco di HIV. Ecco quali sono le più pericolose diffuse

Malattie sessualmente trasmesse sempre più diffuse
Malattie sessualmente trasmesse sempre più diffuse Foto: Shutterstock

ROMA – E’ allarme per le malattie sessualmente trasmesse. Soltanto in Italia si registra un +400% per quelle come la sifilide, mentre raddoppiano i casi di gonorrea. A questo si affianca un picco dell’HIV tra gli over 50 mentre rimane stabile tra i giovani. Questo quanto riportato dagli esperti dell’ADOI, l’Associazione Dermatologi Ospedalieri, durante il loro 56° Congresso che si tiene a Roma sino al 21 ottobre presso l’Auditorium di Confindustria. Gli esperti avvertono che oggi sono più di 20 gli agenti patogeni, tra batteri, virus, funghi e parassiti, che possono rendere rischiosa l’attività sessuale, specie se si ha un rapporto non protetto. Un serio rischio per la salute che si mostra sia a breve che lungo termine.

Patologie che sembravano scomparse ritornano
Il drammatico delle Malattie Sessualmente Trasmesse (MST) è che molte sembravano scomparse, e invece oggi sono riemerse e sempre più diffuse. A detenere il podio nella triste classifica delle infezioni più diffuse c’è la sifilide che, come detto, è cresciuta in Italia di oltre il 400% dal 2000 a oggi. Tiene testa anche la gonorrea in cui casi sono raddoppiati in Europa tra il 2008 e il 2013. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno l’impatto di quattro MST, tra le più diffuse, corrisponde a 498,9 milioni di nuovi casi. Questo significa che nel mondo oltre 1 milione e mezzo di persone ogni giorno si ammala per una di MST.

La situazione in Italia
Se il mondo e l’Europa in generale non se la vedono bene, l’Italia non è da meno. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), negli ultimi anni i casi di MST sono sempre andati aumentando, passando dai circa 3.500 del 2006 ai circa 6.500 del 2013. Un aumento registrato soprattutto tra i maschi italiani. Oggi, oggetto dell’aumento, sono soprattutto malattie batteriche come le infezioni da Chlamydia trachomatis e la sifilide, ma anche quelle determinate da virus come i condilomi acuminati dovuti ad alcuni tipi di HPV e le epatiti da virus A o C. Per non parlare poi dell’infezione da HIV, oggi divenuta la più importante malattia a trasmissione sessuale per le sue rilevanti implicazioni cliniche e di spesa sanitaria, e i cui nuovi casi non accennano a diminuire nel mondo occidentale – Italia compresa naturalmente.
«In Europa – spiega il professor Antonio Cristaudo, Presidente del 56mo Congresso ADOI – dalla metà degli anni ‘90 alcune MST hanno trovato ‘terreno fertile’ per espandersi dopo un decennio di declino dei trend epidemiologici, soprattutto nelle grandi metropoli e in alcuni gruppi di popolazione maggiormente a rischio (per esempio, i maschi omosessuali). Negli ultimi anni poi questa crescita è stata amplificata dalla facilità degli incontri sessuali occasionali dovuta all’utilizzo di Internet e delle App».

Il pericolo dei rapporti non protetti
«Qualsiasi rapporto vaginale, anale e orale non protetto tra partner non monogami è potenzialmente pericoloso per contrarre una MST – avverte il prof. Cristaudo – Stiamo assistendo anche a una minore percezione del rischio HIV da parte della popolazione over 50, e anziana, che riceve una diagnosi tardiva nei centri clinici come il nostro nel 63% dei casi (contro il 47% dei più giovani) e con segni di infezione avanzata. Le ragioni? Mancanza di consapevolezza, sottostima del rischio, carenza di campagne di sensibilizzazione ad hoc su queste fasce trascurate della popolazione sessualmente attiva. Questo nonostante il beneficio dato dal trattamento precoce delle persone con l’infezione che limita molto la diffusione del virus ad altri soggetti e cronicizza la malattia. In totale sono 30mila i nuovi casi ogni anno in Europa e circa 3.500 in Italia, e il trend non accenna a diminuire soprattutto in alcuni gruppi ad alto rischio sessuale».

Una diffusione che preoccupa 
La maggiore e continua diffusione delle MST diviene giorno per giorno sempre più preoccupante. «Oggi l’aumento delle infezioni sessualmente trasmesse ci preoccupa non solo per le ripercussioni che queste hanno sul benessere del singolo individuo, sulla collettività e sui costi sociali che concentrano – sottolinea il dottor Massimo Giuliani, dell’Istituto Dermatologico San Gallicano – Ma anche perché questo aumento è la spia di un abbassamento della guardia e della percezione del rischio soprattutto a in alcune fasce più vulnerabili della popolazione. Oggi sappiamo che tutto questo sta sostenendo soprattutto la circolazione dell’infezione da HIV, che viene facilitata largamente dalle MST. In fatti, siccome i guai non vengono mai da soli, i portatori di una MST hanno un rischio aumentato tra le 2 e le 5 volte di contrarre a breve anche un’infezione da HIV».

La lotta all’HIV passa dalla lotta alle MST
Se si riescono a controllare le malattie sessualmente trasmesse, si possono controllare anche le altre malattie correlate a queste infezioni: per esempio l’Aids, che è spesso una conseguenza della sieropositività all’HIV. «Ecco perché oggi la lotta all’infezione da HIV passa attraverso la lotta alla diffusione delle MST – dichiara il dottor Giuliani – Una lotta che va fatta aumentando la consapevolezza del rischio infettivo del comportamento sessuale, allargando tra i giovani l’uso routinario del preservativo, ma anche migliorando l’accesso alle strutture cliniche delle persone che sospettano un’infezione o un rischio e andando loro incontro mediante tecniche rapide di diagnosi facilmente eseguibili anche fuori dagli ospedali. Oggi si può diagnosticare una sifilide su una goccia di sangue da un dito o fare nello stesso modo un test HIV a casa. Oppure in ospedale si può ricevere un risultato per un’infezione da Clhamydia o di gonorrea in 2 ore su una piccola quantità di urine.

Linfogranuloma da clamidia: da raro a diffuso in un decennio
Gli esperti fanno notare il singolare caso del Linfogranuloma venereo, nome che identifica i particolari sierotipi L1 L2 e L3 di Chlamidia prima confinate in India, Est Asiatico e Sud America. Però, dal 2003 il linfogranuloma venereo è andato progressivamente aumentando anche in Europa, prima nella comunità più a rischio di maschi omosessuali e poi anche tra gli eterosessuali. La diffusione è partita da pochi casi identificati nei Paesi Bassi e poi passati al Regno Unito e infine nel resto di Europa. Un contagio che va a braccetto con un picco di infezioni di Epatite C, perché si è ipotizzato che le lesioni della mucosa rettale favoriscano anche da diffusione del virus HCV e di quelle da HIV a causa di un cluster di popolazione che adotta comportamenti ad alto rischio. Non a caso la maggior parte dei pazienti riferisce di aver avuto rapporti non protetti con partner anonimi
Sino a pochi anni fa si trattava di una patologia rara mentre di recente l’ESSTI European Surveillance of Sexually Transmitted Infections l’ha definita una ‘vera e propria epidemia’. I casi di cervicite da Chlamydia trachomatis hanno mostrato una modica riduzione fino al 2000 e un successivo incremento, raggiungendo il picco massimo nel 2011, con un aumento più che doppio dei casi rispetto a quelli segnalati nel 2000.