Farmaci: scaduti i brevetti arrivano quelli low cost, ecco quali
Entro la fine del 2017 scadranno i brevetti di 16 farmaci. Questo permetterà alle case che producono generici di produrre i cosiddetti farmaci equivalenti a un prezzo ridotto. Il prezzo dovrebbe scendere anche del 60%, un bel risparmio per i cittadini e il SSN
ROMA – Sono ben 16 i brevetti di farmaci che scadranno entro la fine di quest’anno. Un evento che permetterà di mettere in commercio molti nuovi farmaci equivalenti a un prezzo sostanzialmente ridotto, rispetto agli ‘originali’. I nuovi farmaci low cost permetteranno ai cittadini e al SSN un risparmio fino al 60%. I cosiddetti ‘equivalenti’ o generici sono in sostanza dei farmaci commercializzati con altro nome rispetto al più famoso, ma che contengono lo stesso principio attivo. Per cui, in sostanza, sono la stessa cosa. Soltanto che in genere sono appunto meno cari, perché li potranno produrre anche altre case farmaceutiche oltre a quella che in origine aveva brevettato il principio attivo. I costi per le aziende saranno minori e, di conseguenza, anche i prezzi di mercato saranno inferiori.
I ‘nuovi’ farmaci
L’elenco dei ‘nuovi’ farmaci equivalenti che affiancheranno i fratelli più famosi è stato pubblicato da Assogenerici. Tra questi si annoverano il noto farmaco anticolesterolo Crestor, l’antistaminico Pafinur, l’altrettanto famoso Cialis – utilizzato nel trattamento della disfunzione erettile, e l’Olmetec per il controllo della pressione arteriosa e l’Avodart, per la prostrata.
Altri principi attivi inseriti nell’elenco dei brevetti in scadenza, e dunque destinati a divenire farmaci generici low cost, l’Assogenerici segnala l’antiglaucoma Bimatropost, il Caspofungin utilizzato contro i funghi e i lieviti come la candida. E poi il Bosentan che è un vasodilatatore e l’antibiotico Ertapenem e l’antibiotico Tigeciclina. Vi è poi il Tramadolo utilizzato in combinazione con il Paracetamolo che si impiegano in alcuni farmaci antidolorifici come il Patrol. E ancora l’antinfiammatorio Etoricoxib e il Pegfilgrastim, commercializzato come Neulasta, che si usa per il trattamento della neutropenia indotta dalla chemioterapia. Infine l’Abatacept (venduto come Orencia) che è un immunosoppressivo, e l’Olopatadina antiallergico, e l’antivirale Valganciclovir.
Un grande risparmio
Secondo le stime il volume di affari generato da questi farmaci con brevetto in scadenza è di circa 1 miliardo di euro all’anno. Con l’introduzione però dei farmaci generici, o equivalenti, si considera un risparmio del 60%, ossia circa 600 milioni di euro. Questo si evidenzierà per i cittadino soprattutto nel casi di farmaci con obbligo di ricetta ma che sono a totale carico di chi li acquista, come per esempio il noto Cialis, che è il più venduto dei medicinali di fascia C. Il brevetto del Cialis scade il 12 novembre 2017. Diversa è la situazione per quei farmaci rimborsabili dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e che dunque pesano sulla spesa sanitaria dello Strato. Per esempio, il farmaco Crestor, l’anticolesterolo, costa al SSN in media 270 milioni di euro l’anno, ma dal 30 dicembre 2017 potrà essere prodotto anche da altre case farmaceutiche come generico. Questo, insieme al vendutissimo Cialis, è un affare che ha attirato l’attenzione di molte aziende che sono in lizza per l’autorizzazione alla produzione.
Sempre più generici venduti
Anche quello dei generici è un mercato fiorente. E stando alle cifre riportate da Assogenerici, gli equivalenti sono sempre più diffusi e venduti. In base all’ultima relazione che ha preso in esame il mercato dei generici da gennaio a giugno 2017, i farmaci equivalenti hanno rappresentato il 20% dei prodotti venduti. Il giro complessivi di affari è stato stimato in circa 1,54 miliardi di euro. La maggioranza degli introiti arriva dai farmaci di classe A, che assorbe il 77,9% del valore del mercato dei farmaci generici, con un totale di 1,19 miliardi di euro. A scegliere con più frequenza i farmaci generici sono i cittadini del Nord. In particolare, al primo posto c’è la Provincia Autonoma di Trento, cui seguono la Lombardia, l’Emilia Romagna, la P. A. di Bolzano, il Veneto, il Friuli e la Toscana. Fanalino di coda sono le regioni Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia dove i farmaci generici fanno fatica a prendere piede, e le vendite sono inferiori alla media.
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