18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Resistenza agli antibiotici minaccia l’Italia

Allarme super batterio, resiste a tutti gli antibiotici e spaventa anche i medici: «una Apocalisse antibiotica»

Gli urologi lanciano l’allarme: la resistenza agli antibiotici ormai minaccia l’Italia. Gli scienziati americani poi fanno sapere che un batterio contenente un gene chiamato Mcr-1 si sta diffondendo nel mondo a una velocità incredibile. Siano destinati a soccombere?

Batteri sempre più resistenti minacciano l'umanità
Batteri sempre più resistenti minacciano l'umanità Foto: Shutterstock

NAPOLI – Dagli urologi riuniti per il 90° Congresso nazionale della Siu, la Società italiana di urologia a Napoli arriva l’allarme per la resistenza agli antibiotici. Un fenomeno sempre più diffuso e minaccioso, tanto che si teme seriamente per gli italiani. «Quando si insiste nell'uso di antibiotici non solo si rischia lo sviluppo di resistenze ma si uccide fra l'altro anche la flora batterica normale», avvertono gli urologi. E ora il fenomeno dell’antibiotico-resistenza minaccia l’Italia, e non solo per l’abuso di farmaci antibiotici nel trattamento di molte patologie – e spesso inappropriato – ma anche in urologia dove, secondo gli specialisti, il fenomeno di manifesta in circa il 40% delle cistiti, cosi come per altre infezioni del tratto urogenitale.

Un’emergenza di sanità pubblica
«Ormai da tempo – spiega Vincenzo Mirone, professore ordinario di Urologia all’Università Federico II di Napoli e segretario generale della Siu – questa problematica è una vera e propria priorità di sanità pubblica a livello mondiale. Non soltanto per le importanti implicazioni cliniche, ma anche per la ricaduta economica delle infezioni da batteri antibiotico-resistenti, dovuta al costo aggiuntivo richiesto per l’impiego di farmaci e procedure più costose, per l’allungamento delle degenze in ospedale e per eventuali invalidità. Le infezioni urologiche, per la loro larga incidenza e per il fatto che sono spesso sottovalutate e trattate autonomamente dal paziente, sono uno dei motivi principali dello sviluppo di tali resistenze. Basti pensare alle cistiti nelle giovani donne. C’è poi il problema dell’autoprescrizione che è un dato non stimabile, ma molto diffuso».

Evitare il fai da te
«Di fronte a una cistite batterica è importante il riconoscimento del germe e l’utilizzo dell’antibiotico giusto, per il tempo giusto e la concentrazione giusta – conclude Mirone – Quando si insiste nell’uso di antibiotici, non solo si rischia lo sviluppo di resistenze ma si uccide fra l’altro anche la flora batterica normale che gli esseri umani hanno a livello intestinale e che ha un ruolo fondamentale nel mantenere il nostro benessere».

Un batterio minaccia l’umanità
A gettare benzina sul fuoco sono anche gli scienziati riuniti a un altro congresso: quello dell’American Society for Microbiology. Qui hanno lanciato un allarme indirizzato ai Governi e i responsabili dei sistemi sanitari, che non dovrebbero assolutamente sottovalutare. I ricercatori hanno avvertito di un batterio che contiene un gene chiamato Mcr-1, il quale si sta diffondendo nel mondo a una velocità incredibile e, soprattutto, non prevista. Il batterio è stato scoperto 18 mesi fa, ed è già stato trovato nel 25% dei pazienti ricoverati in ospedale in alcune aree della Cina, e poi individuato anche negli Stati Uniti e in altri 20 Paesi al mondo.

Resiste pure all’ultima arma efficace
L’ultima spiaggia degli antibiotici è rappresentata dalla Colistina, un farmaco molto potente che resta l’unica arma contro alcuni dei batteri divenuti multi-resistenti. Solo che l’Mcr-1 è resistente anche alla Colistina, cosa che di fatto complica di non poco le cose. Se infatti non si trovano altri farmaci in grado di combattere questi batteri si potrebbe verificare un’ecatombe – che metterebbe in serio pericolo l’esistenza della specie umana. In più, la colistina è usata in modo massiccio negli allevamenti di animali e pesci, per contenere le sempre più diffuse infezioni. Questo rende di fatto sempre più resistenti i batteri che poi ci ritroviamo in tavola o nelle acque che beviamo.

Una apocalisse antibiotica
Gli scienziati temono che in un futuro molto prossimo si possa rischiare la vita anche in seguito a banali infezioni oppure interventi chirurgici oggi di routine come l’asportazione dell’appendice. In molti hanno prospettato un possibile ritorno ai tempi bui prima della scoperta della penicillina, quando si moriva per un’influenza o per una semplice ferita che s’infettava. Gli esperti sono concordi che per l’umanità la resistenza batterica potrebbe presto trasformarsi in una apocalisse antibiotica. Ora, sia l’OMS che le Nazioni Unite, insieme al Wellcome Trust e i Governi di diversi Paesi si augurano che le case farmaceutiche promuovano al più presto nuove ricerche per lo sviluppo di nuovi farmaci che possano contrastare il fenomeno. Per questo si è anche organizzata questa settimana a Berlino una conferenza per discutere del problema e stimolare la ricerca.