19 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Malaria, zanzare e migranti

La malaria arriva a Napoli con 6 migranti. Salvata bimba di 20 mesi

Con gli ultimi gravi casi di malaria registrati al Cotugno di Napoli, i casi salgono a 6. Di questi, tre erano adulti e tre bambini. Degli ultimi due bambini, una bimba aveva soltanto 20 mesi, con una grave infezione: la stessa che ha ucciso la piccola Sofia

Zanzara anophele che trasmette la malaria
Zanzara anophele che trasmette la malaria Foto: Shutterstock

NAPOLI – Mai così tanti casi di malaria registrati in Italia come negli ultimi mesi. Soltanto a Napoli, sono saliti a 6, di cui tre adulti e tre bambini. Molti casi, se si considera che in media se ne registrano circa 30 all’anno. Ad alimentare i casi d’infezione sono i continui e sempre più massicci flussi migratori a opera spesso di soggetti residenti in Italia ma di origini africane o asiatiche. Lo sono infatti anche gli ultimi ricoverati all’ospedale Cotugno di Napoli, 4 persone con l’infezione causata dal parassita Plasmodium o plasmodio. Due bambini presentavano un livello molto alto di parassitosi, che può mettere in serio pericolo la vita. Uno di questi è un bimbo di nove anni, mentre l’altra è una bimba di 20 mesi residenti entrambi a Castelvolturno. La bimba era stata prima ricoverata al Santobono e poi al Policlinico Federico II, per poi essere trasferita al polo infettivologico napoletano. La diagnosi era di malaria nella più grave forma cerebrale, la stessa che ha ucciso la piccola Sofia di Trento.

Salvata dal plasmodium che colpisce il cervello
Appena ricoverata, le condizioni della piccola sono apparse critiche. La piccola è stata portata in rianimazione, dove è stata messa sotto terapia. «Per fortuna dopo un trattamento rianimativo durato due giorni la piccola paziente, che ha risposto benissimo ai protocolli farmacologici, è fuori pericolo di vita ed è stata ora trasferita in reparto per continuare la degenza e le cure», ha dichiarato – il dottor Fiorentino Fragranza, responsabile dell’Unità Intensiva del Cotugno.
Per fortuna gli altri infettati dalla malaria non presentavano un quadro così critico, e le cure subito prestate hanno avuto il loro effetto in tempi piuttosto brevi. È il caso di una ragazzina di 12 anni che ha beneficiato della terapia orale ed è già stata dimessa.

Massima attenzione
È probabile che dovremo farci l’abitudine. I continui viaggi nei Paesi dove la malaria è endemica e la sua, pur involontaria, ‘importazione’ ne sanciscono in qualche modo un ritorno. Sebbene la malaria in Italia fosse ormai praticamente un ricordo. A ribadirlo è ancora lo stesso prof. Fragranza, il quale ricorda che ormai viviamo in una società multietnica, e i casi di malattie infettive che non erano comuni a queste latitudini ormai sono in costante aumento. E probabilmente lo saranno sempre più. Per questo motivo, oggi e più che mai in futuro dovremmo mantenere la massima attenzione e vigilare perché un’epidemia fa presto a dilagare.

Tutti casi importati
Gli esperti ribadiscono che tutti i casi di malaria registrati in questi mesi al Cotugno di Napoli non sono autoctoni, ma ‘importati’, ossia a opera di persone che hanno viaggiato in Paesi dove è presente la malattia trasmessa dalle zanzare anofele (anopheles), a loro volta infettate dal parassita plasmodio. Questi soggetti sono dunque stati punti da una zanzara infetta che ha trasmesso loro il parassita. Il pericolo, in questi casi è che una zanzara ‘nostrana’ punga a sua volta la persona infetta e trasmetta a sua volta il parassita a un’altra persone che vada a pungere – anche se in molti ritengono sia una possibilità remota. Gli esperti sostengono che in Italia, grazie alle opere di bonifica avvenute nella metà del secolo scorso, le zanzare anophele che portavano il parassita non ci sono più. Ma è chiaro che, in qualche modo, potrebbero dunque tornare. Anche perché siamo sempre più di fronte a fenomeni globali come i cambiamenti climatici – e questa appena passata estate torrida ne è un esempio.

La profilassi
Gli esperti ribadiscono che la profilassi è estremamente importante. Tuttavia la maggioranza delle persone non pensa che possa capitare a esse, per cui si reca nei Paesi dove c’è la malaria senza prendere alcuna precauzione – spesso anche delle più elementari. Solo che poi accade che ci si ammala e si rischia anche di far ammalare altre persone. In sostanza, prima di partire per certi luoghi sarebbe bene informarsi su quali possono essere i modi per prevenire eventuali infezioni come queste.