29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Chiama i carabinieri fuori dall'asilo

Latisana, tutti contro la mamma No Vax sommersa di insulti sul suo profilo FB

La No Vax di Latisana, in provincia di Udine, che aveva chiamato i carabinieri perché non facevano entrare la figlia a scuola per via della mancata presentazione del certificato vaccinale è stata attaccata dalla comunità Facebook che l’ha riempita d’insulti

Bambina respinta dalla scuola perché non vaccinata
Bambina respinta dalla scuola perché non vaccinata Foto: Shutterstock

LATISANA – Aveva chiamato i carabinieri perché non facevano entrare la figlia a scuola per via della mancata presentazione dell’autocertificazione della vaccinazione – come previsto dalla nuova legge sull’obbligo vaccinale. La vicenda, avvenuta a Latisana, in provincia di Udine (Friuli Venezia Giulia) era salita alla ribalta delle cronache nazionali. A quanto pare non paga di quanto accaduto, la donna aveva poi raccontato la faccenda sulla sua pagina Facebook. Solo che, invece di ottenere solidarietà – come forse si aspettava – ha ottenuto l’effetto contrario ed è stata sommersa di insulti. Intanto, dopo la sceneggiata, si apprende da fonti locali che la donna avrebbe presentato i documenti necessari, così la figlia è stata riammessa alla scuola dell’infanzia.

Il post su Facebook
Ecco il testo del post pubblicato sulla pagina Facebook della mamma no vax.
«Mattinata intensa oggi in asilo. La legge sui vaccini prevede diverse opzioni ovvero la presentazione di un’autodichiarazione in cui si indica quali vaccinazioni sono state effettuate, esonero, omissione o copia della richiesta di appuntamento presso l’ASL per la vaccinazione.

Pertanto io che non ho vaccinato allego copia di raccomandata all’ASL. Venerdì vengo diffidata dal portare mia figlia in asilo in quanto non ho compilato e firmato l’autodichiarazione da loro imposta dalla regione FVG. Documento assolutamente non conforme ai fini della legge che pertanto rifiuto di firmare. Chiedo che i dati personali vengano trattati solo dal dirigente scolastico come autorizzato dal Garante della Privacy. Pertanto io oggi porto mia figlia all’asilo e, alla faccia della privacy, vengo fermata in corridoio dalla direttrice la quale mi dice che non posso lasciare la bambina perché altrimenti creerei difficoltà perché non può rimanere in asilo. La mia risposta è stata "Può, eccome se può». Davanti all’ennesimo rifiuto Chiamo i carabinieri che mi passano la polizia locale in quanto non avevano personale disponibile. Arriva il Comandante della polizia che prende atto della situazione precisando che lui può solo prendere atto di quanto accade e verbalizzarlo, ma mi invita a non lasciare in asilo la bambina.

Chiamo un legale, è occupato, chiedo di essere richiamata. Nell’attesa mi viene intimato telefonicamente dalla presidente dell’asilo di lasciar lavorare la direttrice (ero nel suo ufficio). Attendo, nel frattempo mi raggiunge Erika per darmi sostegno. Giungono i carabinieri, non ho ben compreso da chi siano stati chiamati, il Maresciallo sostiene che effettivamente io ho presentato la documentazione richiesta dalla legge, ma non si spiega la mia difficoltà nel firmare l’autodichiarazione, constatando ampiamente che non sia conforme alla legge.

Perciò, siccome anche lui può solo verbalizzare, non può esprimersi in merito, ma io non posso lasciare la bambina in asilo. Veniamo fatte accomodare fuori, nel frattempo chiamo il legale che, visionati i miei documenti, sostiene che non c’è motivo per non accettare la bambina.

Rientriamo in ufficio e, la presidente scocciata ci dice che evidentemente a noi piace questa cosa. In poche parole io avrei dovuto tenermi a casa la bambina e prendermela con la regione in quanto ‘avendo un documento prodotto dal legale rappresentante che sostiene che non sei in regola quindi la bambina non può frequentare e tu ti presenti lo stesso assumi un atteggiamento di sfida nei confronti dell’asilo’ pertanto, visto che, nonostante io sia in regola con la legge, come anche scritto nella circolare ministeriale, ho dovuto portare a casa Valentina alle 13.00, tramite avvocato ho presentato una diffida legale.  Tutto ciò con Andrea di neanche 2 anni al seguito. E domani Valentina torna in asilo».

C’è chi si arrangia
L’asilo, la scuola non ammette i bambini non vaccinati? Allora che chi si arrangia. In molte parti d’Italia c’è chi ha dato vita a scuole ‘alternative’ o parentali. Qui, con il supporto di persone qualificate e non si fanno frequentare i bambini in alloggi o altri locali adibiti a scuole. La possibilità c’è, tuttavia la frequentazione non è gratuita perché le spese ci sono, e dunque non tutti possono permettersele. Questo è uno scoglio che chi intende dissentire in tutto e per tutto contro la legge sull’obbligo vaccinale dovrà in qualche modo superare. Ma in molti non demordono e, piuttosto di vaccinare i figli sono disposti a sacrificarsi. Ma ne vale davvero la pena?

I commenti su Facebook
Qui sotto uno screenshot della pagina Facebook della donna, con alcuni dei numerosi commenti degli utenti.