19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Malaria a Trento

Sofia, ha preso la malaria per colpa di un ago pungidito

Comincia a esserci un po’ di luce sulla vicenda di Sofia: probabilmente è stato un ago pungidito a veicolare la malaria da una persona all’altra. Conferme circa l’ipotesi dell’omicidio colposo

Sofia ha contratto la malaria con una go pungidito?
Sofia ha contratto la malaria con una go pungidito? Foto: Shutterstock

La teoria dell’omicidio colposo torna a farsi sentire più forte che mai. Sofia, la bambina morta per malaria all’ospedale di Trento, potrebbe aver contratto la malattia a causa di un ago pungidito, ausilio indispensabile per le persone affette da diabete. Molti sono ancora gli accertamenti da fare, quello che è certo è che dietro questo caso ci sono troppi fatti da chiarire. E i responsabili, probabilmente, pagheranno un caro prezzo per l’errore che hanno commesso.

La vicenda
La piccola Sofia aveva 4 anni ed era stata ricoverata in ospedale a causa del diabete. Una vicenda apparentemente normale se non fosse che poco dopo la bambina accusa sintomi anomali e, di seguito, la nefasta diagnosi: è affetta da malaria. Pochi giorni dopo Sofia muore a causa di complicazioni cerebrali. Ma come può aver contratto la malaria se le zanzare Anophele non sono state trovate nella zona? È forse un caso che in quell’ospedale – lo stesso giorno – due bambini erano ricoverati a causa della stessa patologia contratta, però, all’estero? Chiaramente la vicenda ha insospettito medici e famiglia che hanno richiesto degli approfondimenti sull’episodio.

Colpa dell’ago pungidito?
«Sembra assumere sempre maggior corpo nella vicenda di Trento - sostiene Walter Pasini, direttore del Centro di Travel Medicine and Global Health - quella che sin dall'inizio appariva l'ipotesi più probabile e cioè che la povera bambina abbia contratto l'infezione nel periodo dal 16 al 20 agosto, dal sangue infetto attraverso un errore umano, quando era ricoverata in un reparto pediatrico che ospitava due bambine africane ammalate di malaria. Probabilmente l'ago infetto che ha trasmesso il protozoo della malaria è stato quello pungidito sul polpastrello della mano».

La bambina era affetta da diabete
Alla piccola Sofia era stato eseguito un test con l’ago pungidito perché affetta da diabete. L’ago, infatti, «sarebbe servito – prosegue Pasini - per il controllo della glicemia della bambina affetta da diabete. L'ipotesi che una zanzara Anophele, di cui peraltro non risultano tracce nelle trappole dell'ospedale, possa avere punto una delle due africane e poi la piccola appare inverosimile, così come le altre ipotesi formulate all'inizio».

Omicidio colposo
Attualmente vi è un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti aperta dalla Procura di Trento. Affinché si evitino episodi di questo genere, e a titolo cautelativo, verranno analizzati – nel nostro paese – tutti i casi di malaria esaminati dal Nas. Si farà luce sulle loro storie cliniche, i viaggi all’estero e i vari spostamenti dei pazienti colpiti dalla malaria.

L’ospedale ti salva la vita?
E’ innegabile che spesso arrivare velocemente in ospedale può salvarci la vita, d’altra parte sono tantissimi i casi in cui i paziente vengono ospedalizzati per una causa banale e contraggono in seguito patologie anche mortali. «La vicenda pone drammaticamente in evidenza il tema delle infezioni intraospedaliere, che sono la più frequente e grave complicanza dell'assistenza sanitaria e componente importante della nocività dell'ospedale. Le infezioni contratte in ospedale sono la conseguenza della scarsa igiene ambientale, dell'inosservanza dei protocolli atti a tutelare la sterilità degli interventi chirurgici e diagnostici invasivi da parte del personale sanitario, dalla crescente antibiotico-resistenza e dell'imperizia e negligenza del personale medico ed infermieristico. Non esiste ancora nel nostro Paese piena consapevolezza del problema da parte delle autorità sanitarie, dei medici e della pubblica opinione, ma desta viva preoccupazione l'emergenza di ceppi di batteri resistenti a tutti gli antibiotici, anche quelli di nuova generazione, tra cui ceppi di bacilli di Koch multiresitenti ai farmaci con cui si cura la tubercolosi».

È ora di cambiare le cose
Va da sé che una situazione di questo genere diventa insostenibile e deve cambiare radicalmente. Come sottolinea lo stesso Pasini, il «compito fondamentale delle direzioni sanitarie e dei servizi di igiene sarà quindi sempre più l'educazione, la formazione professionale del personale medico e infermieristico per ridurre l'impatto delle infezioni ospedaliere sui degenti, specie quelli più suscettibili di ammalarsi come i bambini piccoli, gli anziani, i malati di tumore, gli immunodepressi».