Professore colpito da malattia rara e improvvisa: salvato dai suoi studenti
Un professore universitario di fama mondiale è stato colpito da una malattia improvvisa e rarissima. Dopo essere stato portato in ospedale, i suoi studenti gli salvano la vita
Ha vinto ancora una volta la solidarietà e, fatto quanto mai particolare, nei confronti di un professore. Degli insegnanti si dice di tutto, ma in fin dei conti sono tra le persone più stimate del pianeta. Alla stregua dei genitori sono sempre mal visti dai ragazzi che devono imparare ad adattarsi e regole e impegni, ma i docenti non mancano di rivelare la loro parte umana, spesso molto amata dai propri allievi. Ma questa volta gli studenti del professor Giuseppe Marino, hanno dovuto superare una prova ancor più grande: salvare la vita del loro stimatissimo prof.
Uno scienziato famoso
Non pensiate che il professor Giuseppe Marino sia un uomo come tutti gli altri. Lui è molto più di un semplice professore: docente di analisi matematica all’Università Unical è stato inserito tra i 3200 scienziati internazionali più importanti al mondo. Ma non è finita qui: è anche incluso nella lista dei migliori matematici italiani. La sua sfortuna è quella di essere stato colpito da una rarissima malattia, rischiando di lasciare per sempre il mondo della scienza. Ma grazie ai suoi allievi è accaduto un miracolo.
Trasfusioni
La malattia che ha colpito il pover’uomo ha reso necessario eseguire molte trasfusioni di sangue «pare che colpisca soprattutto le donne fra i 20 e i 40 anni e i bambini. L’incidenza è di circa 1 adulto ogni milione di abitante all’anno. Per chi crede nella statistica questi dati sembrerebbero rassicuranti, perché’ nella provincia di Cosenza siamo meno di mezzo milione di abitanti ma ad esserne colpiti siamo già in 7. Il fatto potrebbe essere preoccupante perché’ si tratta di un’incidenza molto maggiore che nel resto d’Italia. Le cause sono sconosciute», ha raccontato il professore universitario.
La donazione del sangue
Il sangue è stato donato dai suoi allievi che hanno mostrato un lodevole gesto di solidarietà per la vita del professor Marino «Io prima avevo sempre la vostra spiritualità nel mio cuore e nella mia mente, mentre ora ho anche un poco del vostro sangue. Ma non di uno studente o due. Di decine e decine. È una sensazione nuova che ancora non capisco pienamente. Spero di avere abbastanza futuro da comprenderla bene».
La malattia che ha colpito il professore
La patologia si chiama Porpora trombotica trombocitopenica (Ptt) o Sindrome di Moschowitz, si tratta di una malattia rara caratterizzata da anemia emolitica, piastrinopenia da consumo e può provocare seri sintomi neurologici. «Un qualcosa che somiglia a una proteina, non ho capito bene – continua il professore - si chiama ADAMTS13 e gioca un ruolo fondamentale nel buon funzionamento delle piastrine nel sangue. Quando non funziona succedono i guai. Le piastrine invece di circolare nel sangue e intervenire in caso di bisogno (ad esempio per coagulare il sangue in caso di ferita) si aggregano tutte insieme ad una parte. I globuli rossi nella loro corsa nel sangue le urtano e si rompono».
Collegato a una lavatrice
Il professore racconta l’esordio pressoché improvviso della malattia che si è verificato proprio in un momento di grande caldo. Dopo essere stato portato al pronto soccorso, «hanno cominciato la cura, che consiste nel collegarmi alla lavatrice, una macchina che in ciclo continuo mi svuota tutto il sangue e mi cambia il plasma. Ogni giorno finora la macchina ha lavato e ricambiato tutto. Ogni giorno 2 litri di plasma, dunque 4 litri di sangue, dunque 8 donatori. Questo fino a venerdì per 7 giorni di fila. Oggi finalmente è finita», racconta ancora il professore.
La lettera ai suoi studenti
Parte delle parole scritte nelle righe precedenti fanno parte di una lettera che il professore ha scritto lo scorso venerdì ai propri allievi, anche per ringraziarli del loro intervento: grazie alla donazione del loro sangue è stato possibile salvargli la vita. Nella sua lettera racconta che questa esperienza, «E’ peggio dell’esame di Analisi 1, mannaggia la miseria!» «Vi ho voluto scrivere oggi perché se domani gli esami non dovessero essere buoni c’è il rischio che non avrei avuto più la forza di scrivervi. Comunque vadano le cose, abbiamo dato tutti assieme testimonianza che vivere un momento così bello di aggregazione fra studenti e docenti è stata una cosa di uno splendore e di un piacere immenso. Vi ringrazio tutti e vi voglio bene (e per questo non vi regalo gli esami, ma mi sforzo di insegnarvi a meritarli)», conclude il professore.