18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Bambini down in Islanda

Il mistero della Sindrome di Down in Islanda: sta scomparendo

In Islanda si è arrivati quasi vicino allo zero per il numero delle nascite di bambini con Sindrome di Down. Merito dell’accuratezza dei test clinici eseguiti sulle donne in dolce attesa. Si potrà replicare anche in Italia?

Bambini down in gravidanza
Bambini down in gravidanza Foto: Shutterstock

In Islanda si sta assistendo a un fenomeno piuttosto curioso: i bambi down stanno per scomparire. Ed è un traguardo – se così si può chiamare – che potrebbe raggiungere qualsiasi Stato se solo lo volesse. Ma in merito alla scelta di questa meravigliosa nazione, non mancano le critiche e i relativi dilemmi etici.

Bambini down quasi scomparsi
In Islanda nascono un massimo di uno o due bambini Down, ogni anno. E non si è verificata nessuna mutazione genetica (positiva). Il motivo è completamente diverso: ovvero si tratta di una scelta consapevole adottata dai genitori. La maggior parte delle donne in gravidanza, infatti, esegue uno screening nelle primissime settimane. Se dai risultati emerge che le probabilità di avere un figlio affetto dalla sindrome di down sono elevate, la gestazione viene interrotta. Il fenomeno è talmente diffuso che la percentuale di persone con un cromosoma in più è vicina allo zero.

Non tutti sono della stessa idea
Quello che è certo è che ormai tutte le donne si sottopongono allo screening neonatale, ma non sempre accade che una futura mamma voglia interrompere la gestazione. Nel caso delle donne Islandesi, sebbene la maggior parte opti per un’interruzione della gravidanza, c’è ne è anche qualcuna che si muove controcorrente. «In Islanda nascono ancora dei bambini con la sindrome di Down. Ad alcuni di loro viene diagnosticato un basso rischio di ereditare tale malattia in sede di screening, quindi i genitori portano avanti la gestazione», racconta Hulda Hjartardottir medico dell'ospedale di Reykjavik. In questa struttura nascono la maggior parte dei bambini della «terra di ghiaccio».

Una scelta difficile
Non pensiate che le mamme d’Islanda siano tutte donne senza cuore. Prendere la decisione di portare a termine una gravidanza non è affatto semplice. Non a caso viene offerto ai genitori tutto il sostegno psicologico al fine di valutare la possibilità di abortire. «Non credo ci sia nulla di male nell'aspirare ad avere un bimbo in salute, ma si tratta sempre di decisioni complicate», spiega il team ospedale di Reykjavik.

Uno screening disponibile a tutti
In realtà tutti abbiamo la possibilità di eseguire lo screening neonatale, disponibile dall’anno 2000 nella maggior parte dei paesi europei. Infatti «Il numero dei nati con sindrome di Down è sceso in tutta l'area occidentale», ma ciò che è apparso strano è che da nessuna parte è accaduto «come in Islanda», secondo quanto riportato da CBS News. Per capire di che numeri si tratta, possiamo dire che in Islanda nascono al massimo due bambini all’anno con sindrome di down, mentre negli Stati Uniti circa sei mila.

La maggior parte ha richiesto l’aborto
La differenza tra gli altri stati europei e l’Islanda è che in quest’ultimo praticamente tutte le donne si sottopongono allo screening e la maggior parte di loro – se a rischio sindrome di down – interrompe volontariamente la gravidanza. L’aborto, va sottolineato, è concesso entro le 16 settimane successiva al test. D’altro canto pare che l’accuratezza degli esiti superi l’80%. A questo punto non ci resta che attendere e vedere se anche altri Paesi sceglieranno di emulare le scelte delle donne Islandesi.