29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Neonato muore in ospedale

Neonato muore in ospedale accanto alla mamma: è colpa delle infermiere

Nato da pochi giorni, il piccolo muore di notte accanto alla mamma. La colpa è dei trattamenti che sono stati somministrati alla donna. Zero sorveglianza da parte delle infermiere

Neonato muore in ospedale
Neonato muore in ospedale Foto: Shutterstock

Nove milioni di dollari. È questo il risarcimento che è stato richiesto da una donna dell’Oregon dopo che il proprio piccolo è morto, accanto a lei, in ospedale - a pochi giorni dalla nascita. Ecco cosa è accaduto e come si è consumata la tragedia.

L’evento drammatico
Lei si chiama Monica Thompson ed aveva appena raggiunto uno dei suoi sogni più belli: avere un bambino. Aveva portato a termine la gravidanza in maniera ottima e da pochi giorni era nato il suo piccolo. Tuttavia il destino vuole che questa splendida creatura venga trasportata via dalle ali della morte. Il tutto avviene nel giro di pochi minuti. E non si tratta – questa volta – della classica morte in culla. Ma di un evento, se è possibile, ancora più drammatico.

Tutta colpa dell’ospedale
Si sa che dopo il parto, la neo mamma viene ricoverata alcuni giorni in ospedale affinché possa recuperare al meglio le sue forze. E così è stato. Come sempre accade, la donna può vedere il proprio piccolo di tanto in tanto per poterlo nutrire. Tuttavia pare che il personale ospedaliero abbia portato il neonato anche di notte, in maniera tale che Monica Thompson potesse allattarlo al seno. Sembra che, effettivamente, il piccolo abbia preso il latte della mamma ma lei si sia addormentata subito dopo. Il motivo? Il trattamento farmacologico era molto forte e la donna non riusciva a essere sufficientemente vigile.

Cosa è accaduto?
Pare che – secondo il racconto della donna in tribunale – il piccolo dopo essere stato allattato al seno, sia rimasto accanto alla donna. La neomamma, però, non riusciva a stare in attenzione e vegliare sul neonato perché i farmaci le permettevano appena di stare sveglia. Ed è così che, inavvertitamente, la donna ha soffocato il piccolo. Al suo risveglio, infatti, il figlio non dava alcun segno di vita.

Il trasferimento in terapia intensiva
Non appena la mamma si è svegliata ha visto il bambino privo di vita (o quasi). Ha così urgentemente chiamato i medici che lo hanno trasferito immediatamente in terapia intensiva. Il povero piccolo, tuttavia, aveva subito dei gravi danni cerebrali ed era tenuto in vita solo per mezzo di alcuni macchinari.

Non c’era più niente da fare
Dopo circa una settimana i medici si accorgono che il come è irreversibile. Nonostante tutto i genitori chiedono di attendere ancora alcuni giorni, fiduciosi che qualcosa possa cambiare. Purtroppo il miracolo non accade e dopo dieci giorni di lotta estenuante, i dottori decidono di staccare la spina.

La gente deve sapere
«Ho deciso di condividere la nostra storia perché mi auguro che più nessuna famiglia sia costretta a vivere una storia così tragica ma evitabile. Se le infermiere dell’ospedale avessero svolto il loro lavoro correttamente ciò non sarebbe mai accaduto», ha raccontato Monica Thompson, per mezzo del suo legale.

Per ora la struttura sanitaria di Portland non ha ancora risposto alle accuse. Ma pare che non ci siano dubbi sulla responsabilità dell’accaduto. Quando la donna si è resa conto che il bambino non stava bene, ha subito cercato di chiamare il personale medico, ma le infermiere non rispondevano. Monica è dovuta correre nel corridoio per trovare qualcuno. Sintomo che i controlli alle mamme e i bambini non venivano svolti adeguatamente e che la sorveglianza in quell’ospedale – di notte – era pressoché nulla.