29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Tossina botulinica falsa

Botulino? No, era acqua. 12 indagati a Firenze

I Nas di Firenze hanno scoperto una truffa ai danni dei pazienti che si sottoponevano al trattamento con la tossina botulinica. Il ‘farmaco’ in realtà era acqua fresca. Dodici gli indagati

Falsa tossina botulinica scoperta dai Nas di Firenze
Falsa tossina botulinica scoperta dai Nas di Firenze Foto: Shutterstock

FIRENZE – Lo spacciavano per un medicinale al botulino, ma era acqua. Questo quanto scoperto dai Carabinieri Nas di Firenze a seguito di un’inchiesta avviata dopo la denuncia di un medico insospettito perché non vi era alcun risultato estetico tangibile dopo l’uso delle fiale del farmaco in suo possesso.

Niente tossina botulinica
Dopo l’accertamento da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, la procura di Firenze ha disposto il sequestro delle confezioni del medicinale, poiché risultate del tutto prive della tossina botulinica. Le fiale di ‘falso botulino’ erano prodotte a Napoli, mentre a essere il principale indagato è un commerciante di farmaci di Vinci, in provincia di Firenze – in totale, gli indagati sarebbero tuttavia 12. Nel frattempo l’ISS sta proseguendo con le verifiche sui campioni contraffatti e, vista la vicenda, anche su quelli ‘regolari’ al fine di valutarne composizione, natura, principio attivo. L’analisi comprenderà anche una valutazione sulla sicurezza di queste sostanze e se possano essere pericolose per la salute.

La scoperta
Il medicinale utilizzato a scopo estetico era prodotto in Italia sotto licenza della casa madre inglese. Le confezioni di ‘botulino’ erano vendute ai medici che, ignari che si trattasse di acqua fresca, le somministravano ai loro pazienti. Solo che, come prevedibile, i trattamenti non sortivano alcun effetto. Ad accorgersi della cosa è stato uno di questi medici che si è rivolto all’azienda per chiedere spiegazioni. Da qui è partita l’indagine che si è evoluta in una ipotesi di reato per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di farmaci.
L’inchiesta ha sollevato anche altri risvolti: pare infatti che il commerciante indagato sarebbe in contatto con una farmacia in Grecia da cui si sospetta provengano altri farmaci alla tossina botulinica che sarebbero però destinati al mercato della Turchia. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati erano dediti al commercio di confezioni di medicinali che risultano prive dell’autorizzazione sanitaria necessaria per la vendita in Italia. Prodotti che sarebbero stati distribuiti non solo nella regione Toscana.