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Esami clinici

Helicobacter pylori, come scovarlo attraverso esame del sangue, delle feci, test del respiro. I valori normali

Test ed esami più diffusi per la diagnosi di ulcera causata da Helicobacter pylori. I valori alti e normali e la preparazione al Breath Test

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gastrite

Inizia tutto come una sorta di dispepsia, gastrite, cattiva digestione. Può sembrare un sintomo passeggero, ma con il passare del tempo il problema si acuisce e nasce il sospetto: una possibile infezione da Helicobacter pylori? In questo caso il proprio medico curante può iniziare con il richiedere esami di laboratorio specifici che vanno dal classico esame delle feci al più moderno breath-test.

Cos’è l’Helicobacter Pylori

L’Helicobacter pylori, altrimenti detto semplicemente Hp – è un batterio che vive sia nello stomaco che nel duodeno, ed è uno dei maggiori responsabili della gastrite: l’infiammazione della mucosa gastrica. È molto strano che un batterio riesca a resistere a delle condizioni simili, considerando che l’acidità elevata dovrebbe ‘bruciare’ tutti i microorganismi nocivi. Si tratta perciò di un patogeno molto particolare ed estremamente resistente. Il microorganismo può portare anche ulcera peptica e tumore allo stomaco.

Come si fa a identificare un’infezione da Helicobacter pylori?

Quando l’apparato gastrico viene infettato dal batterio, l’organismo innesca una naturale risposta immunitaria sia a livello locale che sistemica. Tutto ciò è rilevabile attraverso delle apposite immunoglobuline IgM e IgG, ovvero degli anticorpi coinvolti nella risposta immunitaria.

  • Approfondimento: Immunogluboline M e G
    Le immunoglobuline G sono anticorpi sintetizzati grazie ai linfociti B. Sono presenti in elevata quantità (circa il 75% sono IgG), ma vengono prodotte in seconda battuta: solo dopo le immunoglobuline M che vengono innescate in fasi infiammatorie precoci, ma che sono decisamente meno efficaci.

L’esame del sangue per l’Helicobacter

L’esame del sangue può rilevare gli anticorpi (IgG e IgM) presenti nel siero. Tuttavia, tale esame dovrebbe sempre essere eseguito in concomitanza con quello delle feci. Infatti la presenza di anticorpi significa solo che si è venuti a contatto con il patogeno, ma essi possono essere presenti anche anni dopo l’infezione. Per tale motivo, se l’esame del sangue è positivo è bene effettuare anche quello delle feci. Se quest’ultimo risulta negativo, significa che l’organismo è riuscito a debellare il batterio.

I valori dell’esame del sangue

<6: non c’è infezione;
6 – 12 dubbio: potrebbe esserci stata
>12: c’è un’infezione in atto o c’è stata nei tre anni precedenti

Presenza di antigeni nelle feci

Un’alternativa agli esami del sangue è la ricerca di HpSA, ossia di antigeni che si trovano a livello fecale. Si tratta di uno degli esami meno invasivi e costosi. Basta prelevare un piccolo campione di massa fecale e portarlo nei laboratori di analisi specializzati. A differenza di altri test simili, il paziente può mangiare qualsiasi cosa il giorno prima, ma è auspicabile prelevare il campione nelle prime ore del mattino. Se il referto riporta la presenza dell’antigene è evidente che l’infezione è in atto. L’efficacia è superiore al 90%, ma il medico potrebbe richiedere di ripetere il test per confermare l’esito.

Il Breath test, o test del respiro

Il patogeno ha un’attività ureasica molto elevata. Ed è proprio questo che sfrutta il test del respiro. Durante l’esame – eseguito dopo almeno 6 ore di digiuno – al paziente viene somministrata dell’urea precedentemente marcata con un isotopo di carbonio. Il batterio che produce ureasi metabolizza l’urea trasformandola in ammoniaca e anidride carbonica che viene espulsa attraverso il respiro. Ciò significa che l’aria espirata avrà anidride carbonica radiomarcata a causa della presenza di Helicobcter Pilory. Quando il batterio è assente, non essendoci questo genere di reattività ureasica, l’urea somministrata viene assorbita totalmente ed eliminata per via urinaria. Durante il test viene prelevato dapprima un campione dell’aria espirata che viene stoccata in un apposito flaconcino. In seconda battura viene somministrata per via orale una soluzione di urea marcata con isotopo di carbonio 13C (il 14 C è quasi caduto in disuso a causa della sua pericolosità). Dopo una mezz’ora circa – in cui non si possono assumere né liquidi né solidi – viene prelevato un altro campione di aria espirata.

Preparazione al breath test

Per un mese è necessario non assumere antibiotici o antiacidi inibitori della pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo e esomeprazolo). Un’ora prima dell’esame non è consentito bere acqua o caffè e ed è necessario un digiuno di almeno 6 ore.

I valori del test del respiro

I valori considerati normali sono compresi fra lo 0 e il 4. Tuttavia è importante sottolineare che i valori potrebbero differire da laboratorio a laboratorio, pertanto è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante quando c’è un dubbio circa il risultato dei referti.

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