26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Sanità

Addio alla guardia medica, proteste e code ai Pronto Soccorso anche di notte

Dopo la rivoluzione, che prevede l’apertura degli studi medici dalle 8.00 alle 24.00, l’assistenza sanitaria notturna, una volta affidata alle guardie mediche, passa al servizio di emergenza del 118 o al Pronto Soccorso. Monta la protesta e sale il rischio di fare lunghe code anche di notte

Guardia medica addio? Monta la protesta
Guardia medica addio? Monta la protesta Foto: Shutterstock

ROMA – La rivoluzione è partita, e con essa è scattata anche la protesta. Dopo che si è stabilita l’apertura degli studi medici di famiglia per 16 ore consecutive – dalle otto del mattino a mezzanotte – dopo il rintocco delle 24 ore i pazienti dovranno però fare affidamento al 118 o ai Pronto Soccorso, anziché rivolgersi all’ormai familiare guardia medica. Sull’estinzione di questa figura è già montata la protesta, con i camici bianchi che hanno indetto una manifestazione per l’11 maggio, a Roma in piazza Montecitorio, dalle 9 alle 14.

Non spegnete le luci dell’assistenza
L’appello rivolto a Renzi è: «Non spegnere le luci all’assistenza medica notturna» – #sìH24noH16. È stato promosso dal sindacato dei medici italiani insieme a Cgil-Cisl-Uil, Simet, una delegazione dell’Anci piccoli comuni e diverse associazioni di consumatori. Dapprima ben accolta, la proposta di far restare aperti sette giorni su sette gli studi medici sembrava la soluzione ideale per fornire un servizio capillare e rispondente alle diverse necessità dei pazienti, evitando allo stesso tempo le lunghe e spesso interminabili attese ai Pronto Soccorso, spesso sovraffollati. Ma, con l’abolizione della figura della guardia medica le cose potrebbero ritorcersi contro, dato che i pazienti potrebbero essere invitati o obbligati a recarsi proprio ai Pronto Soccorso anche di notte, con il rischio di ricreare le spiacevoli situazioni che si è cercato di evitare durante la giornata. Da un vantaggio potrebbe dunque crearsi un disagio.