18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Il proctologo Massimo Giordano avverte: evitare di leggere in bagno

Fistole anali: a Villa Igea si risolvono con la chirurgia

Una volta era un intervento a lunga degenza, oggi consente di tornare a casa nella stessa giornata. E i pazienti provenienti da Genova, operati nella casa di cura di Acqui Terme, possono affrontare un viaggio in macchina di 75 chilometri

L’argomento è di quelli che si affrontano con difficoltà, vista la parte del corpo aggredita da questa malattia. Ma le fistole anali sono una patologia che per i suoi effetti è in molti casi invalidante.
Sicuramente le fistole anali rientrano in quei casi, riportati recentemente dalle statistiche, che costringono il paziente che ne è affetto, nella fase acuta, ad abbandonare il posto di lavoro.

- Ma che tipo di malattia è, e soprattutto quali conseguenze comporta?
Lo abbiamo chiesto al prof. Massimo Giordano, responsabile dell’unità operativa di proctologia di Villa Igea ad Acqui Terme, una autorità di spessore internazionale in questo campo, dove esercita da circa trenta anni.

UNA PATOLOGIA DA NON SOTTOVALUTARE

«Le fistole anali - spiega Massimo Giordano- sono una patologia molto complessa, infiammatoria e molto dolorosa. Ma soprattutto con gravi ripercussioni sulla continenza in quanto le fistole sono delle gallerie che attraversano lo sfintere e quindi ne provocano la macerazione. Per guarire i danni che esse infliggono bisogna pulire molto bene lo sfintere, aprirlo, ma a volte anche ricucirlo in modo diretto o indiretto. Insomma le fistole anali possono provocare menomazioni gravissime che richiedono interventi supportati da grande esperienza, precisione e collaudate capacità».

- Che cosa intende, professore, per menomazioni?
«Intendo l’incontinenza. Totale, cioè con perdita di gas, di feci liquidi e solide, non solo sotto sforzo ma semplicemente in ogni circostanza, camminando, dormendo, passeggiando. Inoltre è una patologia che nella fase acuta, cioè quella dell’ascesso, è dolorosissima», risponde il proctologo.

- Ha qualcosa a che vedere con le emorroidi?
«Nulla, sono due cose distinte».

ATTENZIONE AI SINTOMI

- Come è possibile riconoscerne i sintomi?
«Comincia in genere con l’ascesso, con il dolore, la fuoriuscita di pus. A quel punto bisogna togliere prima l’infiammazione dal punto di vista medico, in modo che poi si possa operare in tranquillità con l’ano disinfiammato».

- E’ possibile evitare di finire sotto i ferri per guarirle?
«Ai primi sintomi, se si interviene tempestivamente con terapia medica, per via sistemica e per via locale, in una percentuale dei casi che si aggira intorno all’8 per cento si può evitare l’intervento chirurgico. Tenga conto che consideriamo questa percentuale dell’8 per cento un grande successo perché stiamo parlando di una patologia esclusivamente chirurgica».

LA CHIRURGIA RISOLVE COMPLETAMENTE LE FISTOLE ANALI

- Ma la chirurgia è in grado di risolvere completamente il problema delle fistole anali?
«Si la chirurgia guarisce la malattia. Riesce a estirparla senza creare complicanze. Anche se qualche inconveniente è sempre dietro l’angolo, essendo un intervento ad alto rischio. Questo spiega la necessità di affidarsi ad operatori con collaudate capacità. Sono pericoli che a Villa Igea superiamo grazie all’esperienza acquisita in decenni di esercizio. Sulle fistole anali abbiamo in corso un nostro studio che è stato accettato dalla più importante rivista americana di proctologia, praticamente la Bibbia del nostro lavoro», risponde il responsabile dell’unità operativa di proctologia di Villa Igea.

VILLA IGEA CENTRO DI ECCELLENZA

- Per guarire da questa patologia c’è in Italia che si affida ancora ai viaggi della speranza all’estero?
«No, lo escudo. Siamo all’avanguardia, proviamo sempre nuove tecniche e abbiamo migliorato le già ottime tecniche francesi. C’è una immigrazione sanitaria, ma è interna: qui a Villa Igea vengono pazienti dalla Sicilia, dalla Calabria, ma anche da tante altre parti d’Italia, compresa la vicina Genova, dove, dal 2005, non c è più una struttura operativa di proctologia pubblica».

- Rispetto al passato, in che cosa è migliorato l’intervento?
«Siamo diventati molto veloci, un intervento dura dai 15 ai 60 minuti e può essere eseguito in anestesia locale. Un tempo la degenza andava dai sette ai quindici giorni. Consideri che i pazienti che ho operato questa mattina sono già tornati a casa, E qualcuno ha potuto affrontare un viaggio in macchina di 75 chilometri per raggiungere Genova da Acqui Terme. E il giorno dopo può subito tornare al lavoro».

PROF. GIORDANO: EVITATE DI LEGGERE IN BAGNO

- Professor Giordano, è possibile fare un’opera di prevenzione rispetto alle fistole anali?
«Bisogna agire sull’alimentazione: bere molta acqua e mangiare molta frutta, verdura, carne bianca, pesce. Poi vanno evitati soprattutto spezie, fritti e superalcolici. Inoltre bisogna seguire alcuni accorgimenti: per esempio attardarsi il meno possibile seduti sul water. La lettura in bagno va evitata perché contribuisce a fare prolassare l’ano favorendo emorroidi, ragadi e infiammazioni. Infine dai 40 ai 50 anni va fatta una ricerca per individuare il sangue occulto nelle feci e dopo i 50 è indispensabile una visita proctologica e una colonoscopia ogni 5-7 anni», conclude il professor Massimo Giordano.