20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Il caso

Roma, asilo abolisce la festa della mamma e del papà

Perché discriminatoria verso le coppie omosessuali. Gasparri: «Discriminazione alla famiglia naturale»

Roma, asilo abolisce la festa della mamma e del papà
Roma, asilo abolisce la festa della mamma e del papà Foto: ANSA

ROMA - A Roma, in un asilo del quartiere Ardeatino, la festa della mamma e del papà verranno eliminate e sostituite dalla festa della famiglia.
A chiederne la cancellazione è stata una coppia omosessuale, che ritiene le due giornate discriminatorie. L'asilo, il nido Chicco di Grano di via Grani di Nerva nel quartiere Ardeatino, ha prima proposto di mantenere le due festività, rendendole facoltative e in seguito, dato il disaccordo della coppia omosessuale, ha abolito i giorni dedicati alla mamma e al papà, in favore di una festa più inclusiva.

Gasparri: «Discriminazione alla famiglia naturale»
In un asilo romano si compiono «discriminazioni nei confronti della famiglia naturale», secondo Maurizio Gasparri. «Presenterò una interrogazione al Ministro dell'Istruzione per sapere che cosa pensa della demenziale decisone dell'asilo Chicco di Grano, del quartiere Ardeatino di Roma, che per non offendere le coppie omosessuali ha deciso di abolire le feste del papà o della mamma nell'ambito dell'istituto».

In Italia ci sono troppi pazzi
«Nessuno - aggiunge Gasparri - intende favorire discriminazioni ma discriminare la figura della mamma, del padre e della famiglia naturale appare per l'appunto una odiosa discriminazione attuata in maniera demenziale da parte di dirigenti e di docenti irresponsabili. Assumeremo iniziative anche in loco per denunciare questa prevaricazione e chiediamo urgenti interventi del Ministero dell'Istruzione affinché non si determini una discriminazione al contrario».
Conclude Gasparri: «In Italia ci sono troppi pazzi. Del resto se si vedono sindaci come la Appendino o la Raggi che fanno registrare bambini con presunti 'due padri' o presunte 'due madri', è chiaro che alla irresponsabilità non c'è più limite».