20 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Elezioni

Regionali Lazio: la vittoria di Zingaretti, la sorpresa Parisi e la rabbia di Pirozzi

Il riconfermato presidente della Regione Lazio puntava a sfondare il 40%, ma questo non basta a fermare la gioia per la vittoria

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti festeggia la riconferma a presidente della Regione Lazio
Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti festeggia la riconferma a presidente della Regione Lazio Foto: Angelo Carconi ANSA

ROMA - Tra le poche cose da salvare della sinistra italiana c'è sicuramente la vittoria di Nivola Zingaretti, ricongermato presidente della regione Lazio. "Uniti si vince": n ogni angolo del Lazio raggiunto in questi mesi di campagna elettorale, ha sempre ripetuto questo concetto, la sua ricetta per il centrosinistra, "uniti si vince». Ne è sempre stato convinto con i suoi fedelissimi e l'alleanza larga e inclusiva - che per cinque anni ha lavorato "pancia a terra" in regione, "senza mai una lite, una frizione" - si è rivelata nel 2018 "nero" per il Pd e il centrosinistra tutto scosso e diviso in mille rivoli la ricetta vincente.

Un grande successo
Un successo tanto eclatante che il nome di Zingaretti viene periodicamente evocato come possibile guida per il Partito Democratico. E ieri questo si è riaffacciato nei pensieri di molti analisti e di tanti attivisti del partito, certamente rinfocolato da uno slogan lanciato ieri sera dal presidente stesso: "Ora è il tempo della rigenerazione». Ed è stata davvero straordinaria la rimonta di Zingaretti e del suo centrosinistra "largo e inclusivo", solo contro tutti nel panorama nazionale, che con successo è riuscito a risalire la china di un election day per riconquistare la regione. Un testa a testa con il candidato del centrodestra, Stefano Parisi, che intorno alle 23 ha riconosciuto la sconfitta e ha fatto gli auguri al vincitore ma senza lasciare spazio a dubbi: Zingaretti, ha detto, "non avrà nessun sostegno». Riavvolgendo il nastro delle regionali 2018, la campagna elettorale è stata tra le più complesse affrontate fino ad oggi dal governatore.

Gli sfidanti
Tre i contendenti principali all'ufficio di via Cristoforo Colombo. Il primo, il civico col cuore a destra Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice, l'uomo che viene dall'area del cratere del terremoto da novembre impegnato a battere il territorio; poi Roberta Lombardi, determinata e "social" esponente del Movimento 5 Stelle che ha combattuto fino all'ultimo tweet e a colpi di Facebook gli avversari, dedicando qualche fine settimana ad attraversare il Lazio incontrando i cittadini; infine Stefano Parisi, la carta tentata dal centrodestra incerto e lento nel decidere chi impegnare in questa battaglia e disorientato dalla presenza della lista civica Pirozzi. Ed è stato proprio il "milanese", così bollato dagli avversari, a contendere lo scettro a Zingaretti, buttandosi anima e corpo in questa avventura a circa un mese dal gong delle urne. Un testa a testa che si è vissuto ieri a distanza - il quartiere generale di Zingaretti a Piazza di Pietra, al Tempio di Adriano, quello di Parisi al Savoy di via Ludovisi - con la tensione sui volti dei simpatizzanti, dei sostenitori e dei collaboratori di Zingaretti fin dalle prime ore del pomeriggio che con il passare delle ore ha lasciato il posto alla speranza e infine alla certezza della vittoria.

Il risultato di Parisi
Tensione ed emozione anche per Parisi e i suoi, delusi dalla sconfitta di misura e con in mente i voti rosicchiati dalla lista civica di Pirozzi. Ora si tireranno le somme e sarà così più chiara la composizione dell'aula del consiglio regionale. Sarà una Pisana diversa dalla precedente legislatura, Zingaretti e i suoi non avranno i numeri degli ultimi cinque anni, ma per il governatore la priorità era vincere per dare continuità all'azione amministrativa. Si apre un'altra pagina per il presidente che è riuscito in una doppia impresa ieri: non essere trascinato verso la sconfitta dalla caduta del Partito Democratico ed esser eletto per la seconda volta governatore

La rabbia di Pirozzi
"E no. Non c'entro io. Parisi non l'hanno votato i suoi. Lui sta al 30%, almeno 6 punti sotto i partiti che lo appoggiano. Si facesse una domanda": lo ha detto il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, commentando in un«intervista al Corriere della Sera le regionali del Lazio a cui era candidato con una sua lista in polemica con il centrodestra. "Zingaretti ha 2 punti in piu' dei partiti che lo appoggiano. Perche'? L'ha presi da lui che li ha persi. E pure la Lombardi. Se non sbagliava candidato la destra poteva vincere", ha aggiunto Pirozzi. "Il mio e' stato un voto fuori dai partiti. Capisco che Parisi vuole scaricare la sconfitta, ma con me si fa male. La politica non si fa a chiacchiere, ma con i numeri. E lui non ce l'ha", ha insistito il sindaco di Parisi. Quanto al suo 5%, Pirozzi ha parlato di risultato "straordinario": Mai nella storia un cittadino senza un partito, con una lista civica ha avuto tanto".