19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Politica

Colle Oppio, le ombre sui sigilli alla storica sede Fdi

Nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre l’amministrazione comunale ha posto i sigilli alle mura della storica sede di Fratelli d'Italia, ma qualcosa non torna

Giorgia Meloni protesta contro i sigilli alla storica sede di Fratelli d'Italia a Colle Oppio
Giorgia Meloni protesta contro i sigilli alla storica sede di Fratelli d'Italia a Colle Oppio Foto: Angelo Carconi ANSA

ROMA - Per gli abitanti e i turisti di Roma, le parole «Colle Oppio» indicano la collina alle spalle del Colosseo. Invece, per chi vive la politica a tutte le latitudini, non solo a Roma, «Colle Oppio» rappresenta una sede storica della militanza di destra, ieri del Msi e oggi di Fratelli d’Italia. Nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre l’amministrazione comunale ha posto i sigilli alle mura di questa sede ricavata tra mura antichissime che racchiudono un fascino e un’atmosfera fuori dal tempo. «Non pagavano l’affitto dal 1972» sono state le parole con cui il sindaco Virginia Raggi ha motivato i sigilli affissi nelle prime ore di mercoledì. In quell’anno, secondo l’amministrazione comunale, decadde il contratto di concessione. Eppure, secondo gli esponenti di Fratelli d’Italia, dai parlamentari ai militanti, le cose non stanno affatto così. Secondo loro, infatti, non esisterebbe alcuna morosità per la locazione dei locali di Via Terme di Traiano: proprio con l’attuale amministrazione si sarebbe entrati nella fase di sottoscrizione di un nuovo contratto attraverso una lettera inviata dai dirigenti di Fratelli d’Italia alcuni mesi fa.

Dagli esuli istriani alla destra militante
Colle Oppio, dunque, non cesserà certo la sua attività con i sigilli apposti la notte scorsa. La sua storia inizia nel 1946, quando esuli istriani occuparono questo rudere per erigerlo a punto di ritrovo. Non è una casa, non è un locale commerciale, nè potrà mai essere trasformato in un'abitazione: sono semplici mura che hanno offerto un senso di protezione e appartenenza, prima alla comunità degli esuli di Istria e Dalmazia «fuggiti – come ha ricordato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni – alla furia della pulizia etnica dei partigiani comunisti jugoslavi». Poi, in quelle stesse mura, si è ritrovata una nuova Comunità, quella della destra militante, accomunata agli esuli dallo stesso amore per la Patria. Quei sigilli, dunque, rappresentano ben altro rispetto a un semplice atto di ostentata trasparenza amministrativa.

Un'azione politica mirata?
In molti li hanno considerati un’azione politica mirata: immediata, infatti, è scattata la domanda riguardante i numerosi centri sociali sparsi per la Capitale che godono di utenze a carico del Comune. Quando arriveranno i sigilli a queste strutture che molto spesso ospitano un vero e proprio racket dell’accoglienza, in cui a fare la parte degli sfruttati sono quasi sempre i migranti? Difficile dirlo. Proprio nel parco di Colle Oppio, negli ultimi mesi è stata denunciata la presenza sempre più crescente di sbandati e clandestini che rendono l’intera area insicura e abbandonata a se stessa. «La presenza della sezione – ha sottolineato Giorgia Meloni – è l’unico argine a un desolante degrado fatto di sporcizia, violenza e criminalità che affligge tutta la zona». In quest’ottica i sigilli dell’amministrazione Raggi assumono un valore ben diverso, che oscilla tra l’azione politica preventivamente studiata e il paravento per nascondere un malgoverno della città sempre più oggetto di numerose critiche.