29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La crisi del Coronavirus

Sileri: «Da inizio pandemia Covid-19 è la singola patologia più letale»

Il sottosegretario alla Salute: «Ha provocato un numero di decessi più alto delle tre patologie oncologiche più letali messe insieme, ovvero il cancro del polmone, del colon e della mammella»

Pierpaolo Sileri, Sottosegretario al Ministero per la Salute
Pierpaolo Sileri, Sottosegretario al Ministero per la Salute Foto: Ciro Fusco ANSA

«Non c'è nella storia recente una malattia che, da sola, abbia causato così tante vittime in un arco temporale così ristretto, con una progressione che spesso non lascia nemmeno possibilità di cura. In questo senso il Covid non può essere paragonato a nessun'altra singola patologia: ha provocato un numero di decessi più alto delle tre patologie oncologiche più letali messe insieme, ovvero il cancro del polmone, del colon e della mammella». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, a margine della visita presso lo Stabilimento Ospedaliero Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.

«La maggior parte dei casi di cancro si può curare - ha aggiunto il sottosegretario - e, grazie alla disponibilità di terapie sempre più numerose e avanzate, anche guarire. Con il Covid non sempre è così, per la rapidità con cui si manifesta e progredisce». Da qui l'importanza della vaccinazione. «Se ti vaccini hai una grandissima probabilità di non andare in terapia intensiva e di non morire», ha sottolineato Sileri, «Il mio impegno sia come rappresentante delle istituzioni che come medico è di fare in modo che le persone restie alla vaccinazione, non i no vax, ma quelle che comprensibilmente hanno ancora dei dubbi, capiscano bene la bontà e l'importanza della vaccinazione».

Il sottosegretario Sileri ha anche ricordato che il Covid non uccide solo direttamente ma anche indirettamente. «A causa del Covid, per cui è disponibile una profilassi specifica costituita dal vaccino, sono rimaste indietro tutte le altre condizioni patologiche, tra cui appunto la prevenzione oncologica», ha proseguito Sileri.

«Il Servizio Sanitario Nazionale sta strenuamente continuando a contrastare il virus e tiene pronti reparti e sale operatorie sottraendoli a tutto il resto della 'sanità interrotta'. Non è più tollerabile aspettare oltre: il vaccino è l'unica arma che abbiamo per porre fine a queste morti e per ricominciare ad occuparci delle malattie che in questo anno e mezzo non sono state più diagnosticate e trattate e che rischiano di diventare una nuova emergenza sanitaria».

«La terza dose di vaccino sarà necessaria»

«La terza dose di vaccino contro il Covid-19 «sarà necessaria perché gli studi dimostrano che cala l'immunità dei vaccinati e cala per prima per coloro che hanno una non completa immuno-competenza. Quindi si parte da loro, poi progressivamente gli studi che sono in corso in tutti i Paesi occidentali ci diranno quale sarà il momento opportuno per fare il richiamo».

«Ora - ha chiarito Sileri - quando si parla di richiamo e terza dose non significa fare tutti la terza dose a ottobre, significa che se le immunità cala dopo otto/nove/dieci mesi, ottobre sarà il punto di partenza per fare i richiami per coloro i quali non sono immuno-competenti, come i dializzati, o sono passati i dieci mesi».

«Non vaccinandosi si sottraggono risorse ad altri»

La scelta di non vaccinarsi comporta «costi che sottraggono risorse ed energie ad altri pazienti che nello stesso periodo si ammalano. L'obbligo del Servizio Sanitario Nazionale è di trattare tutti indistintamente, anche coloro che hanno comportamenti a rischio», ha detto Sileri, «Ora è chiaro che non vaccinarsi è un comportamento a rischio, ma potrei fare moltissimi altri esempi [di comportamenti a rischio?]».

L'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, ha infatti proposto che i 'no vax' che contraggono il Covid-19 e finiscono nelle terapie intensive degli ospedali del Lazio debbano pagare i ricoveri. «Il nostro compito, da medici, è di curare tutti indistintamente», ha indicato il sottosegretario alla Salute, «E' però evidente che la provocazione dell'assessore D'Amato era per far capire quanto, purtroppo, l'impegno del Servizio Sanitario Nazionale oggi sia prevalentemente incentrato contro il Covid: non vaccinarsi, oltre che determinare la possibilità di decesso in chi non si è vaccinato, ha anche costi che sottraggono risorse ed energie ad altri pazienti che nello stesso periodo si ammalano. Non dimentichiamoci che è arrivato il Covid ma non sono scomparsi il cancro e le alte malattie?».