29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Emergenza coronavirus

Il piano del tesoriere del PD Luigi Zanda: «Diamo Montecitorio e Palazzo Chigi in pegno». Lega: «Parole preoccupanti»

Secondo Zanda per ripartire serviranno «idee nuove, molto coraggio e tanti tanti soldi, poichè occorrerà aiutare la ripresa sia del piccolo commercio sia della grande industria»

Luigi Zanda, Senatore e tesoriere del Partito Democratico
Luigi Zanda, Senatore e tesoriere del Partito Democratico Foto: ANSA

ROMA - «Bisognerà impegnare i gioielli di famiglia per rimettere in piedi l'Italia, quando l'emergenza sarà finita». Il tesoriere del Pd, Luigi Zanda, in un'intervista a Repubblica, propone di usare anche palazzo Montecitorio e Palazzo Chigi «come garanzia per finanziare la ricostruzione. Oggi l'intera classe dirigente nazionale, a partire da governo e Parlamento, ha due priorità assolute: la prima è la lotta senza quartiere alla pandemia del coronavirus; la seconda è il dopo, quando ricominceremo a vivere. Un dopo che va pensato e ben progettato perchè durerà a lungo e sarà molto duro, avrà cioè una gestione assai più difficile di quanto oggi si immagini». Secondo Zanda per ripartire serviranno «idee nuove, molto coraggio e tanti tanti soldi, poichè occorrerà aiutare la ripresa sia del piccolo commercio sia della grande industria».

«Se l'Europa non ci aiuta - continua il tesoriere Pd - il premier Conte ha detto che faremo da soli. Ma siccome nessun prestito ci verrà mai concesso senza garanzie, per far fronte al nostro fabbisogno straordinario senza far esplodere il debito pubblico potremmo dare in garanzia il patrimonio immobiliare di proprietà statale, almeno per la parte costituita dagli edifici che ospitano uffici, sedi delle grandi istituzioni, ministeri, teatri, musei... E' una tesi vecchia che può tornare utile».

Anche Montecitorio e Palazzo Chigi possono essere dati in garanzia: «Siamo in guerra. E poi parliamo di garanzia, non di vendita. Si tratta di beni già iscritti nel bilancio dello Stato per un valore che si aggira intorno ai 60 miliardi. Ai quali aggiungere i beni degli enti locali e delle regioni, che sono censiti solo parzialmente e secondo alcuni valgono circa 300 miliardi. Per poi domandarsi se si possa far rientrare anche il demanio non strategico militare, facendolo concorrere al grande sforzo che attende il Paese», afferma Zanda.

Salvini: «Monumenti e palazzi a garanzia in Europa? No»

«Si legge sui giornali che il tesoriere del Pd, il senatore Zanda, oggi ha proposto di mettere i monumenti, i palazzi, i porti e gli aeroporti a garanzia di quello che ci spetta dall'Europa: no. Qualcuno pensa di farci fare la fine della Grecia, no». Lo ha affermato il segretario della Lega, Matteo Salvini, nel corso di una diretta Facebook. «Ho letto con sgomento e stupore - ha aggiunto - la proposta fatta dal collega del Pd. Palazzo Chigi, Montecitorio, magari il Colosseo, i Templi di Agrigento, l'Arena di Verona per l'Europa no. Non portate nemmeno in Parlamento una proposta per mettere a garanzia i tesori italiani».

«Altra riflessione - ha detto ancora l'ex vicepremier - sull'oro: che è depositato presso le sedi Banca Italia in Italia e all'estero. Nessuno si sogni di mettere in discussione le riserve auree italiane. E' al Senato una proposta di legge della Lega che riconferma che quell'oro è di proprietà dell'Italia e quindi dei cittadini. Qualcuno potrebbe pensare che è dei privati, di Banca d'Italia, no: è la terza riserva aurea del mondo ed è in deposito. E' degli italiani», ha concluso Salvini.

Centinaio: «Zanda al livello di Totò e Peppino»

«Nell'intervista di oggi a Repubblica del senatore Luigi Zanda si paventa l'idea di dare in garanzia porti e spiagge italiane come soluzione per scongiurare la Troika e sostenere la crisi economica. Ennesima buffonata alla Totò e Peppino di un governo incapace a trovare delle soluzioni, nonostante gli appelli alla collaborazione che restano solo parole sulla carta. Al Pd, che vuole far pagare le proprie colpe ai balneari italiani, come d'abitudine per la sinistra italiana, ricordiamo che le nostre spiagge sono un bene inestimabile». Lo ha dichiarato l'ex ministro Gian Marco Centinaio, senatore della Lega.

Ripamonti: «Parole Zanda preoccupanti»

«Le dichiarazioni del senatore Pd Zanda sono davvero preoccupanti. Arrivare a ipotizzare di dare in pegno spiagge, porti e aeroporti per ottenere dei prestiti e liquidità necessari al Paese significa svenderci. Includere nella lista dei beni statali da mettere a garanzia con le banche anche le spiagge significherebbe fare peggio di quanto l'Europa non abbia già fatto con la folle direttiva Bolkestein».Lo dichiara il senatore della Lega Paolo Ripamonti.

«La strada per la ripresa -ha aggiunto - dovrà partire, invece, dal supporto e dalla valorizzazione di quelle imprese, come le balneari, che hanno fatto la fortuna economica del nostro Paese. La ricetta Pd di Zanda sarebbe l'ennesimo regalo alle banche: non possiamo accettare una svendita o una messa al banco dei pegni dei nostri settori più produttivi e delle nostre aziende familiari in cui da generazioni migliaia di piccoli imprenditori hanno investito».