19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Gluten-free

Dieta gluten-free, fa bene anche se non si è celiaci?

E’ esplosa la moda del gluten-free, ma ci sono prove scientifiche a sostegno della sue efficacia? Ecco quando può essere utile e quando può far male

La dieta senza glutine fa bene o male alla salute?
La dieta senza glutine fa bene o male alla salute? Foto: baibaz | Shutterstock Shutterstock

La dieta gluten-free nei pazienti non celiaci è divenuta ormai una moda da qualche anno a questa parte. La scienza, in questo caso, si divide in due. Chi sostiene che la sensibilità al glutine esiste veramente e chi, al contrario, ritiene che chi accusa sintomi in relazione al consumo di cibi contenenti glutine sia una persona facilmente condizionabile da ciò che legge su internet (o altrove). Ed è così che una volta eliminato il glutine – o un altro alimento – improvvisamente si ha la sensazione di star bene. Ma cosa accade quando una persona elimina il glutine senza essere celiaco? Ecco cosa ne pensano alcuni ricercatori.

La celiachia è una malattia sistemica
E’ importante sottolineare che la celiachia è una malattia che coinvolge l’intero sistema organismo, sebbene si evidenzino problematiche maggiori a livello intestinale. «La celiachia è un'enteropatia immuno-mediata indotta da glutine e caratterizzata da un genotipo genetico specifico (geni HLA-DQ2 e HLA-DQ8) e da autoanticorpi (transglutaminasi e anti-endomisio). Sebbene il processo infiammatorio colpisca specificamente la mucosa intestinale, i pazienti possono presentare segni o sintomi gastrointestinali, segni o sintomi extraintestinali o entrambi, suggerendo che la malattia celiaca è una malattia sistemica».

La sensibilità al glutine
Tutt’altra cosa è, invece, la sensibilità al glutine. Confermata da alcune ricerche e smentita da altre, proprio a causa dell’estrema influenzabilità di alcuni soggetti nel rilevare sintomi intestinali. «La sensibilità al glutine non cronica viene diagnosticata in soggetti che non presentano celiachia o allergia al frumento ma che presentano sintomi intestinali, sintomi extraintestinali o entrambi, legati all'ingestione di cereali contenenti glutine, con miglioramento sintomatico dopo la sua esclusione». Al momento, tuttavia, non esistono metodi diagnostici scientificamente validi, di conseguenza ci si può basare solo sulle dichiarazioni del paziente. «Tuttavia, è possibile differenziare disturbi specifici legati al glutine da altre condizioni, sulla base di indagini e algoritmi attualmente disponibili. I medici non sono in grado di distinguere tra la malattia celiaca e la sensibilità al glutine non patologico in base ai sintomi, poiché sono simili in entrambi. Pertanto, lo screening per la celiachia deve avvenire prima di implementare una dieta priva di glutine, poiché una volta che il paziente inizia una dieta priva di glutine, il test per la celiachia non è più accurato», si legge su un recente studio pubblicato su JAMA.

Una dieta senza glutine aumenta il rischio di attacco cardiaco
Una delle ricerche più famose, riportate dal quotidiano The Independent, evidenzia come la dieta senza glutine, seguita da persone non celiache sia tutt’altro che benefica. «Le diete prive di glutine amate da Gwyneth Paltrow e Russell Crowe possono aumentare il rischio di malattie cardiache», sostengono gli scienziati. Lo studio ha esaminato oltre 100.000 persone dal 1986 al 2012, valutando la loro dieta e il loro livello di salute cardiovascolare. Tutte persone che non erano affette da malattie cardiache o celiachia. Dai risultati è emerso che il consumo di glutine non era correlato alla presenza di patologie cardiovascolari. Ma che, al contrario, un ridotto consumo di cereali gluten-free (grano, orzo e sagale) e prodotti industriali era associato a un aumentato rischio  di attacco cardiaco.

Togliere il glutine serve davvero?
Anche in questo caso non esistono reali collegamenti tra dieta priva di glutine e miglioramenti di salute. Alcune ricerche trovano un’associazione e altre legami molto scarsi. Uno studio condotto nel 2017 dal Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna, ha evidenziato come la maggior parte dei pazienti manifesti ancora sintomi dopo l’esclusione del glutine. «Una percentuale significativa di pazienti non celiaci lamenta ancora sintomi intestinali ed extraintestinali, anche se significativamente attenuati dalla dieta, anche anni dopo la diagnosi. È necessaria una valutazione nutrizionale completa di questi pazienti per migliorare ulteriormente i loro sintomi».

E negli atleti?
Tra le tante mode in voga al momento c’è anche quella che ritiene che gli atleti debbano eliminare il glutine dalla dieta allo scopo di migliorare le prestazioni. Tuttavia, una ricerca condotta dallo Sport Performance Optimization Research Team della School of Health Sciences (Università della Tasmania, Australia), ritiene che non vi sia alcun beneficio. «Una dieta priva di glutine a breve termine non ha avuto alcun effetto complessivo sulle prestazioni, sui sintomi gastrointestinali, sul benessere e su un indicatore selezionato di danno intestinale o di marcatori infiammatori negli atleti non celiaci», concludono i ricercatori.

Quando si è dimostrata utile
In alcuni casi, la dieta priva di glutine sembra aver ottenuto buoni risultati nei pazienti affetti da dermatite erpetiforme, sindrome dell'intestino irritabile, disturbi neurologici, artrite reumatoide,  diabete mellito ed enteropatie associata all'HIV. Tuttavia, «la forza delle prove per l'uso di una dieta priva di glutine in queste patologie è estremamente variabile e solo la ricerca futura potrà meglio definire i benefici di una dieta priva di glutine per quelle condizioni con evidenze deboli esistenti», spiegano i ricercatori del Medical College of Wisconsin.

Riduce il dolore neuropatico, ma non in tutti
Una recente ricerca, condotta dall'Università di Sheffield, è giunta alla conclusione che eliminare o ridurre il consumo di alimenti che contengono glutine potrebbe migliorare la condizione dei pazienti affetti da dolore neuropatico. «Lo studio è promettente perché dimostra che una dieta priva di glutine può aiutare a ridurre il dolore per le persone con neuropatia da glutine», ha dichiarato il dottor Panagiotis Zis, dell'Università di Sheffield. Ciò si verificava, però, solo nelle persone in cui il dolore neuropatico non aveva nessuna relazione con le patologie più comuni (diabete, fibromialgia, dolore post-herpetico, dolore da arto fantasma ecc.). È altresì importante sottolineare che i risulti ottenuti dagli scienziati hanno anche evidenziato che le persone che avevano una neuropatia da glutine erano le stesse che avevano una valutazione pessima sulla salute mentale.

I rischi della dieta senza glutine
Non esiste nessun motivo per eliminare il glutine se non si è celiaci. È questo il suggerimento di Suzanne Mahady, gastroenterologa, epidemiologa clinica e docente presso la Monash University in Australia. «Per le persone senza celiachia, non ci sono prove a sostegno che una dieta rigorosamente priva di glutine sia benefica per la salute. È anche possibile che sia vero il contrario, e la riduzione di cereali integrali alimentari con un basso apporto di fibre può essere dannoso», ha dichiarato l’esperta a The Conversation.

Sono più sani gli alimenti senza glutine?
«Gli alimenti privi di glutine sono spesso percepiti come un'alternativa più sana a causa dell'allineamento con uno stile di vita salutare. Ma ci sono prove scientifiche a sostegno di questo?», si chiede Mahady che ha analizzato i dati di migliaia di partecipanti negli ultimi 26 anni. Molti ricercatori ritengono che le persone che non soffrono di celiachia non dovrebbero mai essere incoraggiate a seguire diete prive di glutine. E chi lo fa, spesso, non è un medico. «L'assunzione a lungo termine di glutine nella dieta non è stata associata al rischio di malattia coronarica. Tuttavia, la riduzione del glutine può comportare un ridotto consumo di cereali integrali benefici [come il grano], che possono influire sul rischio cardiovascolare». Inoltre, alcuni suggeriscono che la riduzione del glutine aumenti il rischio di contrarre il diabete di tipo 2.

Chi dovrebbe seguire una dieta senza glutine, quindi?
Purtroppo al momento è difficile stabilire chi dovrebbe eliminare il glutine dalla propria dieta e chi no. Certo è che l’auto-diagnosi o l’auto-terapia non dovrebbero mai essere effettuate. Così come è importante rivolgersi sempre a un medico qualificato e non un esperto che non ha conseguito una laurea in medicina. Sono da evitare anche i test anti-scientifici per le intolleranze alimentari come, per esempio, il VEGA-TEST. D’altro canto è necessario attendere che i ricercatori trovino dei mercatori per rilevare un’infiammazione relativa al consumo di glutine. Infiammazione che, se esiste, di certo non si trova in tutte le persone, quindi eliminare il glutine per moda o per sentito dire non ha alcun senso. «La celiachia è una malattia cronica immuno-mediata con una prevalenza crescente. La sensibilità al glutine sembra essere un'entità distinta che è emersa più recentemente e che contribuisce alla crescente popolarità della dieta glute-free. Non ci sono noti biomarcatori associati alla sensibilità al glutine e non è stato stabilito nessun approccio diagnostico in questo momento, ma studi clinici in doppio cieco, randomizzati e incrociati, hanno suggerito che esiste un sottogruppo di individui senza celiachia che manifestano entrambe le manifestazioni gastrointestinali ed extraintestinali quando esposti a glutine. Sono necessari studi futuri per chiarire ulteriormente la fisiopatologia della sensibilità al glutine per essere in grado di prevedere quali pazienti trarranno beneficio dal seguire una dieta priva di glutine», conclude uno studio pubblicato su Advances in Nutrition.

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[1] Behind The Headlines - Health News from NHS Choices - Low-gluten diet linked to heart attack risk  Thu, 04 May 2017 07:33:00 EST

[2] JAMA. 2017 Aug 15;318(7):647-656. doi: 10.1001/jama.2017.9730. Celiac Disease and Nonceliac Gluten Sensitivity: A Review. Leonard MM1,2, Sapone A1,2,3, Catassi C1,2,4,5, Fasano

[3] Nonceliac Gluten Sensitivity - Anna Krigel  Benjamin Lebwohl Advances in Nutrition, Volume 7, Issue 6, 1 November 2016, Pages 1105–1110, https://doi.org/10.3945/an.116.012849 Published: 10 November 2016

[4] Nutr Clin Pract. 2011 Jun;26(3):294-9. doi: 10.1177/0884533611405538. Gluten-free diet in nonceliac disease. El-Chammas K1, Danner E.