25 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Rimedi naturali per l’HIV

Ecco la pianta che potrebbe salvarci dall’HIV

Una particolare varietà di iperico potrebbe salvarci dall’HIV grazie alle sue spiccate virtù antivirali. Ecco i risultati di uno studio italiano

Una nuova speranza per combattere l’HIV potrebbe arrivare dal mondo della natura. E non dobbiamo andare neppure troppo lontano per trovare ciò che ci serve. La piantina magica, infatti, si trova nella nostra penisola, più precisamente in Sardegna. Luogo in cui si rinviene una varietà di iperico che non è quella tradizionale sfruttata dalla fitoterapia contro la depressione, bensì quella denominata Hypericum scruglii. Ecco i risultati di un nuovo studio.

La pianta che combatte l’HIV?
Abbiamo cercato ovunque per anni e, come sempre accade, la risposta si trovava intorno a noi, nel mondo della natura. Tutti sappiamo, infatti, come la stragrande maggioranza dei farmaci derivino dall’emulazione di molecole naturali. E per combattere uno dei virus più temibili del genere umano pare che abbiamo a disposizione una pianta appartenente alla famiglia delle Hypericaceae. La scoperta è stata resa possibile grazie a uno studio condotto dall'Università di Cagliari. Il team di ricerca ha infatti scoperto che Hypericum scruglii potrebbe bloccare il virus Hiv-1 quando si trova nelle cellule umane.

I principi attivi
Lo studio, effettuato grazie al contributo di diversi biologi e virologhi del dipartimento di scienze biologiche, ha preso in esame ben sei principi attivi in grado di bloccare gli enzimi che permettono la replicazione del virus dell’Hiv. Tutto ciò potrebbe presto portare alla realizzazione di farmaci efficaci e dedicati.

Addio al mix di farmaci?
Purtroppo è ancora presto per dire addio all’attuale mix di farmaci che i medici utilizzano per bloccare il virus dell’HIV, tuttavia, ci sono buone probabilità che fra qualche anno saranno disponibili nuovi medicinali basati sull’utilizzo dell’iperico. Nel frattempo verranno effettuate ulteriori analisi di laboratorio che avranno lo scopo di ottimizzare e potenziare le molecole della pianta. Ma non solo: i ricercatori si stanno anche concentrando nella ricerca di eventuali effetti avversi e al dosaggio ottimale che sia al tempo stesso efficace e ben tollerato.

La molecola multitarget
I ricercatori hanno pensato a una molecola multitarget prelavata dalla pianta medicinale, la quale sarebbe in grado di agire su più fronti, evitando o riducendo l’attuale mix di farmaci. «La molecola è in grado di inibire in vitro la trascrittasi inversa e l'integrasi dell'immunodeficienza umana di tipo 1 e si è dimostrata in grado di inibire anche la replicazione del virus in colture cellulari», ha dichiarato Francesca Esposito, virologa e ricercatrice di microbiologia.

Mai isolato prima d’ora
«Questo composto non era mai stato isolato prima di questo studio. Abbiamo visto che le piante endemiche, anche grazie all'isolamento, sono in grado di produrre composti originali. Il progetto sta andando avanti da 8-9 anni sulle piante della Sardegna e abbiamo saggiato ad oggi 20-25 estratti di specie endemiche. Alcune si sono dimostrate attive sull'Hiv: questa è una di quelle più interessanti», conclude Cinzia Sanna, ricercatrice di Botanica Farmaceutica.