25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Benefici delle vitamine

Una nuova pillola a base di vitamina B, riduce il rischio di infarto

Una nuova vitamina B3 potrebbe proteggere il nostro sistema cardiovascolare simulando i benefici di una dieta ipocalorica

Vitamina b3 e infarto
Vitamina b3 e infarto Foto: Puhhha | Shutterstock Shutterstock

L’aumentato rischio di assistere a eventi cardiaci gravi aumenta con il passare degli anni. Anche se sarebbe più logico parlare di invecchiamento cardiovascolare. Un problema che a volte si presenta prima del dovuto. Da anni, scienziati di tutto il mondo, si prodigano alla ricerca di una soluzione che sia in grado di rallentare il tempo. E, probabilmente, un team di scienziati americani sembra aver trovato un metodo perché ciò avvenga. Il segreto risiede nell’utilizzo di un particolare tipo di vitamina B.

Vitamina B3
Un recente studio ha messo in evidenza come una compressa a base di nicotinomide riboside - una forma di vitamina B3 – potrebbe ridurre il rischio di un attacco cardiaco imitando gli effetti benefici di una dieta salutare. Tale vitamina è anche conosciuta come un’ottima promotrice della resistenza, del miglioramento dell’energia e rallentamento dell’invecchiamento.

Lo studio
Durante lo studio, i ricercatori hanno preso in esame volontari in buone condizioni di salute e hanno scoperto che la sua assunzione era direttamente collegata con l’invecchiamento cardiovascolare. Pare che dalla vitamina si ottengano effetti molto simili a quelli indotti da una dieta ipocalorica che migliora la salute dei vasi sanguigni e della pressione nei pazienti di mezza età.

Quanta vitamina assumere?
Secondo gli scienziati dell'Università del Colorado Boulder (Stati Uniti), sarebbe sufficiente assumere una pillola di riboside di nicotinomide (NR) due volte al giorno. Grazie a questa si otterrebbero effetti simili alla restrizione calorica dando il via agli stessi percorsi chimici responsabili dei benefici per la salute cardiovascolare. La dose giornaliera era di 500 mg (due volte al giorno). Nessuno dei partecipanti ha riportato effetti collaterali avversi gravi. D’altra parte, un aumento di 1.000 mg al giorno è stato in grado di potenziare i livelli di un altro composto chiamato nicotinamide adenina dinucleotide (NAD +) del 60% - un noto antiinvecchiamento.

Grassi o zuccheri?
E’ una domanda che molti scienziati si pongono da tempo. Il nostro carburante principale deriva dagli zuccheri o dai grassi, questi due elementi forniscono energia a cuore e cervello, i due organi più importanti alla nostra sopravvivenza. Qualora venisse a mancarne uno, l’organismo attiverebbe meccanismi d’emergenza che andrebbero a sostituirlo immediatamente con l’altro. «Il muscolo cardiaco preferisce scegliere tra il grasso o lo zucchero come combustibile e l'essere obesi peggiora la sua funzione. Le persone con un problema cardiaco potrebbero sperimentare più sintomi in questa situazione, quindi la dieta dovrebbe essere attentamente controllata», ha spiegato la dottoressa Jennifer Rayner dell'Università di Oxford.

Lo studio su persone obese
Gli studiosi hanno condotto la ricerca anche su persone obese di mezza età. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a una dieta ipocalorica della durata di due mesi. All’inizio e alla fine della ricerca sono state effettuate scansioni attraverso la risonanza a immagini (MRI). D’altro canto è stato possibile dimostrare che i partecipanti che assumevano la vitamina B3 hanno assistito a una migliore salute cardiovascolare. L’altra metà aveva assunto un placebo. «Questo è stato il primo studio a fornire il nuovo composto agli esseri umani per un lungo periodo di tempo. Abbiamo scoperto che è ben tollerato e sembra attivare alcuni degli stessi percorsi biologici chiave della restrizione calorica», spiega il professor Doug Seals nel Dipartimento di Fisiologia Integrativa.

Le virtù antinvecchiamento del NAD
Il NAD che aumenta con l’aumentare della dose di vitamina B3, è collegato con l’attivazione di alcuni enzimi associati ai benefici ottenuti da una restrizione calorica. Purtroppo con l’età tende a diminuire ma è coinvolto con molte delle attività metaboliche principali. «L'idea è che somministrando agli anziani l’NR, non stiamo solo ripristinando qualcosa che è andato perduto con l'invecchiamento (NAD), ma potremmo potenzialmente accelerare l'attività degli enzimi responsabili ad aiutare a proteggere i nostri corpi dallo stress», ha dichiarato il dottor Chris Martens, professore associato presso l'Università del Delaware. «Se la riduzione della pressione arteriosa sistolica con integrazione dell’NR venisse confermata in un più ampio studio clinico, un tale effetto potrebbe avere ampie implicazioni biomediche», conclude Martens.