20 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Benefici del digiuno

Il digiuno intermittente fa bene al cervello: le conferme della scienza

Il digiuno intermittente fa bene alla salute sotto diversi aspetti e migliora le performance cerebrali. Scopri perché

Il digiuno migliora la memoria
Il digiuno migliora la memoria Foto: Voyagerix | Shutterstock Shutterstock

Mangiare in maniera eccessiva o non mangiare affatto è deleterio per la nostra salute. Questo lo sapevamo da molto tempo ormai. Ciò che invece si ipotizzava – e che ormai sembra essere confermato – è che il digiuno intermittente potrebbe produrre notevoli benefici al nostro organismo. In particolare sembra che gli effetti positivi si concentrino su cervello e memoria: ecco il motivo.

Modalità di sopravvivenza
Smettere ogni tanto di mangiare e mettere a riposo il nostro sistema digestivo sembra migliorare la nostra salute. Per lo meno questo è quanto è emerso da recenti studi condotti su modello animale, i quali hanno spiegato perché saltare di tanto in tanto i pasti potrebbe aiutarci a vivere meglio. Dai risultati, infatti, è emerso che quando non mangiamo, il nostro corpo entra in una sorta di modalità di sopravvivenza in grado di allertare diverse funzioni, compresa quella cerebrale.

Anche per gli uomini accade la stessa cosa?
Purtroppo, al momento, non siamo in grado di rispondere alla domanda. Infatti, il gruppo di studio coordinato da Mark Mattson del National Institute of Aging, ha condotto la ricerca solo su modello animale. E nonostante si ipotizzi che accada la stessa cosa anche negli esseri umani, sicuramente saranno necessari ulteriori studi che confermino la teoria. E se accadrà dovremo farcene una ragione: ti tanto in tanto dovremo rimanere a stecchetto.

Lo studio
Durante lo studio, il team di ricerca ha nutrito i topolini a giorni alterni provocando la crescita di un elevato numero di neuroni e una maggior formazione di sinapsi. Il risultato è stato un apprendimento più efficace, maggiore memoria e ampia attività cerebrale.

Perché accade?
Indicativamente ogni 10-14 ore di digiuno, l’organismo esaurisce le scorte di glicogeno provenienti dal fegato, di conseguenza il nostro corpo si sente obbligato ad attingere da altri fonti energetiche – un po’ come accade nella dieta chetonica. Il che significa che i grassi verranno prelevati dalle cellule adipose. Questi, una volta trasformati in chetoni, permettono una miglior stimolazione dell’attività cerebrale attraverso diversi meccanismi. Il più importante è una maggior produzione di Brain Derived Neurotrophic Factor o BDNF. Un fattore indispensabile per la salute delle cellule nervose. Da ciò i ricercatori ipotizzino che i benefici si estendano anche negli esseri umani, considerando che le vie metaboliche sono identiche.

La dieta di Mattson
Mattson segue una dieta molto particolare da oltre trent’anni: non fa colazione e mangia solo nell’arco di sei ore nel pomeriggio. Sembra che questo regime alimentare lo aiuti a godere di buon salute. «Per gran parte della nostra storia non abbiamo certo fatto tre pasti al giorno con l’aggiunta di un paio di snack: il nostro organismo si è evoluto per sostenere periodi anche abbastanza protratti di mancanza di cibo», spiega il ricercatore. Mentre oggi, al contrario, intasiamo il nostro organismo mangiando continuamente.

Effetti duraturi
Dai risultati ottenuti dai ricercatori è emerso che il digiuno porti a una maggiore performance cerebrale in termini di attenzione, pensiero e memoria. Ma il lato positivo è che tali effetti durano anche per due settimane. Però, è importante sottolineare che tale effetto non si riesce ad ottenere mangiando sempre poco. È indispensabile digiunare di tanto in tanto. «Mangiare tre volte al giorno, anche un numero limitato di calorie, ripristina di volta in volta le riserve energetiche del fegato. Così, anche se stiamo sei ore senza mangiare, non c’è alcun effetto sull’aumento dei chetoni in circolo, che si ha solo quando si attinge ai grassi come fonte di energia». A questo punto verrebbe da chiedersi se alla base del digiuno di molte culture antiche e religioni non ci sia un motivo di salute che i nostri predecessori già conoscevano. Certo è che, non bisogna esagerare con la pratica e, nel caso, farsi consigliare dal proprio medico curante.