20 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Sclerosi multipla

Sclerosi multipla, consumare i pesci grassi riduce drasticamente il rischio

Consumare frequentemente pesci ricchi di grassi potrebbe ridurre notevolmente il rischio di sviluppare la sclerosi multipla

Il pesce grasso potrebbe prevenire la sclerosi multipla
Il pesce grasso potrebbe prevenire la sclerosi multipla Foto: Shutterstock

Buone notizie sul fronte prevenzione. In particolare per quando riguarda la sclerosi multipla. Un interessante studio, condotto recentemente da alcuni scienziati americani, ha messo in evidenza come seguire un determinato tipo di alimentazione può ridurre drasticamente il rischio di sviluppare queste temibile malattia. Tra gli alimenti più benefici gli studiosi hanno trovato i pesci, specie quelli ricchissimi di grasso. Ecco i risultati della ricerca.

La sclerosi multipla
Nei pazienti affetti da sclerosi multipla, si evidenzia un cambiamento negativo a livello della mielina. Quest’ultima è il rivestimento che ha lo scopo di proteggere le cellule nervose. Nelle persone malate, tuttavia, la mielina viene danneggiata dal loro stessi sistema immunitario. Tra i primi sintomi della patologia vi è un’anomala sensazione di affaticamento, debolezza muscolare, visione alterata e difficoltà di equilibrio e coordinamento.

Le cure
Attualmente non esistono cure realmente efficaci in caso di sclerosi multipla, nonostante vi siano in corso studi molto promettenti. Tuttavia sembrano esserci buone probabilità di riduzione del rischio grazie all’alimentazione. La scoperta è stata resa possibile grazie a uno studio coordinato dalla dottoressa Annette Langer-Gould del Kaiser Permanente Southern California e membro dell'American Academy of Neurology. «Volevamo vedere se questa semplice modifica dello stile di vita, mangiare regolarmente pesce e assumere integratori di olio di pesce, potesse ridurre il rischio di sclerosi multipla», spiega la dottoressa.

Non solo infiammazione
«Riconosciamo sempre più che la Sclerosi Multipla (SM) non è solo una malattia infiammatoria cronica del sistema nervoso centrale, ma spesso porta anche a una diffusa neurodegenerazione in varie parti del sistema nervoso centrale. Anche se la causa non è nota, la crescente prevalenza di SM ha portato a un maggiore interesse nell'identificazione di fattori di rischio modificabili, inclusa la dieta», spiega Langer-Gould a Medical News Today.

Riduzione del 45%
Dai risulti emersi dallo studio è stato possibile dimostrare che le persone che mangiavano pesci ricchi di grassi avevano un rischio ridotto del 45% di sviluppare la sclerosi multipla. Ciò significa che la dieta svolge un ruolo importante nella prevenzione della malattia. «Questo studio fornisce ulteriori prove sul fatto che una dieta ricca di pesce e PUFA omega-3 ha benefici per la salute. Oltre a promuovere una migliore salute cardiovascolare, una dieta ad alto contenuto di pesce/frutti di mare può anche ridurre il rischio di sviluppare la SM», spiega la dottoressa.

Quali pesci
Tra i pesci migliori ci sono il salmone, le sardine, le alici, il tonno e le trote tardive. Ma non solo: integrazioni di olio di pesce potrebbero fare una grande differenza in termini di prevenzione. La dottoressa Langer-Gould da tempo conduce ricerche che evidenzino il ruolo svolto dalla dieta ricca di omega-3 e il relativo legame con il ridotto rischio di Sclerosi Multipla. Questo tipo di grasso, inoltre, apporta notevoli benefici a tutto il sistema nervoso e cardiovascolare.

Acidi grassi omega-3
«Il consumo di pesce o di altri frutti di mare è particolarmente interessante perché è il principale determinante dei livelli circolanti e tissutali degli acidi grassi polinsaturi omega-3 (acidi grassi omega-3). I PUFA Omega-3 hanno dimostrato di essere neuroprotettivi durante l'invecchiamento e sopprimere l'infiammazione correlata alla SM attraverso meccanismi multipli nelle colture cellulari e nei modelli animali. Questo fornisce almeno due meccanismi biologicamente plausibili per cui l'assunzione di PUFA omega-3 e la biosintesi potrebbero proteggere dallo sviluppo di MS», concludono i ricercatori.