18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Carboidrati e cuore

Attenzione ai carboidrati: fanno male al cuore. I grassi, al contrario, lo proteggono

Non è vero che i grassi fanno male al cuore, al contrario riducono il rischio di mortalità. Molto più pericoloso eccedere con i carboidrati. Lo studio

I carboidrati fanno male al cuore
I carboidrati fanno male al cuore Foto: Shutterstock

Abbiamo tutti paura dei grassi, ma la verità è che sono i carboidrati le sostanze più pericolose per il cuore. Per lo meno questo è quanto hanno asserito recentemente alcuni ricercatori dell’Università di Hamilton in Ontario. Ecco perché gli zuccheri possono danneggiare il nostro sistema cardiovascolare.

Chi ha paura dei grassi?
Se le ricerche continuano in questo modo faremo davvero fatica a capire cosa possiamo mangiare e cosa dobbiamo eliminare dalla nostra dieta. Ma pare proprio che il danno peggiore – se parliamo di salute del cuore – lo facciano i carboidrati piuttosto che i tanto temuti grassi. I risultati dello studio – presentato recentemente al congresso europeo di cardiologia – sono stati pubblicati recentemente su Lancet.

Togliere i grassi serve?
Secondo il team di ricerca coordinato dal professor Mahshid Dehghan, no. Ridurre i grassi dalla propria dieta non apporterebbe alcun beneficio in termini di salute cardiovascolare. Quindi, tutti gli sforzi che abbiamo fatto fino ieri per consumare alimenti light non sono probabilmente serviti a niente. Quello che invece potrebbe aiutarci è minimizzare la quantità di carboidrati, consumandone una quantità inferiore al 60%.

Consuma più grassi
A detta dei ricercatori, non solo non è necessario ridurre i grassi ma sarebbe persino più proficuo aumentarne il consumo fino al 35%. In questo modo le linee guida alimentari sarebbe totalmente da riscrivere. Si riducono i carboidrati e si aumentano i grassi. D’altro canto, tutti sappiamo che i migliori carburanti per cuore e cervello sono zuccheri e grassi. Quindi se si diminuisce uno è necessario aumentare l’altro.

Lo studio
Durante lo studio sono stati esaminati 135mila volontari provenienti da ben diciotto paesi del mondo. Sono stati inclusi sia quelli a basso che medio o alto reddito. Dai loro risultati è emerso che chi aveva assunto una quota più elevata di grassi aveva ottenuto diversi benefici in termini di salute. Il primo tra questi è la riduzione del rischio di mortalità totale. Il secondo una ridotta probabilità (del 18%) di sviluppare ictus, e la terza – e più importante – una riduzione del 30% del rischio di mortalità per cause non cardiovascolari. Ma non solo: questo tipo di dieta pare preservasse anche la salute del cuore.

C’è grasso e grasso
Anche i grassi saturi sembrano essere benefici per la nostra salute e riducono il rischio di mortalità del 14%. Mentre i monoinsaturi – tipici dell’olio di oliva – ridurrebbero il rischio poco di più (19%). A fare la differenza, invece, sarebbero i polinsaturi. Sono ricchi di tali acidi grassi l’olio di vinaccioli, di semi di lino, di noci, di papavero, di germe di grano, di girasole e di sesamo. Infine, come molti esperti sapevano da anni (ma pochi li hanno ascoltati), è possibile ridurre del 21% le probabilità di assistere a un ictus grazie al consumo di una buona quantità di acidi grassi saturi.

Leggi anche: Acidi grassi: 5 motivi per cui sono davvero essenziali
Tutto ciò che avreste sempre voluto sapere sugli acidi grassi essenziali e non si è mai osato chiedere