20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Vacanze senza stress

Ferie, come godersele dalla partenza al rientro. Il decalogo antistress da vacanze

Dalla master coach il decalogo per godersi le ferie dalla partenza fino al rientro. Tutti i consigli per evitare stress, nervosismo, irritabilità che precedono e spesso accompagnano il periodo di vacanza e di rientro

Combattere lo stress da e in vacanza
Combattere lo stress da e in vacanza Foto: Shutterstock

ROMA – Tutti le aspettano con ansia. Sono le meritate vacanze, o ferie che dir si voglia. Poi, quando finalmente arrivano, spesso ci si fa prendere dal nervosismo, l’irritabilità. E così, da sogno divengono un incubo che accompagna non solo i preparativi ma anche il soggiorno stesso nelle località di villeggiatura. Non sono per esempio infrequenti i litigi proprio durante le vacanze. Anzi, sono sempre più diffusi e a volte anche piuttosto accesi. Se poi ci si mette in mezzo il pensiero di dover presto tornare alla routine di tutti i giorni, il danno è fatto: la depressione e la tristezza sono sempre in agguato.

Stress prima e dopo
Paradossalmente, oltre alla nota ‘post vacation blues’, cioè la temuta sindrome da rientro che secondo i dati ISTAT colpirebbe oltre 6 milioni di italiani con bassi livelli d’umore e irritabilità, sono anche i giorni che precedono la partenza e gli stessi giorni di riposo a essere minacciati dallo stress. Altro fattore che incide in negativo sulla serenità della vacanze sono le aspettative, in genere superiori alla realtà, e poi il budget ristretto, l’ansia di chi prenota all’ultimo. Insomma, le ragioni alla base dello stress da vacanza sono molteplici. Un problema studiato da illustri scienziati e massimi esperti delle performance sul lavoro a livello internazionale, ancora alla ricerca dei reali effetti di questo diffuso disagio tipico dell’era moderna.

Non mettere in valigia anche lo stress
Come fare, quindi, per arrivare al giorno della partenza senza questo inutile carico di stress? Secondo Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia: «All’inizio sembra di non poter partire e alla fine sembra di non poter ricominciare. La frenesia della partenza e la tristezza del ritorno sembrano una storia infinita che si ripete ogni estate. La nostra cultura in continua presa diretta, della ‘neverending connection’ non ci aiuta a staccare. I cicli che compongono le attività quotidiane, conditi da pensieri legati agli insuccessi lavorativi o ai fallimenti aziendali, diventano addirittura un incubo con l’approssimarsi di una pausa lavorativa. La vacanza stessa – prosegue l’esperta – è un ciclo fondamentale della nostra esistenza, aprirlo significa sospendere tutti gli altri cicli in essere e questo procura fortissimo stress. Prima delle vacanze tutto ciò che era sospeso e in attesa, diventa importante. La preoccupazione di lasciare questioni in sospeso cresce, soprattutto per chi occupa delle posizioni di responsabilità che richiedono una continua reperibilità. Andare in vacanza con le cose a posto, invece, riduce lo stress e restituisce energia».

Un problema diffuso
Questa è una problematica individuata anche da importanti studi scientifici, come quello pubblicato sulla rivista Tourism Analysis dal dott. John C. Crotts dell’Università di Charlotte e da Anita Zehrer del Management Center di Innsbruck, che ha rivelato come lo stress da vacanza riguardi sia la preparazione del viaggio, sia il viaggio stesso: tra le fonti di disagio maggiori sono stati individuati i viaggi internazionali in aereo accompagnati da bambini. Alla stessa conclusione è arrivato anche il prof. Gerhard Strauss-Blasche dell’Università di Medicina di Vienna, che ha rilevato come tra le principali cause di stress vi siano i lunghi viaggi con la famiglia. Tra le altre fonti di stress pre-partenza gli scienziati hanno individuato anche gli aspetti finanziari, la preparazione delle valigie, l’organizzazione del viaggio e dell’itinerario, mentre durante il viaggio queste derivano da condizioni meteo, qualità del cibo, interazioni con altri membri del gruppo e il dover concordare il da farsi. Secondo gli esperti sarebbero le donne a resistere meglio allo stress da vacanza.

Migliorare lo stato interiore
«Per migliorare lo stato interiore è necessario decidere che la vacanza sia funzionale alla propria gioia, al benessere personale e dei cari, un vitale supporto alla salute – spiega Marina Osnaghi – Ci si deve mettere nell’ottica che la pausa estiva è parte delle attività organizzative, il giusto riposo dopo lunghe fatiche. Una forma di manutenzione obbligatoria da attuare per continuare ad apportare risultati efficaci per l’azienda, nel team e in famiglia. Pensando in termini di semplificazione, l’obiettivo è quello di sospendere le attività e limitarsi al minimo indispensabile durante le vacanze. Bisogna trasformare il senso di colpa dell’assenza in una consapevolezza di necessità e salute. Recenti studi hanno infatti dimostrato che limitare il numero di ore di lavoro giornaliero aumenta la produttività e l’efficacia delle persone. E’ obbligatorio ricordarsi del diritto a un meritato riposo – aggiunge Osnaghi – Dopo di noi non c’è il diluvio universale: le persone possono gestire le situazioni anche in nostra assenza. Anzi, in queste occasioni saranno maggiormente aiutate e motivate ad accrescere la propria autonomia e responsabilità. PC e smartphone diventeranno strumenti primari di serenità: non siamo i loro schiavi, ma sono loro i nostri alleati e così la neverending connection diventa un vantaggio».

Riorganizzare lo stress
Ma esistono anche rimedi concreti? Per contrastare lo stress, la Master coach consiglia una semplice tecnica: «La Riorganizzazione dello Stress Emozionale o R.S.E. è una tecnica utile a riorganizzare le risorse del nostro sistema corporeo in relazione a un fattore stressante e debilitante, che cesserà di essere tale – conclude Marina Osnaghi – Per eseguire la R.S.E. occorre posizionare una mano sulla fronte, in corrispondenza dei lobi prefrontali del cervello, e contemporaneamente immaginare a occhi chiusi la situazione fonte di stress con il maggior numero di dettagli possibili: suoni, odori, colori, persone, luoghi, stati d’animo. Più precisa è la visualizzazione altrettanto precisa sarà la risposta corporea. Non bisogna immaginarsi soluzioni, bisogna solo immaginarsi la situazione fonte di disagio. La tecnica può durare da un minimo di 40 secondi fino anche a 10 minuti. Di solito si comprende che si può interrompere perché qualcosa cambia nella prospettiva o semplicemente perché ciò che sembrava così stressante non lo sembra più così tanto. È possibile che nel frattempo si manifestino irrequietezza, pianto o reazioni simili, ma è regola basilare non staccare il contatto fino a che la tecnica non è terminata. Una volta completata, saremo in grado di vivere la situazione in questione in modo meno debilitante, più creativo e da diverse prospettive. Il nostro cervello rielaborerà lo stress senza bisogno che ci pensiamo troppo e ci aiuterà senza che noi dobbiamo fare troppa fatica. Ciò che di solito accade è che a un certo punto nascono nuove idee, che prima non c’erano. Se la situazione di stress è particolarmente complessa, potrebbe essere necessario ripetere alcune volte in momenti differenti la tecnica, per arrivare a un risultato soddisfacente. È possibile integrare la mano sulla fronte posta in corrispondenza dei riflessi della corteccia prefrontale, con una mano posta sull’occipite in corrispondenza dei riflessi visivi».

Dire addio allo stress e godersi le vacanze
Ecco infine il decalogo della master coach Marina Osnaghi per battere l’ansia da vacanza e godersi le ferie dalla partenza al rientro al lavoro:
FASE 1: PRIMA DI PARTIRE
1. Gestisci il senso di urgenza ponendoti 5 domande in grado di facilitare la partenza (scrivi le risposte su un foglio e ti ritroverai l’action plan che ti accompagnerà in vacanza): cosa posso sospendere? Cosa posso delegare ad altri? Cosa devo fare subito? Quello che penso di dovere fare subito, è veramente necessario ora? Posso intavolare una negoziazione?
2. Fai una lista di quel che farai al ritorno: serve a svuotare il cervello, a dargli un senso di ordine e controllo.
3. Chiudi ufficialmente tutti i cicli e apri ufficialmente dentro di te il ‘file vacanza’: potrebbe essere utile anche un gesto fisico come un’affermazione a voce alta.

FASE 2: DURANTE IL VIAGGIO
4. Completa i compiti strettamente necessari nei momenti più ideali e al minimo penalizzanti per te e i tuoi cari.
5. Fai le telefonate da posti comodi. In una stanza fresca con un bel panorama, oppure mentre passeggi in riva al mare in un momento di quiete.
6. Tieni conto che si presenterà naturalmente un momento in cui il rilassamento farà emergere la depressione. Parliamo della Sindrome Generale di Adattamento che si manifesta attraverso tre fasi: la reazione di allarme mette l’individuo nella miglior condizione di combattimento o fuga, la resistenza o adattamento e infine l’inevitabile esaurimento, che conduce alla depressione dopo il picco di resistenza acuta che si ha prima delle ferie.

FASE 3: RIENTRO AL LAVORO
7. Se una settimana prima cominci a pensare che devi tornare, cerca di distrarti con qualcosa di piacevole e rimanda l’apertura del ciclo del ritorno.
8. L’ultimo giorno passa in rassegna le gioie della vacanza: redigi una lista di tutto quel che la vacanza ti ha regalato e ringrazia te stesso e chi ha partecipato con te della gioia.
9. Se la tristezza continua, pensa a cosa c’è di positivo nella vita di tutti i giorni che ti motiva a viverla e poi concentrati su un fatto piacevole.
10. Rielabora lo stress utilizzando un facilissimo esercizio che serve ad agevolare la reazione di rielaborazione dello stress: la Riorganizzazione dello Stress Emozionale (R.S.E.) è una tecnica kinesiologia che serve a riorganizzare in modo creativo le risorse del sistema corporeo in relazione a un fattore stressante, che cesserà di essere tale dopo un numero adeguato di ripetizioni dell’esercizio.