23 aprile 2024
Aggiornato 13:00
MotoGP | Gran Premio d'America

Beltramo: La penalità a Marquez è severa, ma insensata

Se si trattava di un cumulo di sanzioni per il comportamento in Argentina, Marc andava squalificato; altrimenti bastava un avvertimento. L'opinione di Paolone

AUSTIN – Marc Marquez è stato il più veloce per il sesto anno consecutivo nelle qualifiche del Gran Premio di Austin, ma il suo risultato è stato macchiato da una penalizzazione: «Ieri, durante la commissione sicurezza, era stato deciso di inasprire le sanzioni e di essere più severi. Oggi lo sono stati – racconta il nostro Paolo Beltramo – Marc Marquez ha, involontariamente a mio modo di vedere, e spero sia così, rallentato Maverick Vinales mentre stava tirando per fare il suo giro veloce. Lui ha chiesto scusa, Vinales lo ha mandato a quel paese, come succede spesso. Però, a fine prove, la direzione gara ha penalizzato Marquez di tre posizioni: partirà quindi in seconda fila, e la sua sesta pole consecutiva ad Austin rimarrà solo come record».

Troppo... o troppo poco
Anche stavolta, però, i metri di giudizio dei commissari lasciano aperti molti dubbi: «Vinales partirà dunque dal primo posto, il bravissimo Iannone dal secondo e Zarco dal terzo. Marquez ha girato quattro decimi più forte, è anche caduto durante le qualifiche: insomma, ha dimostrato di essere superiore. Ma lo era anche in Argentina, eppure qualcosa comincia a non funzionare. Sinceramente, se si doveva tirare una linea e ricominciare da zero, trovo che questa penalizzazione sia insensata. Cosa significa togliergli tre posizioni senza togliergli la pole? Adesso si diventa severissimi per questi episodi, che per quanto si è visto non sono pericolosi. Se era un cumulo di sanzioni, per come si è comportato anche in Argentina, andava squalificato per una gara. Altrimenti, bastava un avvertimento. Con queste situazioni si crea ancora tensione: si sta scatenando la guerra della Yamaha contro Marquez, anche se lui apparentemente sembra averla presa bene. In realtà Marc resta il favorito, secondo me».