24 aprile 2024
Aggiornato 06:00
MotoGP e Formula 1

Pirro al Diario Motori: «MotoGP poco professionale, impari a gestire i duelli»

L'ex pilota di Formula 1, oggi commissario nel campionato a quattro ruote, dice la sua sul comportamento dei giudici nell'ultimo Gran Premio del Motomondiale

ROMA – Anche l'ex pilota di Formula 1 Emanuele Pirro è rimasto sorpreso da questo fulminante inizio di stagione della Ferrari. «Sicuramente inaspettato – lo definisce ai microfoni del Diario Motori, che lo ha incontrato nel paddock dell'ePrix di Roma di Formula E – Le prove di Barcellona avevano presentato la Mercedes ancora come la macchina da battere, secondo alcuni in modo ancora più convincente dell'anno scorso. Quello che mi è piaciuto nelle prime due gare, alla prima delle quali in Australia ho partecipato come commissario, è che il risultato non è stato uguale al pronostico. Credo che l'imprevedibilità di qualunque manifestazione sportiva, compresi i motori, sia l'essenza della sua bellezza, al di là dei sorpassi e di tutto il resto. Speriamo che continui così: credo che qualunque tifoso di Formula 1 voglia vedere gare combattute, incerte, mai scontate e campionati che si decidono all'ultima gara e magari all'ultima curva».

Gestione poco professionale
Oggi, dopo aver appeso il casco al chiodo, Pirro è diventato commissario nel Mondiale a quattro ruote. Dunque, approfittando della sua esperienza in direzione gara, gli abbiamo chiesto che cosa pensi della contestata gestione del weekend del Gran Premio d'Argentina da parte della MotoGP: «Penso che la fortuna delle moto è stata, ed è ancora, la semplicità delle gare. La moto non è un veicolo che beneficia del carico aerodinamico, quindi in curva va meno forte, sbanda, è spettacolare. I sorpassi si possono fare in modo relativamente facile e il gesto atletico del pilota viene percepito molto bene dal pubblico. Questa è la loro forza. Visto che si sorpassano così facilmente, non c'è una cultura di regolamentare il sorpasso troppo aggressivo. Nelle macchine, volenti o nolenti, la Federazione ha dovuto fare molta esperienza in tal senso, per evitare condotte di gara pericolose o ingiuste e antisportive. Quindi l'automobilismo è più bravo nella gestione del corpo a corpo. Le gare di moto, per loro fortuna, si sono trovate in una situazione relativamente nuova, che non è stata affrontata in modo professionale ed esperto».

Le norme si rispettano
Dunque, è il caso che l'organizzazione del Motomondiale si metta a studiare come migliorare il lavoro dei suoi giudici: «Il modo in cui io interpreto il mio ruolo è spiegare bene ai partecipanti cosa si può fare e cosa no. Chiaramente tutti sono lì per vincere e per fortuna tutti danno il massimo, ma nessuno vuole commettere irregolarità, per evitare di incorrere in sanzioni. Perciò bisogna che i partecipanti sappiano perfettamente cosa è lecito e cosa no. E quello che dice l'autorità sportiva deve essere rispettato con precisione: la cosa peggiore è quando una classe di alunni viene minacciata dal professore, ma se copiano il compito in classe nessuno li vede e nessuno li punisce. Perciò regole chiare e implementazione giusta e coerente».