23 aprile 2024
Aggiornato 23:30
MotoGP

Beltramo intervista Dovizioso: «Rinnovo con Ducati? Non dipende solo da me»

Il vicecampione del mondo si ripresenta al via di una stagione con aspettative cresciute, ma anche con la prospettiva di dover discutere il suo nuovo contratto

BOLOGNAAndrea Dovizioso, per te quest'anno sarà un nuovo inizio. Non avevi mai passato un inverno così...
È vero, visto quanto siamo considerati quest'anno, non mi era mai successo in MotoGP. Si parte con tante aspettative ma, mi conosci bene, anche con i piedi per terra. Ogni stagione ha la sua storia, e lo dimostra anche l'annata della Yamaha nel 2017: da anni aveva una certa stabilità, ha sempre corso per il campionato, e Maverick aveva fatto un inverno esagerato, ma poi non sono riusciti a lottare fino alla fine. Bisogna lavorare bene come abbiamo fatto l'anno scorso: adesso abbiamo una buona base, ma ci sono ancora certi aspetti da limare. Non tutti i problemi sono risolvibili, ma cerchiamo di migliorarli un po'.

Ma quando arrivi a limare, vuol dire che parti da un buon punto, no?
La differenza è che quest'anno partiamo da un livello migliore, ma soprattutto da una maggiore consapevolezza. Sappiamo su cosa abbiamo lavorato bene l'anno scorso e cosa ha funzionato. Ma quello che abbiamo fatto nel 2017 non basterà per giocarci il campionato, quindi dobbiamo continuare a lavorare.

Guardando la classifica ho notato una cosa banalissima: nelle cinque gare in senso antiorario, dove Marquez vince sempre, tu sei andato malissimo.
Una ciofeca...

Forse è lì che hai perso il Mondiale?
Il risultato di una stagione dipende da milioni di fattori. È vero, hai visto un aspetto giusto: nelle piste in cui si gira a sinistra lui è particolarmente forte, come certi altri piloti, come Casey (Stoner, ndr), Dani (Pedrosa, ndr) o Petrucci, mentre io sono un po' più forte nei circuiti in cui si curva a destra. Ognuno ha le sue caratteristiche, non esiste il pilota perfetto. Anche se Marquez fa paura, non lo è neanche lui.

Lo hai dimostrato tu un paio di volte, ad esempio...
Ci si lavora. Ma è normale avere lati migliori o peggiori.

Nel 2018 ci sarà da divertirsi un po' di più, sicuramente noi ma anche voi, perché è anno di rinnovi.
Da un lato ti ritaglia un po' di tempo e di pensieri che sarebbe meglio non avere. Ma è inevitabile, per cui bisogna essere bravi a gestirla. Quando sarà il momento ne parleremo: se ne è parlato tanto finora ma non è ancora successo niente, non ne abbiamo parlato. I giornali non sapevano cosa scrivere, quindi hanno estrapolato qualcosa da vecchie interviste e sono andati avanti una settimana.

Ma tu, secondo me, stai bene vestito di rosso. Mi piacerebbe che questa storia ormai lunga, con questo fanno sei anni, continuasse...
Non è facile trovare delle storie così lunghe in MotoGP, sono poche. Mi piacerebbe, perché no. Ma, come in tutti i matrimoni, bisogna trovare un punto d'incontro su tanti aspetti. Spero di trovarlo, ma non dipende solo da me.

Se fossi un amante del gioco aspetteresti dopo Valencia, quando magari sarai campione del mondo!
Varrei ancora di più... No no, definiamola prima, che arrivare fino a Valencia sarebbe un po' stressante.

Sai già cosa ci sarà di diverso sulla moto?
Da un lato non credo troppo, ma questo è anche il lato positivo: quando hai una buona base, la moto non va stravolta, perché è più facile peggiorare che migliorare. Non so se sarà sufficiente, se riusciremo a limare davvero i nostri limiti: l'anno scorso non siamo riusciti a giocarcela a Valencia perché abbiamo perso troppi punti nelle piste in cui non eravamo competitivi. Marc, quando non andava forte, arrivava quarto; noi, invece, perdevamo più punti. E l'abbiamo pagata a fine campionato.

Forza Dovi, facci godere ancora.
Ancora di più. Un po' di più!