19 marzo 2024
Aggiornato 15:00
MotoGP

Beltramo: Che è successo alla Yamaha? I motivi della crisi

Nei test invernali e nei primi due Gran Premi sembrava destinata a dominare la stagione, poi è precipitata in un disastro, bastonata dalla Honda e superata pure dalla Ducati. Anche i due cambi di telaio non sono bastati: i problemi dipendono dall'elettronica, e Valentino Rossi se ne era accorto prima

MILANO – La stagione 2017 della Yamaha, iniziata sotto i migliori presupposti con un dominio di Maverick Vinales, si è trasformata in un autentico disastro: «Forse è il momento di parlare un po' di questa Yamaha – spiega il nostro Paolo Beltramo – La stagione 2017 la vede già fuori dai giochi per i campionati del mondo: lontana da Honda e passata anche dalla Ducati in quello marche, e quello piloti è perduto, per quanto Maverick Vinales sia ancora teoricamente in gioco, mentre Valentino Rossi con l'infortunio e la caduta giapponese ha messo la parola fine. Il problema vero è che la Yamaha è stata forse ingannata dalla strepitosa pre-stagione, in cui Vinales è stato il migliore sempre, in tutti i giorni dei test, e anche in tutti i turni in Qatar e in Argentina, dove ha colto due vittorie. Dopodiché è caduto in America, si è ripreso bene in Francia e in Italia, con un primo e un secondo posto: poi da Barcellona ad oggi la casa dei Diapason ha conquistato una sola vittoria su dieci possibilità, quella di Valentino Rossi in Olanda. Un po' poco, con due piloti di punta».

Colpa del software
Insomma, cosa è successo a Iwata? «All'inizio, quando la moto vinceva, Vinales questo non lo sentiva, mentre Valentino già pativa questa mancanza di aderenza al posteriore, la difficoltà di usare la gomma, la poca accelerazione, non gli piacevano l'ingresso in curva e la frenata – prosegue Paolone – Sono stati cambiati addirittura due telai e qualcosa sembrava migliorato: poi c'è stato l'incidente che ha tolto Valentino da Misano, dove avrebbe potuto far bene, e in Giappone la scivolata dalle retrovie, con Vinales che ha preso la paga addirittura da Zarco con la moto 2016, cosa che non dovrebbe succedere. Yamaha ora deve già pensare al 2018: non credo che ci sarà una rivoluzione, perché sul motore quattro cilindri in linea non può fare molto. Deve lavorare molto sull'elettronica, dove Ducati e Honda sono più avanti: la prima perché ha sperimentato la centralina unica sulle sue moto satelliti già prima che fosse introdotta per regolamento, la Honda perché ha assunto un tecnico di Borgo Panigale. La M1 sembra invece rimasta indietro sulla gestione: il motore taglia di più, spinge meno, gli manca qualcosa. Sono sottigliezze, è difficile capire dove intervenire, ma bisogna, perché così la moto è poco competitiva. Rossi e Vinales valgono più di così. Ma, di qui alla fine qualche soddisfazione possono ancora togliersela: magari sporadicamente, se non pioverà, azzeccando la gomma giusta. Vale magari potrebbe diventare l'ago della bilancia di questo Mondiale...».