29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Il video-editoriale per il Diario Motori

Minardi: Stavolta è dimostrato, questa Ferrari è nata bene

L'ultimo dubbio sulla Rossa riguardava la sua capacità di sviluppare tecnicamente la monoposto nel corso della stagione allo stesso ritmo della Mercedes, un aspetto che negli ultimi anni era risultato deficitario. Eppure a Barcellona la Scuderia ha saputo subito ristabilire la parità

FAENZA – Se un interrogativo residuo pendeva ancora, su questo inizio di stagione fulminante della Ferrari, questo riguardava la sua capacità di sviluppare la macchina nel corso della stagione, proprio il principale tallone d'Achille della Scuderia negli ultimi anni. Ebbene, questo dubbio si è dissolto completamente nel Gran Premio di Spagna, dove la Mercedes è andata all'attacco con una raffica di aggiornamenti tecnici, a cui però la Rossa ha saputo rispondere al meglio ristabilendo subito la parità tra le due monoposto. «Questa è la dimostrazione che, quando una macchina nasce bene, reagisce anche immediatamente allo sviluppo e alle novità portate dagli ingegneri – commenta l'ex team principal Gian Carlo Minardi – Quando nasce male, invece, come purtroppo quella dell'anno scorso, è difficile farla reagire tanto da vedere dei miglioramenti. Qui ci troviamo davanti ad una Mercedes, nata per vincere, la vettura da battere, la numero 1, e ad una Ferrari che ha ridotto tantissimo il distacco che la divideva lo scorso anno. Le Frecce d'argento, al di là delle modifiche aerodinamiche, sono state bravissime a far calare di cinque chili il peso, che non è un obiettivo facile da raggiungere in corso d'opera. Ma il fatto che la differenza sia rimasta così piccola fa ben sperare negli sviluppi futuri e in un campionato che si prospetta affascinante come lo è stata la gara di Barcellona». Dove, infatti, Lewis Hamilton ha prevalso sul filo del rasoio su Sebastian Vettel: «Lo abbiamo visto in qualifica, dove Hamilton ha prevalso su Vettel per pochi millesimi, e anche sul giro più veloce in gara, staccato dal vincitore al penultimo giro con poca differenza rispetto a quello ottenuto dal ferrarista. Come si è visto in pista, questo vuol dire che la battaglia si giocherà sulle strategie, sulla capacità di guida dei piloti e su certi eventi che possono succedere a favore dell'uno o dell'altro durante ogni Gran Premio. Assisteremo ad un campionato molto tirato e con colpi di scena difficili da prevedere».