20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
MotoGP | Gran Premio d'Italia

«Che bel weekend» per Valentino Rossi: podio, secondo nel Mondiale e... 5000 punti!

Il Dottore non delude i suoi tifosi, giunti a decine di migliaia nel suo Mugello: è terzo in gara, il primo inseguitore di Marquez e autore di un nuovo record

Valentino Rossi sul podio del GP del Mugello di MotoGP
Valentino Rossi sul podio del GP del Mugello di MotoGP Foto: Michelin

SCARPERIAValentino Rossi, oggi sei arrivato terzo, ma sembravi tu il vincitore.
È stato bellissimo, c'erano tantissimi tifosi come sempre e non li ho delusi. Quei dieci minuti sul podio del Mugello valgono tutti gli sforzi di una stagione. Sarebbe stato più bello arrivare primo, ma bisogna essere realistici.

Cosa ti è mancato?
Partendo davanti, sono riuscito a stare con Jorge nella prima parte di gara, dove lui è sempre veloce. Ma sapevo già da ieri che sarebbe stata una gara sofferta, perché ho dovuto usare la gomma dura davanti, con cui non mi ero mai trovato a mio agio in prova, non riuscivo a fare la differenza. Se fossi partito con la media, molto probabilmente non sarei arrivato in fondo, allora ho provato a non buttarmi giù e a raggiungere il traguardo: il piano era quello.

Ci sei riuscito.
È stata una gara strategica. Quando ero dietro ai miei rivali cercavo di mantenere la situazione sotto controllo. Con quella gomma non potevo spingere il massimo, perché quando ci provavo rischiavo di cadere: dovevo aspettare che quelli che montavano la morbida iniziassero a calare. Avevo poca aderenza davanti, la moto era difficile da guidare ed è stato uno dei finali più difficili che mi ricordi. Quando sono scivolato al quinto posto pensavo che non ce l'avrei fatta, ma negli ultimi giri ho dimenticato la strategia e ci ho dovuto provare.

E ora ti ritrovi al secondo posto nel Mondiale.
Sono secondo con tre podi, e questo è positivo. Ma la statistica un po' meno bella è che il mio miglior risultato è il terzo posto, mentre l'anno scorso a quest'ora avevo già ottenuto due secondi posti. Non riuscire a lottare per la vittoria un po' mi dispiace, anche perché la Yamaha non vince da quasi un anno. Essere secondo in queste condizioni non è male.

È possibile sognare il titolo?
Personalmente non credo. Ventitré punti di distacco non sono tanti, non abbiamo buttato via nessuna occasione, ma per lottare per il campionato dovremmo andare più forte. Per ora abbiamo migliorato il bilanciamento meccanico, che soprattutto sul giro secco ora mi permette di utilizzare i punti forti della Yamaha, ma sulla distanza di gara facciamo ancora più fatica rispetto a Honda e Ducati. Per il momento non basta, bisogna crescere ancora nel corso della stagione. Per me i problemi sono chiari, ho cercato di spiegarli e la Yamaha ha iniziato a lavorarci: ma non è facile, servono molto tempo e molte persone, e non ci sono certezze.

Chi pensi sia il vero anti-Marquez?
Io cerco di pensare per me. Ti potrei dire Dovizioso, Vinales... Ma non vuol dire che io non ci provo!

Con questo risultato hai raggiunto quota cinquemila punti in classe regina: sei entrato di nuovo nella storia.
È stato un weekend bello: ho fatto la pole dopo tanto tempo, sono salito sul podio e i cinquemila punti sono un'altra cosa figa. Ma mi piacerebbe, prima della fine del campionato, lottare per vincere le gare.

Ti aspettavi la prima vittoria di Jorge Lorenzo con la Ducati?
È difficile dire che da un pilota forte come lui non ci si aspetti una vittoria. Ma per vincere con la Ducati ci vuole tempo, perché è una moto molto diversa dalla Yamaha, che guidava ormai da anni. Già in altre gare era andato forte, ma quando ieri ho visto il suo passo ho capito che stavolta sarebbe stato difficile tenerlo dietro. Mi aspettavo che facesse una bella gara.

Ora che ha ufficializzato il suo divorzio dalla Ducati, probabilmente tornerà a guidare una Yamaha, anche se quella satellite.
Va bene: è un pilota fortissimo, ci sono i pro e i contro. Sono sincero, a me piacerebbe avere dei compagni di squadra che vanno piano. Ma la situazione è questa ed è anche positivo perché ti spinge a cercare di migliorare. Quello che è sbagliato, secondo me, è che si debba decidere i contratti così presto. Sono emblematici i casi di Iannone e di Lorenzo: c'è troppa fretta, ci si gioca tutto nelle prime tre gare, e da quando hanno capito che rischiano di essere a piedi si sono messi ad andare più forte, mettendo in difficoltà i team manager. Sarebbe bello che si iniziasse a parlare del futuro solo nella seconda metà della stagione, ma come si fa a controllarlo?

Parliamo del tuo grande rivale Marc Marquez. Lui viene sempre definito un uomo bionico, che non soffre, ma oggi ha sbagliato, forse perché è apparso un po' più sotto pressione del solito?
Secondo me è stata solo una questione tecnica, perché con la gomma davanti che avevamo oggi bisognava stare attentissimi. Lui, invece, era carico e aggressivo, ha una strategia di gara sempre all'attacco, ma lo pneumatico non lo ha perdonato. L'ho visto cadere poche curve dopo che avevo rischiato di cadere anch'io, e a quel punto ho deciso di stare ancora più tranquillo.